Capitolo 35

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Alexandra, a poche centinaia di metri di distanza, aveva sentito suonare il campanello dell'ingresso: quello era il segnale concordato per entrare in azione.
Si era spostata lentamente lungo il muro esterno della casa, strisciando verso una delle finestrelle inferriate della cantina, agile e leggera come un felino, sbirciando all'interno.
Il ragazzo che Vernon aveva rapito era ancora vivo, anche se apparentemente vincolato ad un letto malconcio.
Aveva teso le orecchie e udito Vernon aprire il portone, poi delle voci erano risuonate sulla veranda: Todd doveva averlo convinto ad uscire e lasciarle libero il campo.
Con più delicatezza possibile, aveva inserito tra le sbarre e premuto un gomito contro il vetro della finestra a ribalta, dandogli un colpo secco e facendolo rovinare sopra un cumulo di oggetti accatastati immediatamente sotto.
Le voci avevano continuato il loro scambio concitato, così lei non aveva perso tempo ed aveva allargato le inferriate sottili, sporgendosi nel pertugio.
"Adam?" Aveva chiamato a voce bassa, cercando l' attenzione del giovane avvocato.
Il biondo l'aveva fissata indietro, cogliendola di sorpresa: era già riuscito in parte a liberarsi una mano dalle corde che lo tenevano legato saldo alla vecchia testiera. "Sono qui per liberarti." Lo aveva comunque tranquillizzato, saltando con qualche difficoltà nella tetra stanza.
"Chi sei?" Le aveva chiesto lui, sospettoso, tirandosi indietro.
"Mi chiamo Alexandra e sono..."
"La sorella di Todd!" L'aveva interrotta lui, osservandola con maggiore attenzione: i capelli e lo sguardo intenso erano pressochè identici a quelli del fratello.
"Esatto. Come...?"
"C'è anche lui?" Adam era finalmente riuscito a sfilare il polso sinistro con un preoccupante schiocco dal nodo che lo teneva imprigionato.
"Sì." La vampira aveva strappato di netto dalla testiera l'altro legaccio, aiutandolo ad alzarsi in piedi: era messo peggio di quanto avesse previsto, con un occhio nero e diverse escoriazioni sul viso e le braccia, inoltre sembrava avere due dita di una mano rotte, a giudicare da quanto erano scure e gonfie. "Stai bene?"
"Per modo di dire... dov'è Todd?" Adam sembrava ansioso di saperlo.
"Sta creando un diversivo con Vernon per farci fuggire."
"Che cosa? No!" Il biondo si era lanciato verso la scala che saliva al piano superiore.
"Fermo, che stai facendo!2 Alexandra lo aveva placcato, prima che attirasse l'attenzione dell'Anziano su di loro.
"Todd è in pericolo! Era tutto un piano di Vernon, non capisci?" L'avvocato l'aveva respinta, anche se con non poca difficoltà.
"Quel bastardo! Avrei dovuto immaginarlo..." la vampira aveva ringhiato, infuriata: naturalmente, non poteva che avere rapito il ragazzo per usarlo come esca. "Tranquillo, Todd non è solo, abbiamo una sorpresa in serbo per Vernon anche noi."
Adam l'aveva guardata confuso per qualche secondo, poi aveva intuito: "Avete le taniche?"
"Todd le aveva appena comprate quando sei stato preso, deve solo riuscire ad attirarlo sul vialetto e poi..." un forte schianto dal piano di sopra l'aveva interrotta. "Dannazione!"
"Cosa sta succedendo?"
"Lo sapevo, quel maledetto è dannatamente furbo. Andiamo, devo portarti via da qui."
"Portarmi via? No!"
"Adam..."
"Te l'ha detto Todd, vero?" L'avvocato aveva scosso la testa, seccato. "Avrete bisogno anche del mio aiuto se volete ucciderlo, è fuori controllo!"
"Ah, e in che modo riusciresti a contribuire?" Alexandra gli si era parata di fronte a braccia conserte. "Sei fragile e completamente indifeso." Aveva sottolineato il concetto premendogli una delle dita fratturate, facendolo sobbalzare dal dolore.
"Non mi ucciderà, a Vernon servo vivo. Todd invece..."
"Fossi in te, non ne sarei tanto sicuro, ragazzo. L'ho visto assassinare persone per molto meno."
Un altro schianto, seguito da rumori di evidente lotta si erano susseguiti al primo piano.
"Merda, ha bisogno del mio aiuto. Devo andare."
"Vengo con te, conosco la casa, so dove si trovano: lo prenderemo alle spalle." Adam si era mosso deciso di nuovo verso la rampa di scale e stavolta Alexandra, pur se titubante, non lo aveva fermato.
"D'accordo." Aveva annuito, seguendolo da vicino, preparandosi ad affrontare il suo creatore una volta per tutte.

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