Capitolo 21

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Dopo ore di svariati trattamenti la ferita si è finalmente cicatrizzata e Kisame sembra essere tornato pienamente cosciente. Anche il suo respiro si è regolarizzato.

«Dove mi hai portato, Itachi?» chiede digrignando i denti aguzzi come quelli di uno squalo.

L'altro si limita a chiudere gli occhi e si pettina un ciuffo lungo sfuggito dalla coda dietro all'orecchio. Non posso fare a meno di pensare a quanto sia bello.

«Siamo a casa mia.» risponde con un tono pacato. «Lei è la mia compagna.»

«La tua compagna?» domanda stupito Kisame.

«È venuta via con me dal villaggio della Foglia.» spiega alzandosi in piedi. «È un ninja medico molto potente. Forse il migliore che esista.»

«Tu, invece, devi essere uno dei membri dell'Organizzazione Alba.» osservo scagliando una rapida occhiata alla casacca che ho lavato e appeso fuori dalla finestra.

«Kisame è uno degli spadaccini della Nebbia. È in coppia con me all'interno dell'Organizzazione.» dice Itachi. «Vado a mangiare qualcosa. Vieni con me?»

«Arrivo.»

Mi alzo in piedi a mia volta e lo seguo in cucina. Richiudo la porta della stanza dietro di me.

«Perché l'hai portato qui?» chiedo con un filo di irritazione.

Itachi continua a servirsi il riso dalla ciotola in cui l'avevo lasciato a riposare come se nulla fosse e poi va a sedersi a tavola.

«Non mi sembra di vedere le mie bacchette.» commenta invece guardandosi intorno.

Sospiro e vado a prenderne un paio di nuove dalla credenza.

«Rispondi alla mia domanda.» gli dico prima di porgergliele.

«L'ho portato qui perché non conoscevo nessun altro in grado di curarlo. E sapevo che tu l'avresti fatto senza troppe domande.»

«Itachi.» lo rimprovero con voce seria. «Se il tuo amico dirà una sola parola su questo posto, l'Organizzazione mi starà alle calcagna. I tuoi sforzi di tenermi distante da quel mondo saranno vanificati per sempre. Lo capisci, vero? Mai esporsi ai nemici. Era questo il nostro accordo, mi pare.»

Itachi sospira e senza che me ne accorga mi afferra per il polso e mi stringe tra le sue braccia.

«Sta' tranquilla, Yumi. Kisame non dirà nulla di questo posto.»

«Come puoi esserne così sicuro? Gli altri noteranno di sicuro il vostro ritardo. Che scusa vuoi inventare, questa volta?»

«Dirò che ci sono stati dei contrattempi.» si limita a replicare con un movimento delle spalle.

«Sii prudente...»

«Fidati di me, d'accordo? Come hai sempre fatto.» aggiunge accarezzandomi la schiena con le sue mani delicate.

«Mi dispiace di non averti avvertita prima della situazione. Avrei potuto mandarti uno dei miei falchi messaggeri. Sono stato avventato.»

Una volta che ho preso coscienza della situazione ricambio l'abbraccio circondandolo a mia volta e stringendolo a me. Poso la testa sulla sua spalla e mi lascio cullare dal suo respiro sottile.

«Itachi...» sussurro con un filo di voce. «Promettimi che non ti metterai nei guai.»

«Lo farò, sciocca. Non devi nemmeno pensarlo.»

I giorni in cui Kisame rimane da noi trascorrono lenti e monotoni. Anche se la ferita si è rimarginata quasi del tutto lo obbligo a rimanere a letto e a riposare per evitare eventuali complicazioni. Itachi mi ha imposto un nuovo piano di allenamento per aiutarmi nel controllo dello sharingan. Ci riuniamo tutte le mattine nella radura dietro alla nostra casa e mi insegna le tecniche magiche di base della sua famiglia.

Momenti ‣ Itachi UchihaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora