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Non potevamo credere a quelle parole. Io a stento scoppiai in lacrime e Bill si impallidì all'istante.

«Cosa.. cosa stai dicendo? Io avevo un fratello? T-tu ti stai inventando tutto!»

La mamma si alzò di colpo e ci guardò entrambi. Poi il suo sguardò si concentrò su Bill:

«Aveva quattro anni e si chiamava John. Era tutto perfetto... tu eri nato da un mese e quel maledetto giorno... io distolsi lo sguardo e lui era in mezzo alla strada. Una macchina lo investì in pieno... morì quasi all'istante. Ora sapete cos'è successo. Il dolore è ancora forte per noi e dovevamo essere pronti, voi dovevate esserlo di più».
«Io... avevo un fratello...» a Bill sembrò mancargli l'aria.

Pensai subito a me stessa e da una parte avevo anche ragione: «Quindi mi avete sostituita a lui?». «No, non lo devi pensare questo mai! Sapevo che l'avresti detto, questo era un altro nostro tormento. Non abbiamo mai voluto che tu pensassi a questo. Ti abbiamo adottata perché ci siamo innamorati di te vedendoti dalle foto. Tu sei parte di noi, sei nostra figlia e niente potrà cambiarlo».

«Quali foto? Uno non decide di adottare qualcuno vedendo delle foto».
«Quello che tua madre cercava di dirti è che ti abbiamo voluta...». «Si. Dopo di lui». Ribattei zittendoli rassegnati.

Bill rimase pietrificato, sembrava che in lui non ci fosse più vita. «Ti prego Bill non fare così!», mamma andò da lui cercando di abbracciarlo, ma indietreggiò.

Ciò che avevamo appena saputo ci distrusse nel profondo dei nostri cuori. Non poteva più tornare come prima, sicuramente ci sarebbe voluto del tempo.

Dall'espressione di Bill capii chiaramente che non avrebbe perdonato i nostri genitori tanto facilmente. La mamma continuava a piangere: «Mi dispiace, mi dispiace tanto! Vi prego, perdonateci, mi dispiace...!». Continuamente pronunciava quelle parole.

Bill andò diritto dai nostri genitori, arrabbiato: «Voi ci avete mentiti, mi avete privato di mio fratello, quando avrei voluto almeno andare da lui, trovarlo e sapere che io c'ero, seppur non l'avessi mai conosciuto. Ci avete rovinato la vita, a Evelyn che non ha avuto l'occasione in questi anni di conoscere i veri genitori!».

«Siete ancora giovani, Bill hai diciannove e ve lo avremmo detto! Dovevate aspettare il giusto momento tutto qui». Disse papà.«No voi avete fatto i vostri fottuti comodi, siete qui a piangere fingendo di essere voi delle vittime, ma in realtà le vittime siamo noi, noi e basta». Urlò Bill a squarciagola.

Gli implorai di smetterla piangendo, stavo soffrendo come non mai, vedevo la mia famiglia arrivata alla fine di tutto. Bill rimase più devastato di me, non solo per le bugie, ma perché aveva appena scoperto che aveva un fratello e che purtroppo era morto. Io mi sentivo ancora presa in giro, pensavo di essere stata rimpiazzata dai miei genitori per sostituire quel bambino che avevano perso.

Avrei voluto scomparire, non volevo essere lì; volevo esplodere e uscire di scena. Speravo davvero che fosse tutto un brutto sogno, ma non era così. Tutto stava accadendo rapidamente. Vedevo Bill infuriato e accanirsi contro mamma e papà, soprattutto papà.

Non sembrava più la stessa persona, non avevo mai visto Bill così infuriato. Senza rendermene conto Bill uscì di casa sbattendo la porta, salì velocemente in macchina e se ne andò via. 

Mamma e papà tentarono di raggiungerlo ma senza riuscirci. Scappò via di casa. Io rimasi ferma in soggiorno. Maria venne da me e cominciò a piangere e a stringermi, ed anche io alla fine cedetti e scoppiai in un profondo pianto straziante.

Mi rannicchiai a terra e Maria si accasciò accanto a me, continuando ad accarezzarmi il volto confortandomi e a piangendo insieme a me. Era tutto sfocato, il mio corpo era senza forze. Non solo fui shoccata per il fatto che seppi di essere stata adottata, ma per Bill, sapendo che aveva perduto suo fratello; non potevo immaginare il dolore che provava. In quell'istante pensai che forse Bill avrebbe fatto una pazzia. Non volevo perderlo. La sola idea mi uccideva. I miei genitori rientrarono in casa assicurandosi che stessi bene.

HAPPENED 1 - (Così lontani, così vicini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora