Capitolo 11

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Adam era tornato a casa in taxi, non osando prendere l'auto, ubriaco com'era. Ci vedeva doppio, forse per l'alcol, forse per come lo aveva aggredito Valentine, non ne era affatto sicuro.
Aveva aperto la porta, felice di essersi preso il pomeriggio libero: si era guardato di sfuggita nello specchio dell'ingresso, e l'immagine che aveva intravisto faceva a dir poco paura.
Si era spogliato in fretta e furia, lanciando gli indumenti nel cesto della biancheria e infilandosi dritto nella doccia. Era rimasto sotto il getto per più di mezz'ora, strofinandosi il punto che Todd aveva violato nel tentativo di cancellarlo anche dalla mente. Alla fine si era chinato sul water e aveva rimesso, appoggiando la fronte alla tavoletta, a pezzi.
La sua vita gli stava sfuggendo dalle mani, da quando avevano comprato la casa infestata era stata una continua escalation di terrore, ma quello che gli aveva detto Todd, quello era peggio, anzi, inaffrontabile.
Si era asciugato, ma aveva dovuto farsi altre due docce prima di riuscire a vestirsi: continuava a sentire l'odore del vampiro su di lui, come se oltre a marchiarlo fuori fosse riuscito a farlo più in profondità.
"Che figlio di puttana!" Aveva bestemmiato, guardando i lividi che gli aveva lasciato sul collo, linee violacee con la forma delle sue dita. Come diavolo lo avrebbe spiegato a Cloe? Sembrava appena uscito da un'aggressione di quelle violente... e in effetti, non era poi tanto lontano dal vero.
Aveva preparato una moka di caffè nerissimo, tentando di riappropriarsi almeno del proprio raziocinio.
Era stato proprio un coglione a scolarsi tutti quei drink, che gli avevano abbassato le difese e permesso a Valentine di approfittarsi ancora di lui... si sentiva stupidamente in colpa e di merda, anche se la forza bruta di Todd sarebbe stata insuperabile pur se fosse stato sobrio. Lo aveva respinto con tutto il corpo, e al vampiro era bastato un solo braccio per sottometterlo...
Con il caffè in mano, si era sdraiato in poltrona in penombra, chiudendo gli occhi, sperando che non gli scoppiasse un feroce mal di testa. Il viso incolto di Todd Valentine era apparso dietro alle sue palpebre, la bocca distorta in quel ghigno irridente mentre si masturbava contro il suo stomaco, poi la sensazione calda e viscida del seme sulla pelle, e quel suo gemito rivoltante...
Adam era corso a farsi la quarta doccia, e per punirsi della propria idiozia, l'aveva fatta ghiacciata. Aveva valutato la situazione con troppa leggerezza e ora ne pagava le giuste conseguenze. Che gli fosse servito di lezione, perché era sicuro che presto avrebbe rivisto Valentine, per non parlare del resto della sua setta di vampiri.
Doveva farsi trovare pronto.

Todd aveva guardato Axel e Dimitri parlare con due ragazze procaci sul retro del locale, sorridendo fra sé.
Si era lasciato convincere ad uscire per fare un po' di baldoria, ma la sua attenzione continuava a tornare all'incontro con Adam di quel pomeriggio.
Aveva praticamente scoperchiato il vaso di Pandora, eppure il ragazzo non aveva quasi battuto ciglio: o era ubriaco, oppure totalmente stupido, o forse era, semplicemente, dotato di un paio di palle di ferro. La terza opzione non gli dispiaceva, in effetti, e a giudicare da come Adam non aveva dato segni di remissione anche mentre lo trattava da bambola gonfiabile, sarebbe potuta pur essere la più papabile.
Aveva sospirato, sentendo il fastidioso bisogno di vederlo ancora: pareva non essere mai abbastanza, Adam si stava infilando sotto la sua pelle, e non era sicuro che fosse una cosa positiva.
Aveva scrollato le spalle, dirigendosi verso il retro per evadere dal baccano generale.
Quando un'ombra lo aveva seguito, non si era stupito: un uomo biondo lo stava fissando da quando era giunto al locale, se aveva qualcosa da offrire, era più che benvenuto.
Aveva forzato la porta di uno degli sgabuzzini usati come cantine provvisorie, aspettando nel buio e aprendosi la cerniera dei pantaloni.
Nemmeno un istante dopo, la silhouette dello sconosciuto si era stagliata sullo stipite, e da quella angolazione avrebbe quasi potuto sembrare Adam.
Il tizio si era messo in ginocchio e gliel'aveva preso in bocca, e anche così avrebbe potuto sembrargli Adam, se solo non avesse avuto un odore cosi spiacevolmente diverso. Non era nemmeno particolarmente eccelso nel succhiare, perfino Adam avrebbe fatto di meglio, ma se non altro era più di quanto avesse ottenuto nel pomeriggio, e tanto bastava, o così almeno credeva finchè non aveva sentito la sua erezione vacillare pericolosamente nella gola dell'altro.
"Cazzo..." aveva ringhiato, deluso: era la prima volta che gli capitava, non era proprio da lui... lo sconosciuto aveva continuato a darci dentro, ma Todd aveva ormai intuito che non sarebbe servito a niente, anche se lo aveva comunque lasciato fare.
La sua testa era finita altrove, distraendolo, e aveva rivisto l'espressione infuriata di Adam mentre lo dominava, la sua rabbia selvaggia quando aveva continuato a colpirlo anche quando era ormai stato inutile. Un brivido di interesse gli era sceso nei pantaloni e aveva provato ad immaginare cosa sarebbe successo se invece di farsi un'altra sega avesse provato ad usare il ragazzo in maniera più audace...
L'orgasmo era arrivato di colpo, come un temporale inatteso, e aveva riempito la bocca del tizio sotto di lui ancora prima di rendersene conto.
Una volta finito, l'uomo si era sistemato, apparentemente soddisfatto, ed era uscito. Todd aveva notato con delusione che ad Adam in fin dei conti non assomigliava per niente.
"Todd, ma dove eri finito?" Dimitri gli era venuto incontro mentre tornava al bancone per annegare la sua amarezza nello Scotch. Non si era mai sentito tanto depresso dopo una scopata.
"Hm, al bagno." Aveva ribattuto con noncuranza, vuotando rapido il bicchiere quando gli era arrivato.
"Ah-ha, sicuro... devo dedurre che il tizio non era un granchè?"
"Sta' zitto, stronzo... e tu invece, bionda o mora?"
"Mora. Ti dispiace tornare da solo?"
"Niente affatto. Stavo giusto pensando di rientrare. Ci vediamo in hotel."
"Va bene."
Todd era uscito in strada, camminando per qualche isolato in direzione dell'albergo, combattendo il desiderio di presentarsi a quell'ora tarda a casa di Adam: sarebbe finita malissimo, e lo avrebbe messo in pericolo.
Con un sibilo di frustrazione, aveva marciato fino in camera sua, sdraiandosi sul letto a fissare pensoso il soffitto. Presto avrebbero traslocato, se non altro, e nella casa infestata ci sarebbe stato da ridere...

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