Mi si gelò il sangue... in quel momento tutto si fermò, mi sentivo come se un vortice mi avesse risucchiato e non potevo muovermi né respirare. Il mio corpo sembrava galleggiasse nell'universo, la forza di gravità per un momento sparì.
Rimasi ferma senza emettere suono. Brittany continuava a scuotermi: «Evelyn, Evelyn ti prego dì qualcosa!». Guardai Brittany per poi salutare l'infermiera: «Grazie per avermi aiutata». Uscii dall'ospedale con le lacrime agli occhi.
Cominciai a piangere pesantemente. Brittany mi raggiunse all'istante ma non disse niente, mi abbracciò e basta. Un abbraccio che sembrava durasse ore, un abbraccio ininterrotto e intenso. Per fortuna lei era lì e mi abbracciava. Era la situazione più strana che potesse vivere, per me invece surreale. Non mi sentivo più parte della famiglia.
Mi sentivo profondamente tradita e nutrivo odio per i miei "genitori", delusa, illusa, non amata davvero. Perché non me lo hanno mai detto? Chi erano i miei veri genitori? Perché non mi hanno voluto? Altre domande si erano sovrapposte ma ero sicura di avere tutte le risposte che volevo adesso perché sapevo al cento per cento ormai che ero stata adottata. Non ero più Evelyn Hooper, non mi sentivo più parte di quella famiglia.
Sono stati bravi a mentirmi. Non sapevo se anche Bill sapesse tutto, fatto sta che non ero sicura e con lui me la sarei vista faccia a faccia. Cosa dovevo fare in quel momento? Non sapevo cosa fare, continuai a piangere, i miei occhi iniziarono a bruciarmi per via delle tante lacrime gettate.
Li strizzai talmente forte che iniziarono anche a farmi male. Brittany non smise di abbracciarmi. Continuava a sussurrami: «Su su Evelyn stai calma, andrà tutto bene». Continuavo a piangere incessantemente: «No non andrà bene per niente! Tu non capisci, la mia esistenza è finita. Perché hanno dovuto mentirmi, perché???».
«Io non lo so questo ma sicuramente ci sarà un motivo. Forse te l'avrebbero detto in futuro». «Non dovevano mentirmi, non dovevano lo capisci? Io non sono la loro vera figlia... e Bill? Forse anche Bill è stato adottato! Adesso non so più a cosa pensare!».
Dovetti farmi forza, essere lucida. Tutto era sfocato e per nulla chiaro, mi sembrava di vivere in un'altra vita, come se stessi provando nuove emozioni ma che non fossi io la protagonista.
«Adesso torniamo a casa che ne dici Evelyn?».
Singhiozzai: «Non lo so... non so se me la sento Brittany». «Vuoi fare una passeggiata? Dimmi cosa vuoi fare e lo facciamo». «Non lo so Brittany io non so cosa posso fare ora». «Sei sempre tu, sempre e non è cambiato niente».
«E' così strano... sembra che tutto a quello in cui credevo sia... svanito». «Non è finito niente... tu sei qui e stai bene. Ok ti avranno delusa non lo metto in dubbio, ma ci sarà un motivo, sicuramente. Ti prego non abbatterti così». «Oh Brittany, grazie di essermi vicina!». «Non dirlo nemmeno». Si commosse anche lei e mi abbracciò ancora una volta.
«Allora vuoi tornare a casa o andiamo a mangiare qualcosa, almeno ti rilassi». «No, possiamo andare a casa, va bene così. Non sono nemmeno stata gentile con l'infermiera». «Sei sotto shock è normale».
Andammo dunque verso la fermata dell'autobus e l'unica cosa che riuscivo a fare era piangere.
Quando arrivammo davanti casa mi mancò l'aria. Non mi sembrava più casa mia. Entrai in casa e posai la borsa per terra. Presi la prima foto che notai in soggiorno, mi sedetti sul divano, la fissai attentamente e scoppiai in lacrime. «No Eve no ti prego non piangere».
Era una semplice foto che ritraeva tutta la mia famiglia, avrò avuto otto anni circa. Ma non era più la stessa foto di sempre, era diventata una fotografia sconosciuta per me. Conoscevo i miei genitori, sapevo chi fossero ma quella non era più la mia famiglia per me.
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HAPPENED 1 - (Così lontani, così vicini)
Romance[STORIA COMPLETATA] TRILOGIA della saga PRIMO CAPITOLO DELLA STORIA: HAPPENED così lontani, così vicini Evelyn è una semplice e spensierata ragazza di diciassette anni che vive una vita piena e felice: i suoi amici, il suo liceo, la sua famiglia. E'...