Capitolo 10

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Il martedì successivo Todd si era presentato al bar con largo anticipo, scegliendo un tavolo d'angolo per avere un po' più di privacy.
Aveva osservato il via vai di gente con poca attenzione, finchè un odore specifico non gli aveva solleticato il naso, rendendogli nota la presenza di Adam ancora prima che riuscisse a vederlo.
L'uomo biondo gli era passato accanto per sistemarsi a sedere di fronte a lui, così Todd aveva avuto l'occasione di apprezzare il suo look più casual del solito, camicia bianca e jeans di marca che gli cadevano attillati sul posteriore magro ma ben sodo. La voglia improvvisa di prenderlo e sbatterlo sul tavolo al posto dei bicchieri per dargli una solida inchiodata lo aveva colto alla sprovvista, tanto che non si era accorto che il ragazzo gli aveva messo sotto il naso le chiavi della casa nuova.
"Ecco a lei, signor Valentine..."
"Grazie Adam... potresti anche darmi del tu, non credi?" Lo aveva studiato con un mezzo sorriso: aveva una faccia che era tutta un programma.
"D'accordo, Todd..."
"Allora, suppongo che tu non mi abbia chiesto di vederci in un posto tanto affollato solo per darmi un mazzo di chiavi, o sbaglio?" Gli aveva detto, usando un approccio diretto per spiazzarlo un po'.
Adam aveva alzato le sopracciglia, ma non si era eccessivamente scomposto. "No, infatti."
"Cosa vorresti chiedermi?" Todd a quel punto era tutto orecchie.
"Tanto per cominciare, vorrei capire se eri veramente interessato solo alla casa o..."
"O a cosa? Davvero è questa la prima domanda che scegli di farmi, Adam? Non c'è altro che ti viene in mente?"
Un rossore si era diffuso sulle guance dell'altro: lo stava facendo incazzare, ma in fondo il suo scopo era proprio quello di provocarlo.
"Che COSA sei?"
Ah. Decisamente meglio. "Secondo te?"
"Un... vampiro?" L'aveva detto senza crederci troppo, eppure dopo averlo visto affrontare una casa infestata Todd si sarebbe aspettato di meglio da lui.
"Sì." Gli aveva risposto sincero, mostrandogli anche un flash dei suoi canini sporgenti come prova.
Adam era rimasto in silenzio per qualche secondo, fissandogli la bocca, sconcertato. Todd aveva apprezzato, domandandosi se non fosse anche il caso di dargli qualcosa di meglio da studiare.
"Così mi imbarazzi, Adam..." lo aveva trapassato a sua volta, sornione.
A quelle parole, il biondo si era incupito, evidentemente seccato. "E io allora cosa dovrei dire? Mi hai messo... che cazzo, mi hai... molestato pesantemente Todd. Mentre ero mezzo morto su un pavimento!"
"Oh, ti ho molestato...? Beh non hai tutti i torti, tutte le volte che l'ho fatto dormivi..."
"Che schifo, io non... insomma, ma che cazzo dovrei pensare?!"
"Che ti voglio scopare, forse. Beh, cosa, lo trovi tanto assurdo?"
"Sono sposato, Todd."
"Pff, e allora? Mi sono scopato gente più sposata di te, credimi." Todd lo aveva guardato incassare il colpo, divertito. Adesso che la vera personalità di Adam stava affiorando da dietro la facciata dell'avvocato-scopa-in-culo, iniziava a trovarlo parecchio più interessante. "E molto meno attraenti..."
"E tu dici sempre tante cazzate, o lo fai solo per nascondere quello che intendi veramente?"
Stavolta era stato Todd a essere colto di sorpresa. "In che senso?"
"Per quanto riguarda le molestie non so cosa pensare, ma non è tutto lì, non è vero? Avresti potuto ammazzarmi... o peggio..."
"Sì. Sai, la seconda volta che sei svenuto, quando c'era anche Vernon... stavo per farlo. Fotterti o ucciderti, non ne sono sicuro... forse entrambi. Tutto questo per dire che c'è qualcosa di diverso... nel tuo sangue. Non ho mai sentito qualcosa del genere."
Adam lo aveva fissato a bocca aperta, poi era scattato in piedi, ma non per andarsene. Aveva ordinato al bancone ed era tornato con un bicchiere di Whiskey. "Vai avanti." Gli aveva intimato.
Todd aveva storto il naso, l'alcol copriva l'aroma fantastico del ragazzo, ma aveva comunque risposto: " Il tuo sangue è la parte più pericolosa di te, Adam. Ha proprietà uniche per noi vampiri. E' in grado di... guarire e... rigenerare le nostre ferite, vecchie o nuove che siano. E' una sorta di elisir di Immortalità."
Il biondo aveva vuotato il bicchiere in un sorso, facendo cenno a un cameriere di portargliene un altro. "E questo sarebbe pericoloso perché immagino che se si venisse a sapere, tutti ne vorrebbero una parte..."
"Esatto. Tu non hai idea di che razza di bestie siamo in grado di essere... forse pensi di aver visto il peggio di me, ma ti sbagli. Ci sono vampiri molto, molto più pericolosi in giro..."
"Chi lo sa? Solo tu?"
"Anche Vernon, purtroppo. E' sveglio, ha sempre avuto la fastidiosa tendenza a notare le piccole cose..."
"Dunque è un vampiro anche lui..."
"Sì. E il resto dei miei compagni, quelli per cui abbiamo comprato la casa."
"Vampiri in una casa infestata... ah, mi dispiace. Immagino comunque ve ne foste già accorti..."
"Sì, bella mossa da avvocato non dire nulla..."
"Touchè." Adam aveva alzato il secondo bicchiere, vuotandolo in due sorsi come il primo. "Cosa dovrei fare di tutto questo...? Voglio dire, ho sempre creduto di essere una persona come le altre..."
"Credo che, in retrospettiva, i fantasmi della casa abbiano agito in maniera tanto violenta in risposta alle tue doti."
Il biondo si era fermato con la mano a mezz'aria, mentre ordinava ancora. "Ha senso. Le manifestazioni erano... indescrivibili quando mi trovavo da solo. Tu le hai viste..."
"Hm, mai avuta paura degli spettri, comunque..." Todd quella volta aveva chiesto un drink anche per sé, sperando di ottenebrare almeno in parte le sue voglie, perché Adam alticcio era ancora più scopabile.
"Il punto della situazione è che sto cercando di mantenere la tua identità al sicuro, ma non so per quanto sarò in grado di farlo..."
"Ironico, considerando che stavi per scoparmi da svenuto l'altro giorno..."
"Ehi, non dico che non avrei voluto, ma mi sono fermato! Non c'è gusto a sbattersi uno che dorme... e poi è colpa del tuo cazzo di odore, mi fa uscire di testa."
"Mi dai la nausea." Adam lo aveva trapassato con lo sguardo, disgustato. "Cristo, ti sei fatto una sega in mezzo a... alle mie gambe!"
"Hm, e me la rifarei pure adesso..." aveva buttato giù il suo Scotch in un lungo sorso.
"Smettila. Mi viene da vomitare..."
"Quello è perché ti sei scolato metà bottiglia in cinque minuti... non sei molto avvezzo a bere, non è vero?"
"No..." il biondo si era passato una mano fra i capelli, frustrato. "Cosa... dovrei fare? Un anno fa non ero nemmeno sicuro che esistesse un aldilà, poi ho vissuto con le anime dei morti e ora... cosa ne sarà della mia famiglia?"
"Non lo so." Todd era stato di nuovo sincero. Era facile, con lui, in parte perché voleva infilarsi nei suoi pantaloni, in parte perché in fin dei conti gli dispiaceva. "Voglio che tu capisca che ti sto dicendo queste cose perché la tua sicurezza non dipende solo da me."
"Certo, sei stato cristallino in merito... merda... devo andare in bagno..."
