Mi sveglio di soprassalto. Ho la fronte rigata dal sudore e le gambe stanno tremando così tanto che fatico a farle smettere. Ho avuto un incubo, ma questa volta era diverso. Niente voci, niente Fugaku, niente Itachi. C'ero solo io... C'ero io... E Kakashi Hatake che alzava la spada di Chujin sulla mia testa prima di darmi il colpo di grazia.
Porto la mano ad accarezzare il taglio netto che interrompe il mio braccio sinistro e stringo le dita intorno alla pelle dilacerata. Va tutto bene. Era solo un brutto sogno.
Caccio via le coperte e mi dirigo verso il bagno. Non appena arrivo di fronte allo specchio noto che il mio volto è segnato da due righe di sangue secco che partono dagli occhi e arrivano fino al mento. Avverto un improvviso dolore allo stomaco e mi getto sulla tavoletta. Prima di prendere coscienza di ciò che sta succedendo mi trovo a rimettere, ma ciò che vedo non è cibo, né bile. È sangue, sangue coagulato misto a una sostanza semitrasparente. Dev'essere bile allo stato puro.
Mi allontano terrorizzata con un sapore impregnante e ferroso che mi invade la bocca. Forse ho calcolato male i tempi. Le mie condizioni sono peggiori del previsto.
Odo dei passi in corridoio. Mi raddrizzo di colpo e punto gli occhi sulla porta.
«Non avvicinarti!» grido, ma quando sto per pronunciare altre minacce vengo interrotta da un colpo di tosse.
«Yumi, va tutto bene?» mi domanda invece un'altra voce, una voce che non mi aspettavo per niente.
Mi gelo sul posto e poi mi rialzo tirando lo sciacquone. Apro il rubinetto e mi lavo il viso.
«Sto bene, Kisame. Solo un po' di nausea.» rispondo avviandomi verso l'uscita.
Quando apro la porta il ninja del villaggio della Nebbia mi fissa incerto.
«Lui è qui?» chiedo con uno sguardo deciso.
«No. Lui e Konan sono andati alla base principale per discutere con Pain della prossima missione.» spiega.
Annuisco e sospiro. «Mi ucciderà.»
«Ehm, hai... Sangue.» sussurra indicando la mia bocca.
Uso il dorso della mano per pulirmi e osservo la scia rossastra sulla mia pelle.
«Merda...»
«Dovresti prenderti una pausa. Andare in un posto dove puoi riposare e curarti, finché puoi.» mormora preoccupato.
«Non posso abbandonare l'Organizzazione. Pain mi ucciderebbe all'istante. E poi, a questo punto il mio tempo è agli sgoccioli.»
Lui si posa una mano sotto il mento e mi squadra con la mandibola serrata.
«All'inizio credevo che Itachi fosse messo molto peggio di te...»
«Già. Lo pensavo anch'io. Tutto è cambiato nel momento in cui sei venuto a casa nostra per la prima volta. Da allora le cose non hanno fatto altro che peggiorare. Il tempo... È cambiato. Il futuro è cambiato. Inizio a sentire il peso del passato sulle mie spalle. Ho paura. Tremo. La notte non dormo. Le missioni non fanno che peggiorare i miei incubi. Tutte quelle vite... Massacrate. Rubate. Usurpate. Vite innocenti. Vite incomplete. Lo capisci, Kisame? È questa la realtà. Siamo dei mostri. E periremo come tali, tra le fiamme dell'inferno. Oh, se solo quel giorno, io–!»
«Yumi. Ora basta.» mi interrompe bruscamente. «Non sei mai stata il tipo di persona che si piange addosso.»
Prendo un respiro profondo.
«Hai ragione.» dico poco dopo.
Gli rivolgo un sorriso stanco e alzo la mano per salutarlo.
«Buona notte, amico mio.»
«Non te ne sei accorta?» mi richiama prima che io sparisca nel corridoio.
«Mh?»
«È mattina.»
«Oh.» mi fermo e lancio un'occhiata di conferma in direzione del soggiorno.
«Preparo la colazione?»
«Te ne sarei grata.» replico con un breve inchino.
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«Ce ne avete messo di tempo. Pensavo di averti detto per le quindici, Kisame.»
«Devi scusarmi. Abbiamo avuto dei contrattempi.» replica il diretto interessato.
«Beh, comunque sia, l'importante è che ora siate qui. Pain ci ha dato altri ordini. Due di noi andranno a Konoha per uccidere un certo Yuzuma, su cui pende una grossa taglia, mentre gli altri due cercheranno nuovamente di catturare la Volpe.» spiega Itachi tenendo gli occhi fissi su di me.
«Capisco.» risponde Kisame.
«Da quello che ho dedotto dal nostro ultimo incontro, credo che le mie bombe potrebbero essere utili contro la Volpe. Ma ho bisogno di qualcuno che mi protegga, qualcuno in grado di prevedere le mosse dell'avversario. Quindi...» mormora Deidara.
Itachi posa gli occhi su di me.
«Yumi non è abbastanza forte per fronteggiare la Volpe.» interviene Kisame.
«Per via del braccio?» chiede Itachi.
«Ecco, io...» sussurro arrossendo.
«Non temere, Yumi. Lo capisco, davvero. Allora ci andrò io. E poi, è passato un po' di tempo dall'ultima volta che ho incontrato quel ragazzino. Kisame, Yumi, ci vediamo al quartier generale.» conclude Itachi.
«Quartier generale?» chiedo a Kisame.
«È vero. Certe volte mi dimentico che tu sei nuova. Vedrai.»
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Ci fermiamo dietro un albero. Konoha. Di nuovo questo posto. Ormai ci ho fatto l'abitudine a tornare qui. Spero solamente di non incappare di nuovo in quei tre ragazzini.
«Sembri preoccupata.» mormora Kisame sfiorandomi una spalla.
«Non è niente. Usiamo il velo di nebbia?» chiedo.
«Mmh. Non sprecare chakra. Uccideremo i due a ovest. Sarà più semplice. In questo modo potremo seguire il torrente e accamparci nel sottobosco.»
Annuisco insicura e lo seguo mentre scansiamo l'entrata a sud per dirigerci a ovest.
«Senti. Ora smettila di preoccuparti per me.» gli dico. «Come hai detto tu a me non piace piangermi addosso. Quindi non farlo a posto mio, okay?»
Kisame mi rivolge un'occhiata dubbiosa ma poi annuisce.
«Sii prudente.»
«Più che ad essere prudente, potresti pensare a togliere di mezzo quei due bellimbusti? Grazie.» rispondo indicando le due guardie.
Kisame si mette a ridacchiare. «Io quello di destra.»
«Allora io quello di sinistra.» replico sguainando la spada.
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Spazio autrice
Scusate l'aggiornamento serale ma la vita da universitaria fuori sede non è esattamente tutto rose e fiori. Spero che il capitolo vi piaccia :3
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Momenti ‣ Itachi Uchiha
FanfictionQuando la sua famiglia viene brutalmente sterminata, Yumi Mikai si ritrova senza un posto dove stare. Fugaku Uchiha, seguendo le ultime volontà di sua madre, decide di prenderla con sé e istruirla affinché completi la sua formazione da ninja medico...