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In macchina non rivolsi la parola a Bill e questo si accentuò anche con la presenza di Sara. Andammo a scuola e tutto filò liscio come sempre, solo che io non riuscii ad essere concentrata alle lezioni. Mentre il professore di Storia continuava a spiegare, io ero incantata, persa nei miei pensieri. 

Improvvisamente, mi venne una grande voglia di piangere e non riuscii più a trattenermi: «Professore, posso andare in bagno?», il professore mi guardò con un ghigno ma mi lasciò andare. 

Uscii di corsa dalla classe e mi precipitai in bagno, chiudendomi a chiave. Mi accovacciai di colpo cominciando a piangere incessante e sentivo un forte dolore allo stomaco: «Oddio perché ti prego non voglio più soffrire». Cercavo di sfogare tutta la tristezza che avevo dentro. Ma dovetti ritornare lucida, perché cominciarono a bussare alla porta e dunque mi asciugai il viso con acqua fredda, provando un forte brivido su tutto il corpo. Mi guardai ancora allo specchio e un'altra lacrima scese sulla mia guancia. 

Quando finalmente era l'ora di tornare a casa, andai verso la macchina di Bill assieme a Brittany. Lei non potè fare molto, solo consolarmi in silenzio. Vidi da lontano Bill e Sara mano per mano e la sua presenza bastò per farmi innervosire ancora di più. «Ciao ragazze!». Stranamente ci salutò. Non risposi al saluto, probabilmente perché volevo vendicarmi per i suoi continui modi sgarbati. 

Salimmo in macchina e rimasi ferma a guardare il finestrino. Da una parte volevo finalmente confessare tutto a Bill, ma dall'altra avevo paura della sua reazione. Bill mi guardò dallo specchietto retrovisore, con i suoi occhi azzurri e intensi e io ricambiai il suo sguardo. 

Ad un certo punto sterza il volante per tornare indietro: «Bill che cosa fai?». «Scusa Sara ma oggi non puoi rimanere da me». «Perché no?». «Perché... te lo spiegherò dopo». «No ora tu me lo dici. Non puoi piantarmi in asso così». «Ti prego sii ragionevole, ti prego!». Bill alzò la voce. Era la prima volta che si rivolse in quel modo a Sara.

La vidi impallidirsi, con la bocca socchiusa e le lacrime agli occhi. Bill non cennò una parola. Sara uscì dalla macchina e rientrò in casa con lo sguardo basso e le lacrime scendere sulle guance. «Ma che sta succedendo?» domandò Brittany preoccupata. «Scusa... ora ti riaccompagno a casa». Rimasi senza parole e cominciai ad avere paura. 

Quando arrivammo anche a casa di Brittany lei mi guardò insospettita e venne da me ad abbracciarmi, sussurrandomi: «Mi raccomando, fammi sapere cosa succede». Salutò anche Bill e se ne andò. 

Bill riprese a guidare e tornammo a casa: «Cosa succede? Che stai facendo?». Non mi rispose e io non continuai la conversazione. Arrivati a casa, provai una strana sensazione mai avuta prima. Mi si gelò il sangue. Bill posò il suo zaino a terra e il giacchetto nell'attaccapanni. Ancora una volta si girò verso di me con tono deciso: «Se non mi dici cos'hai io non ti rivolgo più la parola!». «Devi smetterla di assillarmi, hai capito? Smettila!!!». «Io ti assillerò finché non mi dirai cosa ti è successo. Ho persino risposto male alla mia ragazza per te». «Oddio non voglio crederci, mi stai dando anche la colpa perché hai trattato male Sara». «Si. In famiglia i problemi si risolvono, io voglio capire che cos'hai». «E allora capiscilo da solo. Mi state tormentando tutti, tu e la tua famiglia!!!». 

«La... "mia" famiglia?» mi rispose Bill come se avesse visto un fantasma.

«Che sta succedendo?» intervenne Maria placando la situazione e per me fu un buon momento per allontanarmi. Andai dritta verso la mia stanza, chiudendomi a chiave, con la speranza di essere finalmente lasciata in pace da Bill.






HAPPENED 1 - (Così lontani, così vicini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora