Capitolo 50

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La sera del giorno seguente mi fermo di fronte allo specchio ad osservare il mio riflesso. L'immagine che mi si prospetta davanti non ha nulla a che vedere con la ragazza timida e innocente di qualche mese fa.

Prendo la spazzola e inizio a pettinare i miei lunghi capelli scuri, poi infilo il primo dei due orecchini che mi ha procurato Itachi una delle ultime volte che è stato al villaggio. Imito un sorriso e poi mi volto di colpo, allarmata dal rumore di nocche sulla porta.

«Deidara!» esclamo lasciando cadere a terra il secondo gioiello per la sorpresa.

«Oh, scusami, non volevo spaventarti. Kisame è tornato, quindi credo che Itachi ti stia aspettando.»

«Deidara.» ripeto con calma. «Perché lo fai?»

«Cosa?» chiede sollevando un sopracciglio.

Mi metto a ridere sottovoce mentre mi abbasso per recuperare l'orecchino perduto.

«Perché ultimamente sei così gentile con me?»

«Beh...» balbetta arrossendo. «Te l'ho detto, sei una buona compagna.»

«Quindi lo fai perché non vuoi un altro compagno al mio posto?»

Lui mi fa la linguaccia. «Neeeh! Ti sopravvaluti.»

«Anche tu sei un buon compagno. Sul serio.» lo interrompo con un tono deciso.

Ravvivo i capelli e poi lo raggiungo alla porta. Gli do un buffetto con l'indice e il medio sulla fronte e gli sorrido mentre la sua pelle diventa rosata in corrispondenza del punto in cui l'ho colpito.

«Ow, che fai?»

«Consideralo un gesto di affetto.» spiego salutandolo e correndo fuori alla massima velocità.

In salotto trovo Kisame intento a ripulire la sua spada dal sangue di qualche malcapitato con un fazzoletto bianco. Non appena nota il mio aspetto leggermente più curato del solito si ferma e si mette a ridere con malizia.

«Itachi non saprà resistere per più di quaranta secondi.» mormora compiaciuto. «Ti aspetta con impazienza.»

Arrossisco e gli rivolgo il dito medio mentre esco. Perché non vuole lasciarmi in pace? Ma soprattutto, perché Itachi lo ha voluto coinvolgere nelle nostre faccende private?

Quando arrivo alle sorgenti il sole è già tramontato da un pezzo. Dai ruscelli si alza un leggero fumo bianco e nell'aria echeggia il frinire dei grilli. Mi avvicino di soppiatto alla sagoma scura che si nasconde dietro a un albero di gelso e poso le mie mani sulle sue spalle.

Itachi si gira con una piroetta e mi sorride. I suoi occhi si soffermano sugli orecchini e sul suo volto compare un sorrisetto beffardo. Li ha riconosciuti subito, proprio come pensavo.

«Ciao.» mi saluta.

«Ciao.» rispondo, non sapendo cos'altro dire.

«Ho sentito dire che ti stai allenando molto con la katana.»

Sposto lo sguardo a lato e annuisco. A che gioco sta giocando?

«Chi te l'ha detto?»

«Hidan.»

Spalanco gli occhi. «Il... Compagno di Kakuzu?»

«Non sapevo che li avessi già incontrati.»

Scuoto il capo.

«Infatti non li ho ancora conosciuti di persona. È stato Deidara a parlarmene.» rispondo con un sorriso appena accennato.

«Mmh.» mormora. «Capisco. Sono felice che iniziate ad andare d'accordo.»

Senza aggiungere altro mi prende la mano e inizia a camminare accanto al torrente, risalendo il crinale della collina. Io rimango in silenzio e lo seguo a passo rapido. Anche se non conosco le sue intenzioni so che mi posso fidare ciecamente di lui.

«Poco distante da qui c'è un piccolo lago di acqua termale. Ci fermeremo lì, va bene?» mi dice a un certo punto.

«Sai che a me va bene qualsiasi posto.» rispondo.

Itachi mi propone la solita espressione stoica e procede fino a uno spiazzo pianeggiante su cui si estende un laghetto da cui risale una fitta nebbia.

«Ci siamo.» afferma rallentando il passo fino ad arrestarsi.

Lo guardo con le labbra leggermente disgiunte mentre rimuove il suo mantello con lentezza estenuante. I miei occhi sono fissi sulla sagoma possente delle sue spalle toniche. Itachi sembra capire il mio stupore e inizia a sfilarsi la maglietta nera con un movimento fluido e deciso. La sua testa si volta di poco verso di me e le sue iridi nere mi scrutano con malizia.

«Yumi.» mi richiama passandosi la lingua tra le labbra. «Svestiti.»

Scuoto il capo per cacciare le immagini che mi si sono appena prospettate davanti e stringo la levetta della lampo che tiene al suo posto la mia casacca scura. Me ne libero completamente e poi procedo a togliermi maglietta e pantaloni, rimanendo in intimo.

Quando sposto di nuovo la mia attenzione su Itachi sento le guance sul punto di esplodere. Per poco non barcollo sul posto. Il suo fantastico sedere sodo è praticamente a un passo da me.

Allungo una mano e accarezzo la meravigliosa sagoma rotondeggiante del suo gluteo destro con la punta delle dita.

Lui si mette a ridere divertito e mi rivolge un altro dei suoi sguardi irresistibili.

«Avanti.» mi incita iniziando a dirigersi verso la sponda rocciosa del lago.

«A-Arrivo.» balbetto portando le braccia dietro alla schiena e cercando disperatamente il gancetto del reggiseno.

Itachi è sul punto di immergere i piedi in acqua quando nota i miei tentativi a vuoto. Sospira e senza che me ne accorga sento le sue mani sovrapporsi alle mie e aiutarmi nel mio intento.

Giro la testa all'indietro e avvampo ancora più di prima. Le sue iridi si sono tinte di rosso.

«Ci stai mettendo troppo. Lascia che ti aiuti.» mormora sfilandomi le spalline.

Stringo le labbra e serro le palpebre per nascondere l'imbarazzo quando sento le sue dita accarezzarmi i fianchi e scendere lungo le mie gambe portando con sé i miei slip.

«Così va meglio.» afferma con una punta di malizia.

Mi prende la mano e mi conduce dietro di sé fino a raggiungere il posto in cui era prima. Ci abbassiamo per toglierci i sandali e poi proseguiamo attentamente fino al punto in cui rimangono fuori solo le nostre teste.

Devo ammettere che la temperatura dell'acqua è davvero perfetta.

Spazio autrice

Heyo, ecco a voi il nuovo capitolo :3

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