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Uscirono dallo spogliatoio e io rimasi sotto shock. Volevo urlare e andare da Bill raccontandogli tutto ma non ebbi coraggio. La timidezza e il mio carattere debole contribuirono a lasciar perdere quell'orribile momento. Mi chiamò "bastarda" e mi fece sentire la persona più inutile e insignificante di questo mondo.

Mi coprii il viso e sentivo gli occhi che erano pronti a piangere. Qualche lacrima mi sbucò fuori ma mi asciugai prima ancora che cadessero sulle mie guance. Se venivo trattata in quel modo non avrei immaginato se avesse saputo la verità. Non solo lei ma tutti. Tutti erano nemici la fuori e la cattiveria che avevano dentro l'avrebbero sfoderata in qualsiasi modo.

Ci avrebbero etichettati come due malati di menti e avrebbero sicuramente usato la parola "incesto". Iniziai a tremare. Mi raggomitolai le ginocchia stringendomi a me fingendo di avere qualcuno che mi consolasse. Anche se avrei raccontato tutto a Bill lui mi avrebbe creduto? Sarebbe stato troppo strano. Forse non conosceva nemmeno bene lui Sara come pensava. E poi non avrei voluto gettare ancora sale nella ferita, avremmo dovuto preoccuparci di altre situazioni ben più peggiori e serie e confrontarci con due persone che sicuramente non avrebbero mai accettato il nostro rapporto: mamma e papà.

Andai a giocare fingendo che non fosse successo niente ma dentro di me sapevo che avrei dovuto tenere gli occhi aperti e stare molto attenta. Non sapevo cosa fare e la mia mente mi diceva di pensare ad altro ma non ci riuscii.

- "Evelyn la palla!" Mi urlò una ragazza dalla parte opposta della rete.

Presi la palla e continuai a giocare cercando di concentrarmi e non pensandoci per il momento. Finita la giornata a scuola i miei pensieri tornarono a ciò che mi aveva detto Sara. Sapevo in cuor mio che non era così, che lo fece solo per farmi stare male.

Ma sentire quelle parole mi provocò una tristezza tremenda. Decisi dunque di non dire nulla a Bill anche perché quando finalmente lo rividi al parcheggio fuori ad aspettarmi, tutta quella tristezza scomparì di colpo. Salutammo Brittany e finalmente io e Bill eravamo soli. Lui non appena ci allontanammo dalla casa di Brittany mi dette un rapido bacio.

- "Mi sei mancata".

Non feci finta di nascondere la felicità che provavo. Presi la sua mano destra dal volante e gliela strinsi per tutto il tempo. Lui con il pollice mi accarezzava la mano. Come poteva un momento così semplice trasformarsi in qualcosa di magico?

Quella era l'occasione per dire tutto a Bill di Sara... ma non ci riuscii. Mi bloccai per il timore di come sarebbero andate le cose. Lasciai che il tempo avrebbe deciso ogni cosa e smisi dunque di pensare a Sara.

Entrammo in casa e Maria era già andata via.

- "Finalmente a casa. Hai fame?"

- "No ho mangiato molto a pranzo".

- "Io ho una fame da lupi".

Andò verso il frigorifero e cominciò a rovistarci dentro. Io non smettevo di fissarlo. Aveva un sorriso così sgargiante e quelle labbra carnose e umide che mi veniva voglia di baciarlo ogni secondo.

- "Penso che mi farò un panino".

Lo seguii verso il piano da cucina e lo fissavo mentre si preparava il panino.

- "Senti la maionese".

Mi fece assaggiare con un cucchiaino.

- "Mmm buono".

- "Ti è venuta ora un po' di fame?"

- "No non sei riuscito a convincermi".

Mi avvicinai a lui e gli feci il solletico alle costole. Lui mi abbracciò a se continuando a preparare il panino.

- "Ecco fatto. Mamma che fame!".

Cominciò a mangiare e con la bocca piena mi domandò:

- "Ehm cosa vuoi fare ora? Abbiamo tutto il pomeriggio e la sera. Fino a domani".

- "Già domani... il fatidico giorno".

- "Si... ma non pensiamoci. Oggi ci siamo solo tu e io".

- "Hai ragione".

Bill guardò il giardino.

- "Dunque avevo una mezza idea. E se ci facessimo un bel bagno?"

- "Cosa? Vuoi... fare... il bagno?"

- "Si."

Si avvicinò a me a pochi centimetri dal mio viso sorridendomi. Aveva altri due bocconi per finire il panino ma prese tutto finendo in un sol boccone. Si tolse i vestiti di colpo davanti a me rimanendo in mutande. Poi andò verso la piscina facendo un grosso tuffo. Rimasi senza parole dal suo gesto e cominciai a ridere:

- "Tu sei pazzo!"

- "Forza vieni".

- "Fa freddo no non vengo".

- "E allora? Ti riscaldi. Avanti su, o devo uscire e buttartici io?"

- "Non oseresti!"

- "Allora vieni!"

Mi guardai attorno ed era evidente che fossi molto imbarazzata ma al contempo emozionata. Mi spogliai davanti a lui rimanendo con la maglietta e gli indumenti intimi.

- "Forza tuffati". Mi fece cenno con la mano.

Gli sorrisi di colpo e anche io come lui presi la rincorsa e mi tuffai in piscina.

- "O mamma che fredda".

- "Ti ci abitui subito tranquilla. Muoviti un po' così riscaldi i muscoli".

Cominciai a muovere le gambe e lui si avvicinò verso di me facendomi galleggiare. La sua mano mi teneva la schiena e io mi lasciai andare con gli occhi chiusi.

- "Ecco ora va meglio?"

- "Si molto".

Aprii gli occhi e Bill mi stava guardando felice. Io ricambiai il suo sguardo. Mi gettai addosso a lui e lo abbracciai. Lui ricambiò dandomi dei baci sulla testa e accarezzandomela.

- "Vorrei che questo momento non finisca mai". Gli dissi.

- "Perché pensi che possa finire?"

- "Ho paura si...".

- "Non devi. Ora penso solo a questo momento, non pensare ad altro".

Era la terza volta che io e Bill avevamo un contatto fisico così vicino. Anche se indossavo la maglietta, bagnata fradicia, sentivo comunque il suo corpo caldo attaccato al mio. Mi procurò un'ondata di brividi per tutto il corpo. Bill cominciò a dondolare e io non mi staccai da lui. Le mie braccia erano avvolte al suo collo e le mie labbra erano pronte a baciarglielo. Così feci. Non ci pensai nemmeno per un secondo e decisi di farlo.

Lui improvvisamente mi strinse il bacino, strizzandomelo, procurandomi una sensazione bellissima. Mi aggrappai a lui con le gambe e tutto quello che feci fu baciarlo sul collo e lui ad occhi chiusi continuando a stringermi di dietro allungando il collo e indietreggiando la testa all'indietro. Mi fermai solo per poterlo guardare negli occhi e tra noi solo sguardi continui. Poi mi prese di colpo le mani e insieme entrammo nell'acqua. Lui si avvicinò a me e mi baciò. Rimanemmo abbracciati sotto acqua continuando a baciarci.

Che incredibile e straordinaria emozione provai. Tutto d'un tratto non pensai più a nulla e feci come disse lui. Mi lasciai andare totalmente in quei momenti unici, dedicandomi completamente a noi. Riemergemmo dall'acqua e continuammo a baciarci appassionatamente, toccandoci il viso e il corpo ma senza mai oltrepassare il "limite". Era un momento puramente romantico, con sensazioni mai provate prima, le più belle mai ricevute.

Uscimmo dalla piscina e Bill si precipitò in casa portandomi l'accappatoio. Andai dunque a farmi una doccia e a cambiarmi. Il tempo passò e si fece notte. Domani oltre all'arrivo di mamma e papà ci saremmo dovuti preparare per un'altra giornata di scuola. Dovetti ritornare alla realtà. L'idea mi agitava parecchio perché le cose erano cambiate ma dovevamo essere trasparenti agli occhi delle persone, non facendoli notare nulla, in primis i nostri genitori.

HAPPENED 1 - (Così lontani, così vicini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora