Capitolo 39

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«Ti piace quella spada, non è così?»

Alzo di scatto lo sguardo e mi ritrovo di fronte un uomo di mezza età dai capelli grigi. Indossa un lungo mantello nero e una sciarpa bianca come la neve. I suoi occhi blu mi fissano intensamente, come se volessero penetrare a fondo nella mia anima.

«È molto bella.» replico con un sorriso timido.

«È anche molto potente. È chiamata katana di Chujin.» mi spiega con una voce misteriosa. «Si dice che fosse la spada di un guardiano delle grandi terre. Pensa, in pochi sono riusciti a brandirla. È come se riconoscesse chi è degno di possederla e facesse del male a chi non è ritenuto abbastanza forte.»

Annuisco colpita. Controllo con una rapida occhiata dove si trovano Itachi e Kisame e poi mi avvicino ulteriormente all'artefatto per esaminarlo con attenzione. Ora che la guardo meglio, posso dire che la lama presenta una piccola intaccatura verso la sommità e una specie di stemma alla base. L'elsa, invece, è stata rivestita di recente con uno spago nero molto elegante.

«Ha detto che fa del male a chi non è ritenuto degno, eh?» ripeto sollevando un sopracciglio. «Cosa mai potrebbe farmi se non superassi la prova?»

«Oh, alcuni viaggiatori che hanno voluto provare a impugnarla sono rimasti fulminati. Mi è capitato anche di vedere un uomo perdere l'uso della mano. Non so come sia possibile, a dire il vero, ma è come se questa katana avesse un'anima.»

«Qual è il suo costo?» chiedo interessata.

«Oh, se ti riconoscerà come sua padrona sarò ben felice di regalartela.» risponde con un tono deciso.

Ammicco e mi inginocchio di fronte ad essa, specchiandomi nel filo della lama splendente. È davvero bellissima, forse è addirittura più raffinata della katana di Sasuke. Stringo le labbra e allungo il braccio in avanti. Nei miei occhi faccio risplendere lo sharingan per proteggermi da eventuali attacchi a sorpresa.

Sarai mia. Non posso fallire. Riconoscerà il mio valore.

Senza attendere un solo secondo in più stringo le dita intorno allo spago dell'impugnatura e la sollevo verso il cielo. Per un attimo l'intera arma è invasa da una luce accecante, che poi sparisce tanto rapidamente quanto è apparsa.

Il venditore spalanca gli occhi e poi mi si avvicina.

«Questo è un segno.» mormora. «Quella spada ti appartiene davvero, allora.»

Un sorriso si propaga sul mio volto. Lo sapevo. Questa katana sarà la mia compagna da questo momento in poi.

«Non so come ringraziarla.» mormoro arrossendo.

«Oh, non devi ringraziarmi, davvero. Come ti ho detto in pochi sono forti a sufficienza da brandirla senza alcun problema. Io stesso non potrei usarla.»

Annuisco.

«Ecco a te il suo fodero. Custodiscila con tutto l'amore che possiedi.» mi dice poi consegnandomi una lunga custodia in legno.

La prendo dalle sue mani e la infilo temporaneamente tra il laccio dello zaino e il mio kimono. In questo modo dovrebbe essere pronta all'uso.

«Grazie ancora.» ripeto con un lungo inchino.

Nel frattempo Itachi e Kisame si sono fermati a mangiare delle crepes in un chiosco dismesso, il cui cuoco sembra essere piuttosto socievole.

Mi avvicino a loro osservando la spada oscillare al ritmo dei miei passi. Sono davvero soddisfatta del mio acquisto.

«Itachi!» lo richiamo alzando un braccio nella sua direzione.

Lui si sporge leggermente verso Kisame e poi scaglia un'occhiata di conferma in direzione del cuoco.

«Un'altra porzione di crepes con la panna.» mormora facendomi cenno di avvicinarmi.

Accorro a passo spedito e poi mi siedo tra di loro con un sorriso stampato da parte a parte sul volto.

«Hai trovato qualcosa di interessante, vedo.» afferma Itachi osservando la mia nuova spada.

Annuisco entusiasta e poso i gomiti sul tavolo, lanciando un'occhiata alla piastra su cui il cuoco ha appena steso la pastella.

«Quanto ti è costata?» chiede Kisame.

«Assolutamente niente. È un regalo.» replico con una linguaccia.

«Tch. Cha ragazzina infantile. E pensare che solo qualche giorno fa hai salvato la mia vita...»

«Sii paziente, Kisame.» lo richiama Itachi. «Lasciala fare. Dopotutto, oggi è il suo compleanno.»

Spalanco gli occhi. «Il mio compleanno?» chiedo esterrefatta. «Tu... Ricordi ancora il giorno del mio compleanno?»

«Perché non dovrei?» risponde con un movimento delle spalle.

«Perché persino io...» – ...me lo sono dimenticato.

Scuoto la testa e provo a sorridere di nuovo, ma questa volta mi riesce impossibile.

«Grazie, Itachi.» rispondo solamente.

Kisame ci fissa in silenzio e proprio quando la situazione sembra essere sul punto di precipitare il cuoco posa tra di noi il piatto che Itachi ha ordinato poco fa.

«Prego. È il tuo compleanno, no? Mangia tutto quello che vuoi.» mi esorta Itachi.

«Sicuro di non volerne nemmeno un po'?»

Lui scuote la testa.

«E tu, Kisame?»

«Suppongo che un piccolo morso non mi farebbe male...» commenta avvicinandosi in modo furtivo al piatto.

Gli rivolgo un sorriso malizioso. Chi l'avrebbe mai detto che lo spadaccino senza scrupoli del villaggio della Nebbia fosse un tale golosone.

Spazio autrice

Oggi ho pubblicato la flashfic su Gaara di cui vi stavo parlando. Se volete passate a darci un'occhiata, si chiama "Vermiglio".

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Momenti ‣ Itachi UchihaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora