Adam era rincasato senza rendersi conto di aver guidato, il suo cervello focalizzato per tutto il tempo da un'altra parte.
Si era gettato nella doccia e asciugato, poi aveva preparato la cena mentre aspettava sua moglie e le figlie, tentando di ignorare le fitte che gli partivano dalla natica destra,
Mentre l'acqua per la pasta bolliva, aveva aperto un vecchio stipetto dove conservavano il loro corredo di matrimonio, tirando fuori un servizio di posate in argento che avevano utilizzato solo un paio di volte a Natale.
Aveva studiato i coltelli con la lunga lama opaca e ne aveva infilato uno nella borsa da lavoro e uno nella sacca della piscina.
Aveva tentato di passare il resto della serata pensando il meno possibile a Vernon, alla sua setta di vampiri e soprattutto a Todd, in particolare alle accuse che gli aveva rivolto nel pomeriggio, e grazie a Cleo era stato facile: avevano scopato a sorpresa mentre le bambine guardavano la televisione al piano di sotto e l'orgasmo era stato più che soddisfacente, aveva solo dovuto prestare attenzione a non mostrarle il sedere nudo e parte del braccio.
La notte era trascorsa abbastanza tranquilla, tanto che la mattina seguente Adam si era alzato di buonumore, la nube nera sulla sua testa una volta tanto dissipata come non gli capitava da mesi.
Si era fatto una doccia, elaborando con la mente qualche idea su Vernon, ma era stato tanto distratto da non accorgersi della presenza di sua moglie, che si era infilata sotto il getto con lui, fino a che non era stato troppo tardi.Todd aveva fissato il cellulare con preoccupazione: erano quasi tre giorni che non parlava con Adam. Il ragazzo gli aveva mandato un messaggio laconico la mattina dopo il loro incontro intimandogli di non chiamarlo, che lo avrebbe cercato lui, da lì il silenzio.
Inizialmente aveva pensato che fosse fuggito, ma un rapido controllo nei pressi del suo studio aveva confermato la presenza della sua auto, e poi, in fin dei conti, non era nel suo carattere fare una cosa del genere.
Aveva anche temuto che Vernon fosse in qualche modo arrivato a lui: la situazione fra loro era degenerata in un violento alterco che aveva spinto Todd a trasferirsi nuovamente nell'hotel dove avevano soggiornato per mesi.
Axel e Dimitri erano chiaramente preoccupati: la loro devozione andava nei confronti di Vernon, ma in fin dei conti era sempre il loro creatore, quindi non sapevano da che parte schierarsi.
"E' una situazione complicata, Todd..." gli aveva detto Dimitri due notti prima.
"Lo so, e non voglio forzarvi la mano. Fate solo attenzione, perché non voglio che Vernon coinvolga anche voi..." si era raccomandato, sapendo comunque di poter contare su di loro.
C'era stato inoltre un altro intoppo, ma in quel caso il vampiro anziano non c'entrava: la fiala con il sangue di Adam che aveva conservato per sè era scomparsa, se ne era accorto mentre raccoglieva le sue cose per tornarsene in albergo.
Sua sorella doveva avergli fatto visita di nascosto, e l'aveva naturalmente fatta sparire.
"Maledetta stronza..." aveva scoperto i denti Todd, impotente. Ancora una volta, lo aveva raggirato.
Queste cose si erano aggiunte alla sua preoccupazione riguardo alla scomparsa del ragazzo biondo. Stava quasi per chiamarlo, quando il cellulare era trillato illuminandosi col suo nome.
"Ma dove cazzo eri finito?!" Aveva risposto con il cuore in gola.
"Ho avuto dei problemi" la voce di Adam era giunta fredda e distaccata.
"In che senso?"
"Mia moglie..." Todd aveva quasi sospirato di sollievo, prima di accorgersi del tono dell'altro. "...Lo sa."
"Ah." Era tutto quello che era riuscito a dire.
"Ha visto... i morsi. Cazzo, avrei dovuto stare più attento!"
"Avete litigato?" Quasi si era vergognato dell'interesse nella sua domanda.
"Sì. Pensa che mi stia scopando un'altra..." Adam aveva riso sarcastico. "...Io gliel'ho lasciato credere, volevo che... SAPEVO che se si fosse incazzata, sarebbe andata dai suoi con le bambine. Così... sono partite ieri."
Il vampiro aveva annuito, ammirato: Adam era sempre un passo più avanti di lui."Hai fatto bene, le hai messe al sicuro."
"Sì. Però mi sento lo stesso una merda... probabilmente perché lo sono."
Todd non aveva replicato, ma aveva ringraziato di essere al telefono, perché se lo avesse avuto davanti avrebbe sicuramente finito con il compiere qualche atto di cui poi si sarebbe pentito. "Hai fatto la cosa migliore." Aveva ripetuto.
"E Vernon?"
"Quel bastardo... abbiamo avuto qualche problema anche qui. Sono... vivo di nuovo all'hotel, adesso. Dobbiamo chiudere la faccenda, Adam."
"Sono d'accordo. Quando ci vediamo?"
"Che ne dici di domani sera? Puoi prenderti un giorno o due di ferie?"
"Sì, non dovrebbe essere un problema."
"Bene, passo io allo studio allora. A domani."
"Ok."
Todd aveva chiuso la comunicazione, sentendosi sollevato per aver parlato con il ragazzo, ma al tempo stesso ansioso per ciò che sarebbe dovuto venire.
Una parte di lui si ribellava all'idea di avere paura di Vernon, ma le vestigia della sua parte umana si dibattevano sul fondo del suo stomaco, spaventate dall'idea di perdere contro un essere tanto antico, per giunta suo creatore.
Qualunque piano avessero ideato, avrebbe dovuto essere perfetto nel più minuscolo dei dettagli, se volevano uscirne illesi...

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Il sangue immortale
HororAdam Walsh non vedeva l'ora di disfarsi di quella maledetta casa infestata... certo non poteva sapere che il compratore sarebbe stato un affascinante vampiro di nome Todd Valentine.