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Diventammo tutt'uno e le sue mani mi avvolgevano completamente. Sentivo il calore del suo corpo e il suo battito, lo stesso battito che sentii in piscina, quando mi strinse a se e io sul suo petto. Potevo percepire il rumore del suo respiro e vedere il petto espandersi per poi diminuire. Ero talmente vicina a lui che potevo sentire letteralmente il suo organismo.

E insieme come due fuggitivi senza meta, rimanemmo in un lungo tempo ad ammirare il mare. Mentre eravamo avvolti dall'atmosfera, il vento passare tra di noi, e il rumore delle onde toccare la riva della spiaggia, Bill interruppe quell'attimo: «Vuoi parlare un po'?».

In realtà non aspettavo altro ma allo stesso tempo mi spaventava... avevo paura che qualcosa potesse saltare fuori e chiudere per sempre tutto. Continuai a guardare verso il mare senza voltarmi: «Sì, mi hai letto nel pensiero» risposi.

Bill mi prese il viso con le dita, accarezzarmelo, e lentamente mi fece girare lo sguardo verso di lui:

«Sei sicura?» Mi domandò. «Perché?» Risposi preoccupata. «Perché non voglio perderti per nessuna ragione al mondo».

Gli sorrisi:

«Non mi perderai mai!».

Bill improvvisamente divenne serio. Avevo paura che mi volesse dire qualcosa che aveva nascosto per tutto il tempo. Erano passati pochi minuti ma per me era come se fosse passato tanto tempo. Fece un profondissimo respiro di sollievo e mi prese la mano:

«Lo so che non sarà una passeggiata per noi, lo so bene. Avremo un sacco di ostacoli, ma non mi importa. Io adesso ho solo certezze e convinzioni. Sei la cosa più bella che mi sia capitata e non mi importa cosa penseranno».

Lo interruppi quasi subito ma perché volevo fargli capire cosa provavo dentro il mio cuore:

«Bill io non ho paura, non più e sai perché? Perché ti ho ritrovato. Adesso posso stare tranquilla e non temo più nessuno. Prima ero triste, persa, ma perché non sapevo ancora come sarebbe andata a finire tra noi. E ora che abbiamo capito quanto ci amiamo, l'unica cosa che non voglio è perderti. Mi hai sempre sostenuto, mi sei stato accanto, anche prima quando io ero semplicemente tua sorella e tu mio fratello... penso che questo non sia solo un caso».

«Non voglio che tu soffra. Non voglio e non lo accetto». «Io non soffrirò mai. Prima soffrivo da morire. La mia unica sofferenza ora è non avere te».

«Sei più forte di quanto pensassi Evelyn e penso che tu sia anche più forte di me». «No... io non sono come te, vorrei esserlo. Ti ho sempre invidiato». «Invidiato? Perchè?». Sgranò gli occhi.

«Per tutto, per chi sei e per come sei. Quando ti guardano le persone e provano un'ammirazione incomprensibile nei tuoi confronti. La provano anche senza conoscerti, e fanno pure bene sai? Solo che non hanno avuto la straordinaria fortuna di conoscerti come ti conosco io». «Nessuno mi conosce come mi conosci tu».

«E ti dispiace?» gli chiesi.

«Dispiace? Evelyn ma tu non riesci a capirlo? Io non vivo più senza di te! Sei diventata l'unica mia ragione di vita e se proprio vuoi saperlo, non so nemmeno quanto». «Non sarà facile. Ci guarderanno dall'alto in basso e non avremo nemmeno il tempo di spiegare o difenderci». «Ci dovranno ascoltare, e se non lo faranno... non mi importa. L'unica cosa importante sei tu!» Mi rispose Bill determinato.

«E i nostri genitori? Cosa diremo a loro?»

«Beh... che ci siamo innamorati. E io come potevo non innamorarmi di te?» Mi disse sorridendo. «Loro non la prenderanno bene Bill. Questo sarà troppo e soprattutto alla mamma, le si spezzerà il cuore».

HAPPENED 1 - (Così lontani, così vicini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora