Capitolo 37

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Stai indietro" aveva intimato Alexandra, passando davanti ad Adam ed aprendo piano la porta che dallo scantinato dava sul corridoio. "Non vedo nessuno..."
Un forte schianto seguito da rumori di lotta e vetri infranti si era fatto sentire dal soggiorno, facendo sobbalzare entrambi.
"Dannazione! Con Vernon bloccato in cortile, avremmo dovuto avere via libera in casa, , ma ora che il piano è saltato... Todd non può riuscire a sopraffare quel bastardo da solo!"
"Come, non avevi detto che qualcuno lo stava aiutando?" Il biondo aveva interrotto la vampira, sconcertato.
"In teoria si, ma Axel era appostato fuori, in attesa di un segnale e a questo punto temo che mio fratello non possa..."
"Stai scherzando! Vernon ucciderà Todd, è stato molto chiaro a riguardo, non possiamo andarcene e lasciarlo qui!"
"Lo so, Adam, ma quel maledetto non è facile da abbattere: se ha attaccato mio fratello, potrebbe aver anticipato ogni nostra altra possibile mossa, senza contare che avevo promesso che ti avrei" una sedia era volata attraverso l'ingresso fino a sfracellarsi sul muro a pochi metri da loro. "Gesù!"
"Senti, come ti ho già spiegato Vernon non ha interesse a farmi del male al momento, cosa che non si può dire di Todd. Lo so che cosa ti ha chiesto di fare, ma sai meglio di me che non se la caverà senza il tuo intervento."
Alexandra aveva guardato verso il salone con aria combattuta: era innegabile che il ragazzo avesse ragione, suo fratello, per la prima volta dopo tanto tempo, aveva bisogno di lei.
"Giurami che ti terrai in disparte e te la darai a gambe non appena ne avrai l'occasione, o sarò la prima a voler spaccare quella tua testa di pietra."
"Va bene." Aveva annuito l'avvocato, mentre un altro assordante frastuono di mobili copriva entrambe le loro voci.
Insieme, si erano spostati il più silenziosamente possibile lungo la parete del corridoio fino a raggiungere il salotto: Todd e Vernon avevano polverizzato il pianoforte, due vetrine e diversi soprammobili durante la loro feroce lotta per il predominio.
L'Anziano sembrava avere messo Valentine alle corde, puntandolo contro la pesante anta di faggio di un guardaroba, le mani chiuse strette a morsa attorno alla sua gola.
"Che cosa vorresti fare, Vernon, strangolarmi a morte?" Lo aveva deriso quest'ultimo, un rivolo di sangue che gli colava dalle orecchie e da uno dei lati della bocca.
"Oh, tu non morirai, Todd, non prima di vedere il corpo della tua cara sorella ridotto a brandelli tanto minuscoli che stenterai a riconoscerli."
"Improbabile" aveva sogghignato l'altro, macabro. "Alex ti ha già quasi annientato una volta, sarebbe più che felice di tentare di nuovo."
"Puoi scommetterci!" Alexandra aveva fatto il suo ingresso nel salone, le sue iridi scure rese ancora più minacciose da un cupo bagliore tenebroso.
"Ah, finalmente, la famiglia riunita!" L'Anziano aveva sollevato lo sguardo su di lei, senza mollare la presa su Todd.
"Basta, Vernon, lascialo andare."
"Nessuno verrà a salvarti, stavolta. Hai CHIUSO." Valentine gli aveva afferrato il polso, stringendo fino a che non aveva sentito le ossa rompersi: Foley aveva incassato il colpo senza comunque cedere di un millimetro, fissando i due fratelli, sprezzante.
"Siete dei pazzi, se pensate di riuscire a sopraffarmi: così come vi ho creato, posso distruggervi con un semplice schiocco delle dita."
"Sempre che non te le stacchi una ad una." Todd aveva aumentato la violenza della stretta attorno alla sua mano, notando con piacere che l'Anziano non era riuscito a nascondere una quasi impercettibile smorfia di agonia.
"Devo dire che non pensavo ti saresti superato, Vernon, e invece non c'è limite all'orrore che riesci a spargere. Sei un mostro rivoltante, ma stai pur certo che non ti lasceremo scomparire con il ragazzo, non dopo quello che hai fatto a Dimitri."
"Oh, invece è proprio quello che accadrà, mia cara. Tu, tuo fratello e anche quel traditore di Axel, marcirete in fila accanto alle ceneri del vostro amico." Vernon aveva fatto schioccare i denti, e mai più di allora si era mostrato per il demone sanguinario che era. "E il ragazzo resterà con me, fino a quando lo riterrò opportuno... o UTILE."
Il volto di Todd si era contratto in un'espressione quasi bestiale: i suoi occhi si erano spostati dal suo creatore ad Alexandra, e non era servito altro per farle capire cosa stava per succedere.
Valentine aveva sferrato una ginocchiata nel fianco dell'Anziano con tale rapidità che non aveva fatto in tempo a prepararsi ad assorbire il colpo. Le sue costole si erano spezzate con un suono sordo, facendolo crollare in ginocchio, ansimante. Todd aveva rincarato la dose centrandolo in piena faccia con un calcio che avrebbe polverizzato il cranio di qualsiasi altro essere vivente. Alexandra gli era corsa in aiuto, usando tutta la forza che aveva in corpo per bloccarlo disteso a terra.
"Vattene da qui e manda il segnale ad Axel. Daremo fuoco all'intera casa se necessario."
"Sei sicura?" Todd l'aveva guardata con rispetto ma anche evidente timore.
"Cristo, sì, e sbrigati!" Sua sorella lo aveva spinto verso il corridoio, dove, inaspettatamente, Adam stava sopraggiungendo armato di una pesante vanga da carbone.
"Todd!" Aveva esclamato, lasciandola cadere al suolo quando il vampiro lo aveva abbracciato di slancio. "Stai bene?"
"Dovrei chiedertelo io! Cosa cazzo ci fai ancora qui, avresti dovuto scappare!"
"Lo sai che non potevo..."
"Adam, non è a noi che devi pensare, adesso, ma solo a te stesso e alle tue FIGLIE." Valentine lo aveva preso per le spalle e scosso con impazienza.
"Io non..." l'avvocato era stato interrotto dall'improvviso fragore del corpo inerme di Alexandra, sbalzato all'indietro a poca distanza dalla nuca di Todd, contro la porta-finestra che dava sulla veranda dall'altra parte della casa.
"ALEX!" Le parole erano uscite come un grido strozzato dalla gola del vampiro, mentre un Vernon solo in parte malconcio si era manifestato di fronte a loro, il viso una maschera contorta di orrore e morte.
"Porca puttana" Adam aveva esalato alle sue spalle, raggelato.
Todd si era immediatamente frapposto fra lui e il suo creatore a pugni serrati, lo sguardo in parte rivolto a dove era finita sua sorella.
"Togliti di mezzo se non vuoi che ti distrugga." Lo aveva avvertito l'Anziano, eloquente.
"No, Vernon, fatti tu da parte, o ti assicuro che non te ne andrai sulle tue gambe."
"Oh, vorresti fronteggiarmi, da solo, con Alexandra in quelle condizioni, completamente inerme come il ragazzo che ti ostini a proteggere?"
Il biondo aveva registrato il senso delle parole di Vernon nello stesso momento di Valentine, ed aveva immediatamente spostato lo sguardo su di lui, vedendo il suo viso ottenebrarsi in un'espressione di puro spregio.
"TU..." Todd lo aveva afferrato per il bavero della camicia e sollevato ad almeno un metro da terra. Vernon aveva riso sonoramente e gli aveva spezzato l'avambraccio destro senza sforzo apparente, colpendolo successivamente allo sterno con una forza a dir poco sovrumana, mandandolo dritto al tappeto.
Adam aveva cercato a tentoni la vanga, rischiando quasi di rovinarci sopra, e si era ritirato verso il lato opposto del corridoio, tremando per il terrore.
"Davvero pensavi di riuscire a fuggire, signor Walsh? Oltre la porta c'è solo campagna per miglia, e se anche avessi raggiunto la tua macchina, non saresti andato molto lontano." Aveva lanciato un'occhiata a Valentine, che era prono a terra, paralizzato dalle ferite inferte. "Adesso chi combatterà le tue battaglie?"
L'avvocato si era guardato disperatamente attorno, continuando a indietreggiare, sapendo che l'arma che aveva in mano era più che inutile contro il demonio che aveva davanti. Si era ritrovato sulla soglia della camera padronale, dove lui e Cleo avevano dormito insieme diverse notti prima che le manifestazioni spettrali diventassero ingestibili, e che ora doveva evidentemente appartenere a Foley, almeno a giudicare dalle suppellettili presenti dentro.
Gli spettri... adesso che non era più rinchiuso nello scantinato, poteva avvertirne la presenza minacciosa nell'aria. Qualcosa di intangibile si era spostato dietro la coda del suo occhio destro e lui aveva preso un respiro ed era entrato nella camera da letto, in attesa.
Vernon gli era stato subito addosso, approfittando della sua momentanea distrazione per strappargli la pala dalle mani e afferrarlo per un braccio. Gli aveva affondato i denti affilati come rasoi nella carne, facendolo urlare, il cassettone alla loro sinistra che rispondeva alla sua presenza iniziando a sussultare come sotto a un forte terremoto.
"Ah, i tuoi patetici spiritelli" lo aveva deriso l'Anziano, lasciandolo andare, mentre le ossa del polso che Todd gli aveva spezzato si rinsaldavano al loro posto come nuove. "Dunque, che cosa dovrei farne di te? Ti avevo avvertito su cosa sarebbe successo se non mi avessi dato ascolto..."
Cazzo. "Vai al diavolo, Vernon." La sua voce tremava, e non aveva un centesimo in corpo della sicurezza che stava ostentando, ma una cosa era più che lampante: non poteva lasciare a un essere del genere il potere di rigenerarsi a piacimento, a qualunque costo.
"Dunque che cosa vorresti fare, ucciderti, forse?" L'Anziano aveva scosso la testa, divertito. "Non sei un eroe, signor Walsh, sento l'odore della tua paura da qui."
"Non ho mai preteso di esserlo." Al contrario, stava per farsela nei pantaloni, era tutto fuorchè temerario, ma se nessuno poteva aiutarlo doveva cavarsela da solo. Aveva estratto un vecchio coltello arrugginito che aveva rubato prima dal ripostiglio e se lo era puntato al collo. "Stai indietro."
Foley lo aveva fissato interdetto per qualche istante, corrugando le sopracciglia: "Che sciocchezza. Posalo."
"No."
"Sei davvero una delusione, signor Walsh, credi davvero che possa cadere in un tranello tanto stupido?" Gli aveva afferrato la mano con le dita fratturate per sottolineare le sue parole. Un vaso di ceramica era esploso in un sonoro botto di avvertimento alle loro spalle.
'Ci siamo' aveva pensato Adam, cercando di sovrastare il dolore alla mano offesa. Vernon gli aveva torto il gomito, costringendolo a lasciare la presa con urlo di rabbia.
"Avete perso. Presto Todd sarà solo un lontano ricordo, e se non vuoi che anche la tua famiglia faccia la stessa fine, ti consiglio di essere più ragionevole di così."
Adam aveva guardato il vampiro negli occhi scuri e malevoli, aveva guardato dietro di lui l'enorme scaffale a muro mentre veniva divelto dagli spiriti dai blocchi di sicurezza: era antico, pesante e dall'anima in metallo, perfetto per un tentativo disperato. Aveva preso un respiro profondo e ci si era lanciato contro con tutta la propria forza, travolgendo Vernon sul suo cammino. Il mobile era crollato su di loro in un boato a dir poco assordante, portandosi dietro anche parte dell'intonaco del muro retrostante.
Era calato a lungo il silenzio nella stanza, mentre la polvere e i calcinacci si assestavano, volatilizzandosi nell'aria.
Alla fine, un braccio era emerso da sotto la catasta di rottami, togliendosi le assi massicce con poca difficoltà di dosso, prima di estrarne anche il ragazzo biondo svenuto, con un suono irritato.
Foley aveva giusto fatto in tempo a carezzare l'idea di rompergli la spina dorsale come aveva minacciato di fare, quando un fendente lo aveva colpito rapido alla gola, tagliandogliela di netto: si era girato, guardando incredulo il sangue che gli sgorgava a fiotti dalla ferita e sullo stipite c'era Todd, con in mano la lama che era caduta ad Adam durante lo scontro.
Vernon era crollato al suolo, furente, il taglio tanto profondo che stentava a rimarginarsi nonostante la protezione del sangue del ragazzo.
"Non ringraziarmi, non ho ancora finito." Valentine gli aveva affondato il coltello fino al manico nella gola, con un suono di pura soddisfazione, e solo quando Vernon non si era più mosso, si era rivolto dove giaceva l'avvocato per soccorrerlo.
"Cos'è successo?" aveva mormorato il biondo, confuso, dal pavimento.
"Ti sei tirato addosso una libreria per prendere a calci nel sedere quello stronzo. Cerca di stare fermo, sei messo piuttosto male." Gli aveva sorriso il vampiro in un moto di ammirazione. "E io che pensavo di doverti proteggere!"
"Sì, e guardami adesso...è morto?" aveva chiesto Adam, lanciando un'occhiata al contrario al corpo esanime dell'Anziano.
"Lo vorrei tanto, ma no: per quanto gravemente l'abbia trafitto, il coltello non è d'argento, e con il tuo sangue in corpo non so per quanto rimarrà fuori gioco. Dobbiamo trovare il modo di avvisare Axel, perchè non ho intenzione di lasciarti da solo con lui."
"Credi che Alexandra sia...?"
"Non lo so. Non ho ancora... appena sono riuscito ad alzarmi, sono corso da te." Todd aveva guardato la porta, pensando a come aveva visto cadere la sorella.
"Ho capito. Tu stai bene? Hai bisogno di sangue? Il tuo braccio..." Adam l'aveva sbirciato di sottecchi, preoccupato.
Valentine lo aveva osservato indietro, con un leggero sorriso: "No, sono ancora tutto intero, più o meno."
"Todd. Sono sopravvissuto a Vernon e al crollo di una parete, non sarai certo tu ad uccidermi." Adam gli aveva porto il braccio dove Foley lo aveva morso pochi minuti prima.
"Lascia stare."
"Perchè devi essere sempre cosi testardo..."
"Ma che cavolo è successo qui dentro?!" aveva esclamato una voce sopra di loro, facendoli sussultare.
"ALEX!" Todd era balzato in piedi in una frazione di secondo. "Sei... stai bene, grazie al Cielo." Aveva preso sua sorella d'impeto tra le braccia, sollevato.
"Si, ma cerca di fare piano, credo di avere qualche vertebra fuori posto." Si era tirata indietro lei, imbarazzata. "Allora, ehm, cosa... che DIAVOLO è successo a Vernon?"
"Ah." Todd aveva guardato compiaciuto nella direzione dove giaceva il loro creatore. "Te lo spiego dopo, per prima cosa dobbiamo bruciarlo una volta per tutte, o ce lo ritroveremo addosso in men che non si dica. Puoi aiutami a portarlo fuori?"
"Certamente." Alexandra si era inginocchiata per assisterlo. "E il ragazzo?"
"ADAM è ferito, rimarrà qui finchè questa storia non sarà conclusa. Pensi di poter sopportare i fantasmi da solo per qualche minuto?" Todd era tornato a chinarsi sul suo amante, che stava tentando debolmente di girarsi in una sorta di posizione di sicurezza.
"Non è un problema... ma fate attenzione."
"Certo." Todd gli aveva accarezzato un lato del viso, osservandolo in silenzio. Adam aveva intuito dall'espressione sul suo volto che avrebbe voluto dirgli molto di più, e si era sporto leggermente in avanti in un muto invito. Si erano baciati senza esitazione sulle labbra, tornando entrambi con la mente ai momenti che avevano condiviso in quei pochi giorni trascorsi insieme.
"Ehm, vogliamo metterci al lavoro, prima che si svegli? Io lo prendo per i piedi." Alexandra aveva distolto lo sguardo, chiaramente a disagio.
"Sì. Ci vediamo dopo." Valentine aveva strizzato l'occhio all'avvocato, lasciandolo andare controvoglia, scomparendo con il corpo immobile di Vernon nel corridoio.
Adam era rimasto disteso, improvvisamente sopraffatto dal forte odore metallico del sangue versato, misto a polvere d'intonaco e sudore. La testa aveva preso a pulsargli, e si era ritrovato a dover chiudere gli occhi per l'improvviso senso di vertigine che il contraccolpo doveva avergli causato: sapeva di non doversi addormentare, dopo un simile trauma, ma il richiamo delle tenebre era troppo forte e lui era troppo esausto al momento per opporsi, così si era lasciato scivolare nell'oblio a braccia aperte, abbandonandosi completamente a un sonno inquieto.

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