Todd lo aveva guardato alzarsi e ondeggiare fino a uno stanzino sul lato opposto dello stabile. Vulnerabile con un sedere d'acciaio, combinazione letale per il suo pene già mezzo indurito nei pantaloni.
Aveva lasciato il tavolo a sua volta con un sorrisetto, dirigendosi verso il bagno, notando con piacere che era bloccato da una semplicissima serratura a scatto. Un colpo secco del braccio era stato più che sufficiente ad aprirla, e si era infilato dentro, sorprendendo Adam chino sul lavabo.
"Che cazzo stai facendo?!" Aveva protestato, allarmato, quando aveva fracassato la serratura in modo che la porta rimanesse chiusa.
"Secondo te?" Aveva ribattuto lui, mettendosi alle sue spalle, la sua erezione appoggiata contro la curva invitante del suo fondoschiena.
"Vaffanculo. Fammi passare." il biondo aveva sgomitato, girandosi per affrontarlo di faccia, furibondo.
"No." Todd aveva quasi riso, apprezzando come Adam sembrasse non avere paura di lui. Lo aveva afferrato per un braccio e se lo era tirato contro, affondando il naso nei suoi capelli.
"Piantala! Non mi toccare!"
Todd aveva usato la sua statura come vantaggio, afferrandolo per le ciocche chiare sulla nuca e sguainando al tempo stesso le sue zanne.
Un lampo di terrore era passato negli occhi dell'altro, ma aveva comunque continuato a lottare, riempiendolo di calci e pugni su viso e fianchi, inutilmente.
Lo aveva morsicato su un lato del collo, per sottometterlo, rubandogli qualche sorsata di sangue, senza esagerare, non voleva certo farlo svenire sul più bello, quella volta. Quando si era staccato, lo aveva spinto con la schiena addosso al bordo del lavandino, alzandogli la camicia sul ventre piatto: una scia di peli quasi bianchi scendeva fino alla cintura dei pantaloni.
Adam si era ribellato, dandogli un ceffone potente che gli aveva fatto sanguinare un orecchio. Avrebbe potuto gonfiarlo di botte e ridurlo al servilismo, ma non era certo nella sua natura. Lo aveva abbrancato per la gola, tenendolo in posizione mentre si apriva la cerniera dei pantaloni, poi, con un ghigno sadico, aveva iniziato a segarsi su di lui, guardandolo dritto negli occhi.
Adam lo aveva fissato indietro con odio, ma meno ribrezzo di quanto avrebbe dovuto, facendolo arrapare ancora di più, se possibile.
Era venuto con un verso liberatorio su ogni centimetro esposto della sua pancia, rimettendoselo nelle mutande con aria soddisfatta e passando al ragazzo un salvietta per le mani di carta. Adam gliel'aveva strappata dalle dita, viola di vergogna, si era pulito fin quasi a staccarsi la carne dalle ossa e l'aveva sbattuta sul ripiano con fare omicida.
Todd se avesse potuto a quel punto se lo sarebbe scopato fino in fondo, ma sentiva di averlo umiliato a sufficienza per quel pomeriggio. Aveva sbloccato la porta, aspettando che l'altro uscisse per primo, ma Adam lo aveva fissato con astio, gli occhi arrossati traboccanti lacrime di rabbia.
Gli aveva affibbiato un pugno in piena faccia, spaccandogli il labbro inferiore e perfino parte di un incisivo. Todd aveva riso, assaporando il suo stesso sangue, quindi lo aveva afferrato e baciato in bocca.
Adam si era infuriato ancora di più, mordendolo e schizzando via da lui come se avesse preso una scossa elettrica, sputando per terra e guardandolo torvo prima di uscire.
Todd lo aveva guardato andarsene instabile sulle gambe, sicuro che comunque presto lo avrebbe rivisto. Erano legati a doppio filo, dopotutto, dunque non si sarebbe liberato tanto facilmente di lui...

Il sangue immortaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora