Capitolo 1^

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[scusate per eventuali errori]
Buona lettura, :*

Stand by me risuonava in tutta la mia stanza, che era stata insonorizzata appositamente, visto che amavo i dischi in vinile, poiché trovavo avessero un' acustica migliore.

"So Darling, Darling,
Stand... by me,
Oh, stand by me" canticchiavo ad occhi chiusi ballando per la stanza, lasciandomi trascinare dalle note anni sessanta.
Mia madre diceva sempre che ero nata nell'epoca sbagliata. Indossavo vestiti comprati nei negozi di "Trifth" e ascoltavo canzoni dagli anni cinquanta ai primi due mila, amavo film e serie tv d' epoca e ovviamente la mia preferita era 'Friends'. La mia stanza era tappezzata di polaroid e foto di cantanti degli anni novanta, ottanta e settanta, insieme ad un enorme mandala, riposto sulla parete di sinistra. I muri avevo deciso di verniciarli di bianco, in modo da poter sfruttare la luce che filtrava dalla finestra riposta sopra il materasso da una piazza e mezzo, amavo gli ambienti spaziosi e luminosi, mi davano un senso di ordine e mi aiutavano nel concentrarmi quando dovevo studiare.

Dopo poco tempo la canzone finì, visto che durava poco più di due minuti, così riposai nella sua custodia il vinile e scesi al piano di sotto per mettere qualcosa nella pancia.
Era inizio luglio e il caldo si faceva sentire, all' inizio della scuola mancavano ancora due mesi e quell' anno sarebbe stato il mio ultimo di liceo. Da una parte ero sollevata, dire addio a quella prigione infernale era un sogno, ma dall' altra avevo un po' di timore, perché ancora non avevo scelto un college. Per inviare le richieste di ammissione avevo ancora cinque mesi, ma odiavo ridurmi sempre all' ultimo per fare le cose.

Una volta arrivata in cucina aprii il frigo e tirai fuori un avocado, lo tagliai a metà e rimossi con un cucchiaio il frutto da una delle due parti, mentre l' altra la riposi nel frigo. Poi aprii lo sportello, tirai fuori un padellino e lo poggiai sui fornelli per bruscare due fette di pane. Non seguivo nessun tipo di dieta, ma l' avocado mi era sempre piaciuto da impazzire.
Tagliai il frutto a fettine, lo poggiai sul pane e la merenda era servita!

Mentre gustavo il mio spuntino, sentii la serratura della porta di casa scattare, per poi sentire il rumore dei tacchi a spillo di mia madre.

"Ciao tesoro" disse spostandosi una ciocca di capelli dal viso, con tono esausto. I suoi capelli erano sempre perfetti. Una cascata di ricci biondi che le arrivavano alle spalle, le sue labbra erano sempre pittate di rosso, mentre sugli occhi portava del semplice mascara con eye-liner, per mettere in risalto i suoi occhi azzurri, che per mia fortuna, avevo eredito da lei.

"Hey mamma, giornata impegnativa?" le chiesi addentando il pane.

"Non me ne parlare. Papà è a casa?" domandò togliendosi le scarpe, per poi riporle nella scarpiera all' ingresso. Mia madre era fissata con l' ordine e la pulizia perciò aveva posizionato all' ingresso una scarpiera dove riporre, appunto, le scarpe. Diceva che così la casa si sarebbe mantenuta più pulita, ma comunque avevamo una donna delle pulizie che veniva una volta alla settimana. Quindi mamma si limitava a gridare contro me e mio fratello e a lamentarsi con noi del perché avesse dovuto ricevere due figli così scansa fatiche.

"No, credo sia ancora a lavoro" feci spallucce, ma il volto di mia madre non sembrava molto rilassato.

"E Dylan?"

"Credo che il mio amato gemello sia con la sua amata ragazza" risposi con sarcasmo roteando gli occhi. Quei due erano così sdolcinati. Misi il piatto utilizzato nel lavandino e poi presi dell' acqua dal frigorifero.
Dylan ed io eravamo gemelli eterozigoti, di fatti io avevo gli occhi azzurri e i capelli color caramello (anche se li avevo tinti di bianco) e lui occhi marroni e capelli biondi, come mio padre.
Eravamo esattamente gli opposti di carattere, ma gli volevo bene, quando non mi rompeva le palle.
Era fidanzato con una ragazza di nome Michelle da quando ci trasferimmo in California due anni fa, a causa del lavoro di mio padre. Tra i due ci fu il solito cliché, in cui il ragazzo puttaniere si innamorava della ragazza bella e santarellina.
Io, invece, non ero mai riuscita ad avere una relazione duratura, giusto una volta a quindici anni riuscii a compiere un mese con un ragazzo, forse il problema era che mi stufavo troppo facilmente, avevo sempre bisogno di cambiare, di vivere cose nuove.

𝕽𝖔𝖘𝖊- angel face devil thoughtsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora