Capitolo 19

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Todd aveva camminato fino a lasciare un solco sul pavimento a pianterreno dello studio di Adam. Non riusciva a darsi pace: avrebbe dovuto capire le intenzioni di Vernon, in particolar modo dopo la loro ultima lite, invece aveva solo pensato a se stesso senza curarsi della sicurezza del ragazzo, ed ora ne pagavano entrambi le conseguenze.
"Dannazione!" Aveva bofonchiato, livido di rabbia. Vernon aveva oltrepassato il limite, Anziano o meno in qualche modo gli avrebbe dato ciò che si meritava.
Adam era comparso sulle scale con una maglietta pulita e il collo fasciato alla bell'e meglio, meno scosso di pochi minuti prima, ma sempre corrucciato.
"Sono pronto." Gli aveva detto, raggiungendolo. "Andiamo."
Todd aveva annuito, uscendo prima di lui, studiando la strada a lungo prima di fare un cenno all'altro. Erano saliti sulla Subaru dell'avvocato, che dava meno nell'occhio, dirigendosi fuori città.
"Dove stiamo andando?" Adam si era accomodato sul sedile del passeggero, esausto, lasciando l'onere della guida al vampiro.
"Anzitutto, lontano da qui. Poi, vedremo."
"Bene." Erano rimasti in silenzio per qualche chilometro, finchè non avevano raggiunto un fatiscente motel dove passare la notte.
Il vampiro aveva pagato in contanti, nascondendo l'auto alla vista parcheggiandola dietro a dei bidoni, aveva preso le chiavi e si era chiuso dentro con l'avvocato, tirando le tende luride e consunte sui vetri appannati.
Avevano preso una pizza in un locale vicino, e Adam l'aveva sbocconcellata con poco entusiasmo, lo sguardo perso nel vuoto solo in parte focalizzato sulla tv accesa in sottofondo.
"Ehi. E' stata una pessima giornata, perché non ti sdrai e provi a dormire un po'? Hai perso molto sangue..."
"Dormire..." l'altro lo aveva guardato con espressione inaspettatamente vulnerabile.
"Tranquillo. Vai a letto." Todd gli aveva ripetuto nel modo più rassicurante possibile, mentre apriva pagine su pagine di internet con la connessione scadente del motel.
"Cosa stai facendo?" Adam si era tolto le scarpe e infilato sotto le lenzuola con una leggera smorfia di disgusto.
"Sto cercando un posto dove poter stare per qualche giorno. Non possiamo rimanere qui... e probabilmente dovremmo anche cambiare i cellulari, anche se Vernon con la tecnologia è negato."
"Sono d'accordo."
Todd lo aveva osservato di sottecchi mentre tentava di trovare una posizione comoda nel letto sfondato, avvertendo la desiderio di sdraiarsi accanto a lui.
"Dimmi qualcosa..." gli aveva chiesto il biondo, irrequieto.
"Del tipo?" Il vampiro aveva resistito alla tentazione di stuzzicarlo con qualche vaga oscenità.
"Non lo so... come fate a camminare al sole? Non dovreste, che so, prendere fuoco o simili?"
"Prendere fuoco?!" Todd era scoppiato a ridere. "Tu guardi troppi film... perché dovremmo, scusami?"
"Io... non ne ho idea."
"Vuoi anche sapere se siamo vulnerabili ai crocefissi? Spiacente, a meno che non siano d'argento, no. Anzi, alcuni di noi, come Dimitri, sono molto devoti."
"Davvero?"
"Non è tutto bianco o nero, Adam. Siamo ancora molto vicini all'essere umani. Preghiamo, beviamo, scopiamo, soffriamo anche noi..."
"Con la differenza che siete morti?"
"Già con quella piccola differenza." Todd lo aveva studiato, a disagio, ma Adam non sembrava averlo detto con intento aggressivo.
"Parlami degli altri... Dimitri e..."
"Axel. Sono bravi ragazzi. Axel è arrivato qualche anno dopo di me. Un promettente golfista." Il vampiro aveva sorriso, notando la sorpresa sul viso dell'altro. "Dimitri è stato l'ultimo, avrebbe dovuto entrare nella NBA. Dopo ho imposto a Vernon di non fare altre cazzate."
"Vuoi dire dopo Alexandra?"
Todd aveva lanciato un'occhiata carica di significati ad Adam, che aveva abbassato lo sguardo.
"No. Lei è... stata trasformata prima."
"Mi dispiace, non volevo essere..."
"Non fa niente, non ti preoccupare." Il vampiro era tornato a studiare le mappe stradali e le case su internet. Aveva lasciato passare qualche minuto, poi aveva iniziato a raccontare ad Adam qualche aneddoto delle serate trascorse con Axel e Dimitri, per alleggerire la tensione.
"Todd... credi che Vernon sia... insomma..." gli aveva chiesto il ragazzo in equilibrio tra il sonno e la veglia.
"Non è morto. Ma sono abbastanza certo che tu lo abbia ridotto male: un coltello in piena gola non è una passeggiata, anche per un Anziano come lui. Sei stato grande." Gli aveva detto sinceramente, guardandolo arrossire come quando si erano scontrati nel suo studio. Alla fine, aveva sentito il suo respiro farsi regolare, segno che finalmente era riuscito ad addormentarsi.
Todd aveva studiato i lineamenti rilassati del suo volto con una strana sensazione nel petto: era trascorso tanto tempo da quando aveva incontrato qualcuno come lui... aveva sospirato leggermente, notando con amarezza la fede che brillava al suo dito nella penombra della stanza, tornando a rivolgere la sua attenzione al piano di fuga. Un link si era aperto, lasciandolo di stucco: come aveva fatto a non pensarci prima?
Ora sapeva dove potevano andare.

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