"Ehi, Todd." Un uomo calvo dalla pelle scura come la pece lo aveva salutato da un capo del tavolo.
"Axel" si era seduto fra di loro, occhieggiando gli altri compagni: Dimitri stava masticando distratto uno stuzzicadenti, mentre Vernon aveva saltato i preamboli ed era arrivato dritto al punto.
"Allora, abbiamo trovato casa?"
"Diavolo, Verne, dove sono finiti i tuoi modi? Non mi offri nemmeno da bere?"
"Non mi sembra tu ne abbia bisogno..." il vampiro più anziano lo aveva scrutato di sottecchi.
Todd aveva sorriso suo malgrado. "Possiamo festeggiare, amici miei!"
Dimitri si era finalmente prodotto in una sorta di ghigno, mentre Axel aveva sbattuto sonoramente la mano sul tavolo. "Grande!"
"Adesso me lo offrite o no un giro?"
"Ci penso io." Dimitri si era diretto al bancone con Axel al seguito, che gli aveva assestato una manata sulla schiena al suo passaggio.
Rimasti soli, Vernon aveva continuato a fissarlo a braccia conserte. "Sei sicuro di non avere altri motivi per festeggiare?"
"Verne..."
"Sento il suo odore su di te. Chi è?"
"Nessuno. Avevo solo bisogno..." si era interrotto, notando l'espressione negli occhi dell'altro. "Fammi prima capire un paio di cose."
"Interessante. Dunque non te ne sei ancora accorto..."
"Cosa?"
"Il tuo sopracciglio. Il taglio... non c'è più." Vernon gli aveva indicato con un cenno del dito.
Todd si era portato le mani al volto: era vero. La cicatrice che si era procurato da ragazzo cadendo nella vasca da bagno si era completamente rimarginata.
"Alla salute!" Li aveva interrotti Dimitri, posando quattro bicchieri di Scotch davanti a loro. Avevano brindato alla nuova abitazione, ma Vernon per tutto il tempo aveva tenuto lo sguardo fisso su di lui.Adam era rientrato presto, aveva sfamato e messo a letto i bambini, prima di chiudersi nel bagno per una doccia ristoratrice. Ne sentiva il bisogno, dopo aver passato l'intero pomeriggio in quella maledetta casa.
Aveva udito Cleo chiudere la porta proprio mentre entrava sotto il getto di acqua bollente, così le aveva dato una voce e si era messo di lena a lavarsi la giornata di dosso.
Una volta finito si era sentito meglio, ma quando la condensa del vapore acqueo si era diradata ed era riuscito a guardarsi bene nello specchio, per poco non gli era preso un colpo.
Aveva una grossa tumefazione sul lato sinistro del collo, una macchia violacea con due croste rossastre nel centro.
"Ma che diavolo...?" Si era chiesto, a bocca aperta, mentre si tastava in preda al panico. Aveva sbattuto da qualche parte cadendo? Si era controllato la testa, ma non aveva trovato bernoccoli, e il resto del suo corpo era latteo come sempre. Aveva toccato una delle croste, che era saltata via facendogli un male terribile e perdendo un rigagnolo di sangue nel processo.
"Oddio..." aveva preso un fazzoletto per tamponare la ferita, con la testa che improvvisamente iniziava a vorticargli frenetica. Era svenuto, quello era stata colpa della casa. Ma quei segni... più li fissava, più un ricordo affiorava dal profondo della memoria. La sensazione di qualcuno, chino su di lui... di un respiro, di denti sul suo collo... aveva fatto quattro passi indietro, rannicchiandosi in posizione fetale sul pavimento, tremante come una foglia. Non sapeva come, ma ne era sicuro... eppure, perché mai Todd Valentine avrebbe dovuto mordergli la gola?
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Il sangue immortale
HorrorAdam Walsh non vedeva l'ora di disfarsi di quella maledetta casa infestata... certo non poteva sapere che il compratore sarebbe stato un affascinante vampiro di nome Todd Valentine.