Capitolo 47

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Entro nell'ennesima locanda a chiedere informazioni. Dietro al banco è seduta una donna di mezza età dai capelli bianchi acconciati in una coda alta. Indossa un paio di guanti di velluto e degli occhiali neri molto spessi.

«Mi scusi, è lei che gestisce le camere?» chiedo con un inchino di cortesia.

La donna annuisce colpita e mi fa cenno di avvicinarmi.

«Qui abbiamo solo una camera libera, purtroppo. Ti potrebbe interessare lo stesso, signorina?» mi chiede spiacente.

«Non si preoccupi, una camera andrà benissimo. Purtroppo, però... Vede, io e il mio amico siamo leggermente a corto di quattrini. C'è qualcosa che possiamo fare per ripagarla?» domando preoccupata.

Lei annuisce di nuovo. «Oh, sì, in effetti ci sarebbe. Vedi, cara... Mio marito è impegnato con la raccolta nelle campagne... Mi sarebbe davvero utile avere qualcuno che cucini e lavi i piatti per me.»

«Oh, se è questo quello che le serve... Sarò felice di aiutarla. Un tempo lavoravo come domestica.» spiego con un sorriso timido.

«Davvero, cara? Ma quanti anni hai? Sembri così giovane...» sussurra sistemandosi gli occhiali.

Abbasso lo sguardo e sento le guance iniziare a tingersi di rosso.

«Ventuno...» rispondo assorta.

«Mmh... Capisco.» commenta. «Allora siamo d'accordo? Passi stasera con il tuo amico per cena?»

«Certamente. Non so come ringraziarla.»

«Oh, fa niente, cara. Puoi darmi il tuo nome così lo segno sul registro?»

«Yoko.» replico ricorrendo allo stesso nomignolo che mi ha dato Itachi tempo fa.

«Yoko, allora. Ciao! Divertiti qui a Konoha!»

La sera io e Deidara ci ritroviamo nel luogo prestabilito. A giudicare dal sorriso che ha impresso sul volto dev'essere riuscito a raccogliere qualche informazione preziosa.

«Ne, indovina, Yumi.»

«–Yoko.» lo correggo alzando l'indice al cielo. «Finché saremo qui il mio nome sarà Yoko. E il tuo Deikou.»

«Eh? Perché?»

«Perché alla locanda servivano dei nomi.» spiego alzando le spalle. «Allora, cos'hai scoperto, Deikou

«Non immagineresti mai.» replica dondolando da un piede all'altro. «L'Hokage ha dato l'ordine di rinforzare le truppe al confine a nord.»

Batto gli occhi. «Tutto qui?»

Lui sembra infuriarsi al mio commento.

«Come "tutto qui"!? Scommetto che tu non sei riuscita a scovare niente.»

«Sbagli.» rispondo estraendo il tovagliolo e mostrandoglielo con orgoglio. «Cartina grafica della posizione delle guardie.»

«Sicura che sia aggiornata?» domanda curioso.

«Ne sono certa.»

«Beh, allora ottimo lavoro.»

Do un'occhiata alla meridiana principale della città. È ora di cena. Ho promesso alla signora che avrei cucinato io.

«Dobbiamo rientrare.» commento. «Ci hanno dato una stanza, ma in cambio dovremo preparare la cena alla nostra ospite.»

«Eeh? Cosa? Io non sono un domestico, tch.»

«Beh, vedi di diventarlo se vuoi avere un tetto sopra la testa stanotte, Deikou.»

«È pronto.» affermo posizionando i vari onigiri in tre piatti diversi.

Mi tolgo finalmente i guanti e asciugo il sudore che mi riga la fronte. Deidara sembra non avermi sentita, così mi sporgo e agito il braccio nella sua direzione.

«Deikou, ti dispiacerebbe portare in tavola la cena?» insisto incrociando le braccia.

Il biondo scatta in piedi e mi raggiunge con un'espressione fredda e distaccata.

«Onigiri?» domanda spiazzato. «Non potevi fare qualcosa di più sostanzioso?»

Sento il sopracciglio tremare per il nervoso. Se soltanto potessi lo picchierei.

«Andrà bene così. Ora servi la signora, grazie.» replico esigente.

«Mamma mia, quanto sei nervosa...»

Torniamo entrambi in salotto, dove la proprietaria di casa è comodamente seduta. Deidara le porge il suo piatto con il miglior sorriso che io gli abbia mai visto addosso e poi si posiziona dall'altra parte del tavolo.

«Oh, Deikou, Yoko, siete così gentili!» esclama con le lacrime sul punto di cadere per la gioia.

«Non si preoccupi, signora. Mi sembra il minimo considerando tutto quello che lei sta facendo per noi.» rispondo sistemandomi nell'ultimo posto rimasto.

«Davvero grazie, ragazzi. Allora, per quanto tempo resterete qui a Konoha?»

«Mph–forfe le proffime due fettimane.» mugola Deidara con la bocca piena di riso.

«Beh, con me non ci sono problemi. Potete restare quanto volete.»

«Grazie, lo apprezzo davvero molto.» replico io con un cenno del capo.

«Se soltanto ci fossero ragazzi buoni come voi anche qui a Konoha...» mormora la donna prima di iniziare a mangiare la sua porzione.

Scorgo un'ombra di tristezza nella sua voce. Il mio cuore si stringe in una morsa. Il pensiero di mentire a una simile vecchietta innocente mi tormenta. Non merita questo trattamento. Se soltanto potessi evitare di farla soffrire...

Spazio autrice

Heyo, spero che il capitolo vi piaccia :)

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