Capitolo 16

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Todd era arrivato allo studio nel tardo pomeriggio, trovando l'avvocato isolato nella sua stanza con la porta aperta e nessuna anima viva in vista.
"Fai gli straordinari?" Aveva scherzato, osservandolo mentre leggeva concentrato alcuni documenti: era tornato in divisa, completo scuro e camicia chiara con cravatta, ma i capelli biondi gli ricadevano in ciocche ribelli sul viso, rendendo l'ensamble sbarazzino e piuttosto attraente.
"Diciamo di sì..." Adam aveva chiuso il faldone che reggeva con un tonfo. "Hai parlato con Vernon?"
"Sì." Todd si era accomodato a sedere sulla scrivania accanto a lui. "Per questo sono corso qui."
"Già, avevo intuito dal tono al telefono che non fosse andata bene."
"Io? Parliamo di te, piuttosto..." lo aveva fissato vagamente corrucciato.
"Cosa vuoi dire?" Il biondo si era messo sulla difensiva a sua volta, seccato.
"Voglio dire che hai rischiato grosso, Adam. Vernon non è me, non puoi andare a dirgli tutto quello che ti passa per la testa! E' davvero incazzato, e deciso a usarti con o senza il tuo permesso."
"Non avevo intenzione di essere così diretto, Todd, non sono mica stupido! Ho cercato di... ma lui ha minacciato mia moglie e le mie figlie, e allora..."
Il vampiro era rimasto in silenzio, scuotendo la testa. Lo sguardo gli era caduto sulle fotografie della scrivania, ed aveva subito riconosciuto le bambine di Adam: entrambe avevano i suoi occhi celesti, ma solo una aveva ereditato i capelli indomabili e la punta vagamente arrotondata del naso.
"Quanti anni hanno?" Aveva chiesto, osservandole più da vicino.
"Kate sei, Louisa quattro."
"Sono graziose. Hanno il tuo sorriso." Lo aveva guardato in tralice e lo aveva visto arrossire. "Vernon è un bastardo, ma tu non avresti dovuto lasciarti provocare..."
"Lo so." Il ragazzo aveva replicato, stizzito. "Quanto è pericoloso, esattamente?"
"Parecchio." Todd si era passato una mano sulla faccia. "Per questo sono qui: voglio metterti in condizione di poterti difendere da lui."
"Come? Hai detto che il mio sangue vi rende praticamente Immortali..."
"E' in grado di curarci, sì, ma non di sottrarci letteralmente alla Morte. Ci sono alcune cose a cui siamo particolarmente vulnerabili, una fra tutte l'argento."
Argento. Adam ricordava di aver letto una teoria simile in uno dei tomi che aveva spulciato a casa.
"Un'altra è il fuoco." Si era accarezzato l'avambraccio, dove fino a pochi giorni prima una cicatrice da ustione gli aveva sfregiato la pelle. Se l'era fatta quando aveva tirato Dimitri e gli altri fuori dalla villa in fiamme di Vernon, lasciando che Alexandra fuggisse nel buio per salvare i propri compagni. Un sorriso amaro gli aveva distorto le labbra: che ironia, se avesse lasciato Vernon bruciare, tutto questo non sarebbe successo.
"Bene quindi posso prendere Vernon a cucchiaiate mentre accendo il camino..."
Todd era stato strappato dai suoi ricordi, tornando a fissare il ragazzo biondo con irritazione crescente. "Non è un gioco, Adam!"
"Lo so bene, grazie infinite!" Si era passato le mani frustrato tra i capelli, scompigliandoli ancora di più. "Todd, io non so cosa pensare! Di chi posso fidarmi? Di te, che mi guardi come se fossi un pezzo di carne? Non so cosa fare!"
"Certo che ti puoi fidare di me! Ammetto di essermi un po' approfittato della situazione, ma se mi avessi veramente respinto, mi sarei fatto indietro."
"Che cosa?! Quindi sarebbe colpa MIA?" Adam aveva allontanato la sedia dalla scrivania, le guance viola di rabbia.
"Beh, tu non sai cosa pensare, e io cosa dovrei dire?! Lasci che mi sdrai nudo su di te, che mi faccia seghe sul tuo corpo..." lo aveva guardato, e se lo sarebbe sbattuto anche in quel momento, anzi, quando la parte ribelle di Adam usciva, diventava molto più scopabile.
Il biondo lo aveva fissato infuriato, ed era proprio simile a lui, un carattere esplosivo sotto una superficie di apparente calma. "Che cazzo stai dicendo! Me lo hai imposto tu, stronzo, di sicuro non ti ho chiesto io di portarmi in aperta campagna..."
"No, ma ci sei venuto. E adesso mi spieghi questa storia che hai raccontato a Vernon. Di NOI..." aveva sottolineato Todd, aspettando di sentire la sua risposta. Adam mandava segnali contrastanti che non riusciva a decifrare, prima lo respingeva, poi sembrava quasi disposto a succhiargli l'uccello: aveva dato inizialmente per scontato che il suo fosse un desiderio unilaterale, ma cominciava a non esserne più tanto sicuro...
"Io... ti ho retto il gioco." Era tornato elusivo, voltando la faccia verso il muro.
"Sì, certo, avresti potuto essere meno esplicito. Ti rendi conto che ora Vernon è convinto che scopiamo?"
"Ma che cazzo, sei stato tu a dirgli per primo che fra di noi c'era qualcosa!" Adam era sbottato, alzandosi in piedi e parandoglisi di fronte.
"Non gliel'ho detto io, ci era arrivato da solo, perché mi conosce!" Aveva ammesso Todd, con difficoltà. "Gli avevo dato corda solo per prenderlo in giro, ma tu... cazzo Adam, al diavolo Vernon, che pensi quello che vuole, ma stai iniziando a incasinarmi il cervello!"
"Sono sposato, Todd, tu non mi interessi. Sto tentando di barcamenarmi in una situazione che non capisco, dove tutti mi raccontano mezze verità o mi mentono!"
"Io no!"
"No? Avresti dovuto sentire Vernon, oggi... non gli ho voluto credere, ma..."
"Lo fa apposta, lui agisce così. Ti entra nella testa e ti confonde le idee, per poi usarle contro di te." Valentine aveva scosso la testa, sentendo il bisogno di bere qualcosa di forte.
"Va bene, in ogni caso... cosa possiamo fare contro di lui?"
"Non ne sono sicuro. E' un Anziano, il che lo rende molto potente... gli piace sbattermi in faccia la sua forza, per ricordarmi che in fin dei conti sono stato solo un gioco, per lui. Lo sono ancora adesso..." aveva detto con amarezza, fissandosi le scarpe. "Non voglio che ti capiti lo stesso."
"Allora facciamo in modo che non succeda." Adam gli si era avvicinato di nuovo, portando con sé il suo inebriante profumo.
"Già, facile a dirsi..." gli aveva preso una mano per annusargli l'incavo del polso, i denti erano usciti da soli, rispondendo al richiamo del sangue. Aveva guardato il ragazzo, la cui espressione era indecifrabile, ma che comunque non si era sottratto al suo tocco. Ancora una volta, agiva in contraddizione a se stesso... Todd aveva emesso un sospiro frustrato, affondando lievemente i canini, bevendo qualche goccia. I suoi occhi avevano ancora cercato Adam, sentendo un tipo diverso di urgenza: non era del sangue che aveva bisogno, ma di un contatto più fisico e primordiale. Si era alzato, torreggiando su di lui, spingendolo contro la parete alle sue spalle.
Il biondo non aveva aperto bocca, limitandosi a osservarlo. Todd gli aveva messo le mani ai lati della testa, chinandosi sul suo viso, e anche qui Adam, pur ritirandosi verso il muro, lo aveva lasciato fare. "Ti piace?" Gli aveva soffiato sulla bocca, chiedendosi se avesse un'erezione anche lui. Aveva mosso una mano per controllare, ma Adam lo aveva intercettato a metà strada con un fermo "No."
Todd era scoppiato a ridere, incredulo. "Va bene, allora fammi smettere..." gli aveva schiacciato il corpo con il suo, con aria di sfida, il pene che si induriva ancora a contatto con lo stomaco dell'avvocato. Adam era rimasto immobile come una statua, il volto solo vagamente corrucciato.
"Vuoi che ti scopi?" Gli aveva mormorato, le mani che prudevano dal bisogno di afferrare quel fisico asciutto. Lo aveva guardato negli occhi e aveva visto, in modo del tutto inaspettato, le sue pupille dilatarsi. "Cazzo...!" Si era lasciato sfuggire, sorpreso: lo voleva sul serio!
Adam a quel punto lo aveva spinto via con forza, divincolandosi dalla sua presa e Todd aveva dovuto impegnarsi per tenere sotto controllo la sua furia.
"Lasciami andare, stronzo!" Lo aveva colpito più volte, inutilmente.
"E va bene!" Il vampiro lo aveva liberato, studiandolo con attenzione mentre si ricomponeva.
"Quanto sei schifoso... devi sempre allungare quelle fottute mani!"
"Oh ma falla finita! Se te l'avessi messo nel culo ci avresti anche goduto!"
"Ma che cazzo dici! Sei fuori di testa... fammi passare!"
"Fuori di testa?!" Un cavolo, non se lo era certo immaginato! "Tu non vai da nessuna parte..." gli aveva intimato, voltandolo di malagrazia contro il muro, stanco di quei giochetti. Gli aveva letteralmente strappato i pantaloni di dosso, rivelando il suo sedere magro ma ben sodo.
"Todd! No!" Il ragazzo aveva inveito, tentando di sfuggirgli, ma il vampiro non aveva vacillato di un centimetro.
"Cos'è, hai paura che ti fotta sul serio?" Aveva riso, il suo cazzo più che pronto ad esaudire quel desiderio, ma non gli avrebbe mai imposto una cosa del genere, in particolar modo non adesso che era piuttosto sicuro che lo volesse tanto quanto lui.
"Tranquillo, non questa volta..." era caduto in ginocchio, il braccio destro che lo teneva sempre ancorato contro la parete. Aveva appoggiato la faccia sui glutei muscolosi, affondandoci il naso dentro, rischiando un'occhiata verso l'alto: Adam lo fissava da sopra una spalla con gli occhi fuori dalle orbite, ansimante. Todd aveva respinto con determinazione la voglia di rialzarsi e montarlo, piantandogli invece i denti nella natica, facendolo sussultare di dolore. Lo aveva tenuto ben stretto finchè non si era sentito soddisfatto del risultato, leccandogli la curva morbida di pelle prima di liberarlo con un gemito roco.
Adam si era rivestito come meglio poteva, allontanandosi da lui, la testa china fra le spalle.
Todd aveva represso l'istinto di farsi di nuovo una sega, anche se l'altro non lo avrebbe quasi certamente fermato. "Dimmi che non ti è piaciuto..." gli aveva sorriso, avvicinandoglisi e tirandoselo contro. Lo aveva baciato in bocca: Adam aveva serrato le labbra e si era scostato da lui, pulendosi col dorso della mano, esitando ancora una volta un secondo di troppo.
"Vattene." Gli aveva intimato, furibondo. "Stronzo..."
"Forse, ma io almeno quando voglio qualcosa me lo prendo." Valentine si era messo sull'uscio, a braccia conserte. "Ti accompagno alla tua macchina."
"Fanculo."
"Non c'è di che..."
Si erano incamminati per le scale in silenzio, raggiungendo il parcheggio mentre il sole iniziava a tramontare.
"Ricordati quello che ti ho detto."
"Potrei decidere di usarlo contro di te, lo sai?" Il biondo lo aveva guardato in tralice dal posto di guida della sua Subaru.
"Già, ma sono abbastanza sicuro che non lo farai... ci vediamo."
Adam non aveva risposto, accendendo il motore e partendo lungo la via semideserta.
Todd lo aveva visto sparire all'orizzonte, poi si era incamminato verso la sua Porsche, abbandonandosi sul sedile di pelle scura. Si era aperto i pantaloni e appagato come meglio poteva, ma l'orgasmo anche se veloce era stato meno superlativo del solito. Non gli bastava più. Con un sospiro era partito, decidendo di evitare di passare per casa: non voleva incontrare Vernon, non voleva avere a che fare con lui, almeno per quella notte.

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