CAPITOLO 51.

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«Puoi anche lasciarmi ora.» Dice una volta entrata in soggiorno.

Cerco di ascoltarla, ma la mia mente non fa altro che pensare alla scena di prima.

Lei su un cazzo di tavolo, intenta ad improvvisarsi una spogliarellista.

«Ora dimmi cosa minchia hai bevuto per mettere in scena quel teatro del cazzo!» Urlo cominciando a togliermi la giaccia.

Forse, o per via della rabbia, o per via dei riscaldamenti, sto cominciando ad avere un caldo assurdo.

«Niente.» Dice guardandomi seria.

«Niente? Cosa vorrebbe dire "niente?» Domando incazzato.

«Che non ho bevuto niente. Ci sei cascato come un coglione. Ho chiesto a Tripp di dirti che avevo bevuto qualche drink di troppo, e ci hai creduto.» Dice sbuffando.

«Ma perché cazzo lo hai fatto Leah?» Urlo avvicinandomi più a lei,  e soprattutto più incazzato di prima.

«Volevo vedere se ti interessava, almeno un po', sapere come stavo.»

«Ed era necessario fare quella scena di merda? Dove eri quasi sul punto di spogliarti?» Urlo ancora, e lei annuisce con indifferenza.

Sospiro chiudendo gli occhi, irrigidendo la mascella per cercare di calmarmi.

«Leah vai sopra. Sparisci da questo cazzo di soggiorno, o non so come potrà finire questa serata.» Intimorisco, sedendomi sul divano, per poi togliermi la cravatta.

«Non fai paura a nessuno.» Dice sbuffando.

Alzo la testa, pietrificandola con lo sguardo e rimanendo anche un po' spaventata.

Mi mordo le labbra per la rabbia, quando ad un tratto decido di alzarmi dal divano per avvicinarmi pericolosamente a lei.

Leah impaurita, indietreggia.

«Hai idea di quanti ragazzi ti abbiano guardata?» Urlo sbattendola di forza al muro.

Deglutisce terrorizzata, mentre mi mette le mani sul petto per allontanarmi.

Le sposto i capelli, e mi avvicino al suo orecchio.

Le metto le mani sui fianchi, avvicinandola più a me.

«Spogliati.» Le ordino sussurrando all'orecchio con la mia voce profonda.

I suoi occhi brillano, come se avesse aspettato questo momento chissà da quanto.

Si morde in labbro, per poi cercare di mettermi le mani al collo per baciarmi.

«No.» Dico mettendole un dito sopra la bocca. «Ho detto spogliati.»  Ripeto.

Sento il suo cuore battere più velocemente. Così la prendo dai polsi portandola davanti al divano.

Io mi siedo leccandomi le labbra, mentre lei rimane in piedi a fare esattamente quello che le dico.

Butta il vestito a terra, rimanendo solo in perizoma.

Lo sapevo che non indossava alcun reggiseno.

WASTE IT ON MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora