«Ho dovuto insistere un bel po' per ottenere un volo da New York a Seoul. » Dice mia madre improvvisamente sbucando nel salotto.
«Non è facile procurarsi una roba del genere all'ultimo minuto, ho dovuto chiamare la linea aerea della Jart e fingere che fosse un'emergenza. » Dice mia madre sospirando e appoggiando le due borse a terra.
«Jane, sei sempre fantastica. » Sussurra sorridendo il mio migliore amico.
Quasi non ci credo, abbracciare Peter dopo tutto questo tempo sembra essere un sogno.
«Per me niente abbracci?» Domanda mia mamma ridendo per poi avvicinarsi e circondarci con le sue braccia.
«È per questo che sei tornata in macchina? Volevi farmi una sorpresa?» Chiedo felice staccandomi leggermente da Peter.
«Beh, no. Avevo dimenticato davvero le mie due borse.» Risponde ridendo.
Non mi sentivo così da tempo. Non mi sarei mai aspettata un gesto simile da mia madre. Di solito lei pensa soltanto al lavoro, e ieri sera quando ha fatto quella chiamata mi sono davvero incazzata perché pensavo stesse parlando con qualcuno dell'azienda, ed invece era una chiamata per farmi riavere Peter, anche solo per pochi giorni.
«Che vestito è questo Park? Abbiamo fatto conquiste?» Chiede il ricciolino accanto a me con un sorriso da pervertito stampato sulla faccia.
«Era per una cena di affari.» Ridacchia mia madre precedendomi mentre si dirige verso la cucina.
«Allora? Come va?» Domanda Peter non appena siamo soli.
Mi prende dalla mano facendomi sedere sul divano accanto a lui.
«Non mi lamento. Invece a te come va? Stai ancora con quella ragazza? Come si chiamava? Lara, giusto?» Chiedo entusiasta, mi era mancato tanto parlare con lui.
«Esatto. Abbiamo avuta una lieve discussione giorni fa, ma per il resto tutto a posto.» Risponde guardandomi negli occhi, e quasi non posso fare a meno di sorridere.
«Con quel ragazzo? Quello che ti dava fastidio? Come sta andando?» Chiede provocandomi inconsapevolmente dei vuoti allo stomaco.
«Bene, cioè male, nel senso... Boh non lo so sinceramente. » Rispondo un bel po' impacciata al solo ricordo di ieri sera.
Peter alza un sopracciglio, facendo un comparire un sorriso malizioso sul suo volto.
«Vado a mettermi qualcosa di comodo.» Dico super imbarazzata alzandomi dal divano per poi dirigermi verso la mia camera.
Metto una tuta nera con un top bianco. Fuori fa un po' freddino, ma qui dentro si muore dal caldo.
Appena scendo le scale, noto che Peter non è più sul divano. Faccio per andare in cucina, convinta di trovarlo, ma vengo interrotta dal suono del citofono.
«Park, vai ad aprire! Io e tua mamma stiamo apparecchiando!» Urla Peter dall'altra stanza. Mi era mancato averlo nella mia quotidianità.
Vado ad aprire la porta, e quel che mi ritrovo mi lascia a dir poco senza parole. Kim Taehyung con dei jeans neri e una felpa col cappuccio del medesimo colore.
«Dobbiamo parlare.» Dice serio abbassandosi il cappuccio dalla testa.
«Possiamo fare un'altra volta? Non è proprio il momento giusto.» Guardarlo negli occhi e ripensare a ieri sera è una tortura bella e buona.
«È sempre il momento giusto se si tratta di me.» Dice facendo spallucce con le mani dentro le tasche della felpa.
«Taeh-...» Dico non facendo nemmeno in tempo di finire la parola.
«Park, chi è alla porta?» Urla Peter dalla cucina affinché io lo possa sentire.
«Nessuno!» Grido sperando che non gli venga la brillante idea di venire a controllare. Anche se dubito.
«Chi è?» Domanda Taehyung catturando il mio sguardo con gli occhi.
«È Peter, il mio migli-....»
«Okay ho capito. Ora possiamo parlare? È importante. » Dice il moro davanti a me avvicinandosi di un passo.
«Se riguarda ieri sera, lascia perdere. È stato un errore. » Dico mordendomi leggermente il labbro inferiore.
«È proprio questo il punto.» Dice facendo un passo avanti per cercare di entrare dentro.
«Non provarci.» Sussurro mettendogli le mani sul petto per impedirgli di entrare.
Subito si avvicina circondandomi il corpo con le braccia per non farmi muovere.
«Altrimenti?» Chiede con la sua voce roca e profonda.
«Altrimenti un cazzo.» Dico liberandomi dalla sua presa per poi allontanarlo un po'.
«Va bene, vorrà dire che passerò questo pomeriggio. Ho detto che dobbiamo parlare, e parleremo.» Si rimette il cappuccio sulla testa andandosene, lasciandomi sul ciglio della porta.
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WASTE IT ON ME
FanfictionLeah Park 17 anni. Kim Taehyung 19 anni. Leah è costretta a tornare a vivere con la madre a Seoul, lasciando l'America e tutti i ricordi legati. Nella nuova scuola bilingue, incontrerà lui: Kim Taehyung, uno dei ragazzi più desiderati di tutta Seo...