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Il giorno seguente ci svegliammo nelle nostre rispettive camere. Mi sembrava un giorno come tanti: mamma e papà erano tornati, io dormivo nel mio letto. Mi sembrava assurdo pensare al giorno prima, quando mi svegliai assieme a Bill, e invece era davvero accaduto. La sola differenza era quella, finalmente, era che io e Bill stavamo davvero insieme.

Pensavo che con il ritorno dei nostri genitori le cose potessero andare peggio, ma non fu così. Fui sollevata in un certo senso, sollevata che la parte peggiore a parer mio fosse passato, ma mi sbagliai: avrei dovuto affrontare la sfida ogni singolo giorno, con chiunque. Era il segreto più grande del mondo e dovevamo stare attenti ad ogni piccolo gesto o parola. Non sarebbe stato facile, ma se avessimo agito con disinvoltura e i più spontanei possibile, allora tutto sarebbe andato liscio.

Mi alzai dal letto ma rimasi seduta a riflettere su quanto accaduto ieri. Mi rattristì quasi all'istante, non era una buona atmosfera quella. Conoscendo Bill e papà, entrambi orgogliosi, sapevo che non si sarebbero parlati per tanto tempo, seppur papà si fosse scusato subito con Bill. Mamma non ha preso i giusti provvedimenti con nessuno. Ero arrabbiata più con lei che con papà. E' sempre stata debole sotto questo punto di vista, seppur facesse un lavoro a contatto con le persone ogni giorno. Non è mai riuscita a placare le situazioni difficili, soprattutto in famiglia. Quel giorno mi deluse profondamente.

Pensai anche al dopo, al fatto che io e Bill prima o poi avremmo avuto dei rapporti intimi. Avevo tanta paura, soprattutto perché non gli avevo detto ancora di essere vergine. Temevo per la sua reazione ma allo stesso tempo lo amavo sempre di più. Quanto mi stava rispettando. Aveva ragione: molti ragazzi se ne approfittano o vogliono subito consumare dopo qualche giorno. Bill avrebbe aspettato anche anni se fosse stato necessario. Certo, la nostra era una situazione molto diversa e non un rapporto normale e comune. Il solo pensiero che il nostro rapporto venisse allo scoperto mi faceva stare male.

Certe volte pensavo che il suo ritardare nel fare l'amore, fosse dovuto al fatto che sentisse ancora il rapporto fraterno. Se fosse stato così le cose si complicherebbero, anche se quando mi guarda e quando ci baciamo, mi guarda proprio come una persona che mi ama. Avrei voluto scoprirlo, ma non avevo più timore di nulla: le cose ormai venivano da sé e il destino aveva già scritto ogni cosa.

Era comunque difficile pensare a quel momento, perché sarebbe accaduto spontaneamente, perciò pensarci così volutamente era una gran perdita di tempo.

Mi preparai per la scuola, come ogni mattina, e scesi le scale per fare colazione. Sentì solo il silenzio in casa. Era la conferma che le cose non erano cambiate. Vidi mamma, papà e Maria in cucina. Papà beveva il caffè di fretta e la mamma sul tavolo a bere il suo thè e a leggere il giornale. Vedere Maria mi fece stare meglio: lei mi ha sempre trasmesso la positività in tutto, con il suo sorriso mi rallegrava la giornata.

Arrivò anche Bill, pronto ad uscire, con lo zaino pronto e la tracolla sulle spalle.

"Sei pronta Evelyn?""Sì sono pronta"."Buongiorno amore" disse la mamma."Buongiorno..." rispose Bill con tono basso.

Papà non disse nulla.

"Beh buona giornata ragazzi!". Disse Maria con tanto amore."Anche a te Maria". Risposi calorosamente.

Andai dalla mamma e le detti un bacio: "Ciao mamma".

"Ciao amore buona giornata, ma non fai colazione?" mi domandò sorridendo."La farà fuori assieme a me" rispose Bill.

Andai anche da papà, perché vidi che mi stava guardando con lo sguardo di un bambino frignante. Si vedeva chiaramente che voleva che andassi a salutarlo, ma io non ero tanto disposta a farlo visto che non rivolse la parola a Bill. Per evitare ulteriori discussioni andai da lui e gli diedi un bacio sulla guancia. Lui rimane fermo con il giornale aperto e ricambiò il bacio.

HAPPENED 1 - (Così lontani, così vicini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora