CAPITOLO 32.

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Alla fine sono riuscita a convincere mia madre e Peter che alla porta non c'era nessuno, anche se onestamente penso che non se la siano bevuta molto.

Abbiamo pranzato insieme.

Mia madre è andata alla Jart per alcuni documenti, mentre Peter ha deciso di schiacciare un pisolino in una delle camere per gli ospiti. E stanco marcio, e come biasimarlo d'altronde.

Ora io sto uscendo di casa, Taehyung mi sta aspettando fuori dalla porta da un bel quarto d'ora. Ha insistito col fatto di voler parlare con me.

In realtà lui non è il solo a volere parlare. Ci tengo anche io a discutere di alcune cose.
Voglio mettere in chiaro il nostro rapporto , e magari darci anche un taglio. Non ne posso veramente più di questo nostro "odio e amore." Mi sta facendo impazzire.

Spengo la tv, prendo la giacca e mi dirigo fuori casa.

«Era l'ora, ragazzina.» Esclama il moro alzando gli occhi al cielo.

«Dovevo assicurarmi che Peter stesse dormendo.» Rispondo sbuffando. Taehyung odia aspettare.

«Ancora con questo Peter. Sei sicura che ci sia soltanto un'amicizia tra voi due? » Chiede alzando un sopracciglio.

«Sicurissima, e poi a te cosa importa?» Domando incrociando le braccia sotto il seno.

«Niente, non mi importa niente. » Dice un po' sbuffando passandosi una mano tra i capelli mori.

«Avanti dimmi. Di cosa volevi parlare?» Dico guardandolo negli occhi.

«Hai fretta di sapere?». Domanda ridacchiando lievemente.

«Sputa il rospo. » Dico alzando lo sguardo.

«Non qui.» Dice avvolgendomi un braccio intorno al collo affinché io possa seguirlo.

Taehyung's pov.

L'ho portata nel mio posto preferito, un giardino immenso e isolato nei pressi del Tancheon.

«Ci vengo sempre qui. È il mio rifugio di eccellenza.» Dico un po' ridendo. A dire la verità era da molto che non venivo qua.

«Ma non c'è nessuno.» Esclama guardandosi attorno.

«Appunto, è proprio per questo. Qua si può stare letteralmente in pace.» Dico sorridendo per poi guardarla negli occhi.

Deglutisco a fatica, distogliendo subito lo sguardo. È bella da impazzire.

«Ora puoi dirmi di cosa volevi parlare? » Chiede impaziente sedendosi sul prato cominciando a staccare l'erbetta con le mani, in preda al nervoso. Sembrerebbe agitata.

«Volevo solamente mettere le cose in chiaro. Sai, riguardo ieri sera.» Dico prendendo una sigaretta per poi appoggiarla sulle labbra.

Abbassa lo sguardo imbarazzata. Sorrido alla scena.

Appoggio la schiena all'albero accanto, prendo dalla tasca un accendino e accendo la sigaretta.

«Tanto per cominciare, non avrei dovuto bere così tanto. » Dico aspirando un po' di fumo. «E seconda cosa, dimentica tutto quello che ho detto. Ero ubriaco, non sapevo quello che dicevo. » Aggiungo mettendomi l'altra mano dietro il collo.

«Certo...» Ride nervosamente. «Come se dimenticare una cosa accaduta la sera prima fosse semplice.» Dice guardandomi male.

«Sono stata solo una sciocca a farmi trascinare. E sono stata anche una cogliona a credere per un momento, che le cose che dicevi fossero vere.» Dice alzandosi dal prato per stare in piedi.

WASTE IT ON MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora