"Adam, c'è il signor Valentine per te sulla linea uno." Gli aveva annunciato la voce di Charlene dall'interfono una settimana dopo.
"Va bene, passamelo." Aveva risposto a denti stretti, alzando la cornetta.
"Adam!" Lo aveva salutato la voce profonda dell'uomo, facendogli scendere un brivido freddo lungo la schiena. "Ascolta, so che la consegna delle chiavi è tra tre settimane, però... volevo chiederti se fosse possibile mostrare la casa ai miei parenti."
"Ah, beh..." aveva annaspato, non sapendo cosa rispondere. Poteva rifiutare, in fin dei conti Todd aveva già firmato le carte? "Non sono sicuro di..."
"Per favore, amico, solo una mezz'ora! Mio zio Vernon è parecchio agitato riguardo al trasferimento, e così..."
Diavolo. Ci mancava solo che tentassero di rescindere il contratto. Non sarebbe stato comunque un problema, ma avevano bisogno della caparra e non avevano davvero il tempo per altre beghe legali.
"Ehm, d'accordo... vi manderò..." stava per passare la delega alla sua segretaria, quando si era ricordato che quel pomeriggio avrebbe staccato in anticipo. "Ve le porterò appena finisco, sulle sei, può andare?"
"Grande! Ci vediamo più tardi.-"
Adam aveva riattaccato, la mano sinistra che tornava a cercare il punto ferito sul suo collo, anche se ormai non si vedeva più niente. Era assurdo, doveva certamente esserci una spiegazione razionale, tuttavia, dopo aver vissuto in quella casa, aveva imparato a fidarsi dei presentimenti.
D'altro canto, quella volta non sarebbero stati soli, quindi non c'era nulla di cui preoccuparsi... sempre che lo zio di Todd non avesse voluto vedere la camera da letto..."Ciao, fratello."
Todd aveva alzato lo sguardo dal giornale, incontrando quello di due grandi occhi verdi. "Alexandra. Cosa ci fai qui?"
"Ho sentito che finalmente avete trovato una casa degna di questo nome..."
"Mh. E Axel cos'altro ti ha detto?"
"Avresti potuto dirmelo tu..."
"Così ti saresti autoinvitata a viverci?" Todd aveva appoggiato il giornale seccato.
"Certo che no! So bene che non ti piace avermi intorno..."
"Non soltanto a me. Anche Vernon."
"Vernon." La ragazza aveva arricciato il labbro, disgustata. "Quel verme..."
"Verme a cui hai bruciato la villa, mandando il resto di noi a vivere sotto i ponti."
"Oh, quanto mi dispiace! Forse avreste dovuto pensarci prima."
"E forse non avremmo dovuto affatto trasformarti in una di noi." Todd l'aveva fissata torvo, le zanne che gli pungevano minacciose l'interno delle labbra.
Alexandra era rimasta in silenzio, furiosa, le mani talmente contratte che le nocche erano completamente sbiancate.
"Sei un vero bastardo, lo sai?" Aveva ringhiato alla fine, ricambiando lo sguardo truce.
"Forse, o magari ho ragione io..."
"Vai a farti fottere, Todd." Alexandra era scattata in piedi, travolgendo un paio di camerieri sulla sua traiettoria verso l'uscita dal bar.
Valentine aveva allontanato la sua birra, frustrato, ripromettendosi di fare un discorso serio ad Axel, quella sera...

STAI LEGGENDO
Il sangue immortale
TerrorAdam Walsh non vedeva l'ora di disfarsi di quella maledetta casa infestata... certo non poteva sapere che il compratore sarebbe stato un affascinante vampiro di nome Todd Valentine.