Capitolo 14

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I due giorni successivi erano trascorsi relativamente tranquilli, permettendo ad Adam di tornare a lavoro, pur se con la testa completamente da un'altra parte.
Non riusciva a smettere di rimuginare sulle rivelazioni di Valentine, in particolar modo sulle mire di Vernon nei suoi confronti: se Todd aveva ragione, allora aveva validi motivi per essere preoccupato.
La sua segretaria gli aveva annunciato che un uomo lo attendeva nella sala d'aspetto, così le aveva risposto di farlo passare, sperando di riuscire finalmente a concentrarsi almeno in parte sulle pratiche da sbrigare.
Quando la porta del suo studio si era aperta, tuttavia, era rimasto scioccato nel vedere Vernon Foley sullo stipite.
"Cosa...?!" Aveva esclamato, zittendosi subito: perché Todd non gli aveva detto nulla?
"Signor Walsh, perdoni l'intrusione... spero di non disturbarla."
Adam aveva studiato l'uomo con distacco, cercando di riprendere almeno in parte un certo autocontrollo.
"Ah, no... problemi?"
"Solo uno, in realtà..."
"Sarebbe?"
"Lei."
Il biondo aveva deglutito un grosso groppo di saliva, a disagio.
"Senta signor Foley, io..."
"Abbandoniamo le formalità, le dispiace? Lei ha qualcosa che tutti noi, e per noi intendo io e gli altri con cui convivo, desideriamo." Si era seduto di fronte al lui, serio.
"Il mio sangue..." Adam aveva accantonato a sua volta ogni pretesa di discorso e lo aveva fissato con apprensione negli occhi nerissimi.
"Precisamente. Un elisir di lunga vita per la nostra specie."
"Specie...e io perché dovrei donarvelo?" Lo aveva trapassato col suo sguardo ceruleo, irritato.
"Sfortunatamente, non credo lei abbia molta voce in capitolo."
"Non ne ho? Dunque è venuto per fare cosa, minacciarmi?"
Vernon lo aveva osservato con distacco: "Non penso sia necessario, dal poco che ho potuto intuire, su di lei, è che è un uomo sveglio."
Adam si era spinto indietro sulla poltrona a braccia conserte. "Vada avanti."
Il vampiro anziano aveva interpretato il gesto come un incoraggiamento, così aveva proseguito: "Non vogliamo il suo male, Adam, anzi, l'esatto opposto. Certo, sarebbe un grosso sacrificio da chiedere, considerando la sua famiglia e le sue figlie..."
"Mi sta proponendo di venire a vivere con voi?" Aveva provato a mantenere un tono neutrale, ma gli era sfuggita una nota sarcastica.
"Di essere posto sotto la nostra protezione, sì. Sono sicuro che Todd le avrà menzionato i possibili pericoli per uno nella sua situazione..."
Il biondo non aveva replicato, limitandosi ad ascoltare.
"Ebbene, capisco che non sarà semplice per lei, ma le garantisco che sarebbe l'opzione migliore. Qui vogliamo tutti il suo bene, Adam."
"Accidenti signor Foley, che offerta encomiabile... temo che però sarò costretto a rifiutarla."
Il cambiamento nel viso dell'altro era stato immediato: un'ombra era passata sulla sua espressione amichevole, rendendogli il viso di pietra. Adam aveva osservato i lineamenti marcati, circondati da rughe, notando solo ora che gli stava seduto così da vicino quanto la sua pelle fosse innaturalmente traslucida, eterea. Era certamente parecchio più anziano di Todd, non osava neppure immaginare un numero.
"Sta commettendo un errore, Adam...non si lasci prendere dalla foga del momento. Possiamo trovare un accordo soddisfacente per entrambe le parti."
Un altro accordo. Il ragazzo si era corrucciato, arrabbiandosi ancora di più. "Beh, non si può negare che siate dei contrattatori nati...anche se tutte le alleanze che volete stringere sembrano sempre solo a vostro vantaggio. Mi spieghi come mi dovrei fidare di lei... non mi pare porti grandi garanzie."
"Hm." Vernon aveva sorriso tirato, dopo aver incassato il colpo. "Capisco. Immagino che Todd le abbia parlato di me."
"Può darsi."
"Non ho dubbi che mi abbia presentato come un meschino antagonista, ma mi creda, non dovrebbe prendere tutto quello che dice per oro colato..."
"Mai detto questo."
Il vampiro lo aveva squadrato con curiosità e malizia: "Todd è un vero ammaliatore, non è vero? Affascinante, anche se eccessivamente rozzo.
Trova sempre la parola giusta, il modo di volgere una situazione a suo vantaggio."
"Mi perdoni, signor Foley, ma si potrebbe dire lo stesso di lei..."
"Naturalmente. Le ha raccontato del nostro incontro, suppongo... della triste storia di come lo ho trasformato. Mi creda, sapeva perfettamente a cosa stava andando incontro."
"Signor Foley, non vedo come questo..."
"Forse dovrebbe anche sapere cosa Todd dice di lei."
Adam lo aveva guardato, colto alla sprovvista. "In che senso?"
"Todd ha un debole nei suoi confronti, e non solo per il sangue che porta... la trova seducente. Ha detto che c'è del tenero, fra di voi." Vernon lo aveva fissato con un sopracciglio alzato, allusivo.
Adam si era sentito avvampare, ma non solo di vergogna. "Se anche fosse...?" Aveva udito la menzogna uscire dalle sua labbra, sconcertando tanto se stesso quanto l'altro. Non se ne spiegava il motivo, ma ormai la frittata era fatta. "Lasci che le dica io una cosa: li conosco, quelli come lei, li vedo tutti i giorni, nel mio lavoro. Todd potrà non essere perfetto, potrà anche essere stato un assassino... ma di certo non è un manipolatore come lei vorrebbe farmi credere."
La faccia di Vernon si era incupita mano a mano che pronunciava il suo discorso.
"Faccia attenzione, signor Walsh." Gli aveva sibilato alla fine. "Si ricordi che in questa storia non c'è solo lei..."
Adam era scattato in piedi alla non tanto velata intimidazione. "Proprio come pensavo!" Alla fine il vampiro si era rivelato per quello che era. "Se crede che minacciare la mia famiglia la farà arrivare da qualche parte, la saluto, Vernon. Torni a strisciare nel buco da dove è uscito." Aveva premuto il pulsante per far scattare l'apriporta dello studio, invitandolo ad andarsene.
L'uomo lo aveva fulminato con un'occhiata carica di rancore che non prometteva nulla di buono, ma si era comunque allontanato, senza ulteriori scenate.
Una volta scomparso, il biondo si era accasciato sulla poltrona, il cuore che batteva all'impazzata. Aveva appena preso posizione in una guerra che non capiva, doveva parlare con Todd, la situazione stava scappando ad entrambi di mano. Aveva trovato il cellulare, fissandolo incerto per diversi minuti. Alla fine aveva composto il numero, restando in attesa.

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