Capitolo 1

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«Yumi.»

Mi volto di colpo nella direzione da cui è venuta quella voce e cerco con gli occhi nella penombra qualcosa che possa assomigliare alla sagoma di una persona.

«Sono qui.» sussurro leggermente a disagio. Non so per quale motivo, ma ho una brutta sensazione.

Sento dei passi nell'oscurità e poi intravedo una figura alta e slanciata abbassarsi al mio fianco. La luce soffusa proveniente dalla finestra illumina in parte il suo volto allungato. Lo riconosco. È il migliore amico di mia madre, Fugaku.

«Mi dispiace molto, piccola. Tua madre è passata a miglior vita.» mi dice posandomi una mano sulla spalla.

Mi ritraggo con il sangue gelato. Le mie braccia iniziano a tremare. Indietreggio fino a posare la schiena contro il vetro e poi mi lascio scivolare a terra. La mia vista è offuscata dall'ingente quantità di lacrime che mi cade dagli occhi.

Non riesco a crederci.

«Non è vero. Mamma non è morta.» singhiozzo provando a lavare via i segni del mio dolore con le maniche del mio kimono.

«È stata trovata nel fiume poche ore fa insieme ai tuoi zii e ai tuoi cugini.» aggiunge la sua voce profonda.

Scuoto la testa e allungo le braccia verso quell'uomo dallo sguardo infervorato per impedirgli di avvicinarsi.

«Non è vero. Stai mentendo.» sillabo mentre il pianto inizia a svanire, sostituito dalla rabbia.

«Vieni con me.» mi esorta con severità.

«Vattene.» dico alzando si colpo lo sguardo.

«Yumi, arrabbiarti con me non servirà a riportare qui la tua famiglia. Ti sto chiedendo di venire con me. Gli anziani del clan Uchiha vogliono capire cosa fare con te.» spiega poi non distogliendo nemmeno per un attimo i suoi occhi rossi dai miei.

Deglutisco e dopo essermi asciugata il viso stringo i pugni.

«Non voglio.» biascico ancora adirata.

«Non potrai rimanere qui per sempre.» mi risponde tentando di afferrarmi.

Mi rinchiudo in un fagotto mentre scalcio con le gambe.

«Lasciami!» grido con la voce rotta dal pianto.

Sento le sue mani stringersi intorno alla mia caviglia e tirarmi verso di lui. In poco tempo mi ritrovo intrappolata tra le sue braccia. Lo colpisco con i gomiti sulla schiena, ma lui riesce comunque ad alzarsi e a camminare verso l'uscita.

«Non voglio.» sussurro con un filo di voce, anche se ormai è tutto inutile.

Al mio risveglio mi ritrovo in una piccola stanza fredda e buia. Dalla stretta fessura tra la porta e la cornice filtra un impercettibile raggio di luce giallina.

Dove mi trovo?

Mi alzo a sedere e scivolo giù dal materasso su cui ero stesa. Cammino verso quello spiraglio cercando di non fare rumore. Odo delle voci in lontananza.

Voglio sapere di cosa parlano.

«È davvero questa la soluzione migliore, Fugaku?» chiede una voce femminile. Sembra molto preoccupata.

«Gli anziani sono stati molto chiari. Himane nel suo testamento aveva chiesto che fossimo noi ad occuparci di sua figlia.»

Momenti ‣ Itachi UchihaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora