<<Buongiorno Hyung! Come hai dormito?>> Lo salutò Jungkookie. Jimin non rispose, anzi alzò le coperte fino alla testa per nascondere le urla dell'amico.
<<Male, non ho voglia di parlare. Lasciami in pace>>, rispose.
<<Dai! Jimin alzati! Ti ho preparato la colazione!>>, affermò Kookie. Jimin si stancò delle sue continue urla e si alzò. Andarono insieme in cucina, e con sua sorpresa, notò la tavola perfettamente apparecchiata con la sua colazione servita. Jungkook amava prendersi cura del suo hyung, anche se quest'ultimo lo trattava sempre male. Jimin era ormai un pezzo di ghiaccio, sempre freddo e scontroso con tutti. Ma lui, rispetto agli altri, sarebbe rimasto, in onore dell'amicizia che li lega, sempre al suo fianco.
<<Quando torni a casa tua? Dai tuoi? Non ti voglio fra i piedi>>, rise Jimin. La colazione lo mise di buon umore, infondo, se non fosse stato per il coniglietto, non avrebbe mangiato. Era molto sfaticato di prima mattina, amava lamentarsi e saltare la scuola.
I ragazzi si trasferirono lì all'età di 16 anni. Decisero di affittare un appartamento insieme e di condividere le spese. Erano molto entusiasti della loro scelta, l'amicizia che li legava era la cosa più importante. Finché però qualcosa cambiò. E questo fu Jimin. Non vedeva più il piccolo Kookie come il suo migliore amico, il compagno di giochi, il bimbo ormai adulto che non l'aveva mai abbandonato in tutta la sua vita. Adesso era un fastidio, qualcuno di cui non potersi liberare. Amava stare da solo, ma Jungkook non glielo permetteva.
<<Questa è anche casa mia, non ti lascerò solo hyung, mai>>, rispose il minore. Posò in lavastoviglie i piatti sporchi e prese la cartella per andare a scuola.
<<Sei pronto hyung?>>, domandò. Jimin gli lanciò un'occhiataccia e Jungkook scoppiò a ridere. Arrivarono in poco tempo, davanti alla scuola non c'era nessuno, solo Hoseok. La campanella era già suonata da un po', ma nessuno dei tre ragazzi era intenzionato ad entrare. Jimin si sedette sul muretto posto all'ingresso e Jungkook salutò Hosoek.
Quel trio era il più temuto da tutta la scuola. Non che fossero bulli, questo no, ma diciamo che bastava farsi gli affari propri per rimanere al sicuro. Hoseok era un ragazzo tranquillo, solare e gentile. Era entrato in quel gruppo inizialmente per la popolarità di Jimin. Ormai erano amici, e non voleva lasciarlo, nonostante non sopportasse più gli occhi preoccupati della gente ogni volta che passavano. Fingeva, sempre. Quando era in pubblico diventava il clone di Jimin. Freddo, cattivo, incurante delle altre persone.
Jungkook invece era il più piccolo dei tre, e il più sincero. Era rimasto se stesso, sempre cordiale e premuroso nei confronti di tutti. A volte portava dei regalini per il compleanno dei suoi compagni, o li aiutava con i compiti. Non sopportava vedere nessuno in difficoltà. Questo fu uno dei motivi per cui rimase a fianco del suo hyung. Lo adorava, gli voleva un mondo di bene. Erano cresciuti insieme, si erano conosciuti alle elementari e da lì non si erano mai più lasciati. Jimin era la sua luce, gli era sempre stato vicino nei momenti bui, si era preso cura del piccolo Kookie. Questo fino al compimento dei suoi 16 anni, da lì tutto cambiò.
<<Jungkook vai in classe, forse puoi ancora entrare>>, gli consigliò Hoseok. Sapeva quanto ci tenesse ad avere una buona media scolastica, voleva rendere orgogliosi i suoi genitori e dimostragli che anche se è andato via da casa così piccolo, è in grado di cavarsela da solo. Ormai aveva 19 anni, aveva capito come stare al mondo.
<<Ormai non fa nulla hyung, perderò qualche ora>>, sorrise. Jimin rimase impassibile di fronte a quello scambio di opinioni. Gli dava fastidio ascoltare le loro voci. Sapeva però che se si fosse alzato, entrambi l'avrebbero seguito.
<<Jimin hyung tutto bene? Hai gli occhi un po' rossi, sei stanco?>>, domandò Jungkook. Si mise in ginocchio davanti a lui e gli prese il viso fra le mani. Ne accarezzò le guance, guadagnandosi un sorriso falso del suo hyung.
<<Sto benissimo, ora vai in classe>>, gli ordinò. Jungkook abbassò lo sguardo, rimase deluso, come sempre. Buttò giù un altro colpo, ormai ne aveva incassati a centinaia. Sperava ancora che un giorno il bimbo spensierato, quell'amico fedele e dolce che era Jimin, tornasse. Non avrebbe mai perso le speranze, non avrebbe mai ceduto davanti a questa versione finta di Jimin.
<<Va bene. Buona giornata hyung, se vuoi ci possiamo vedere per pranzo. Ciao Hobi!>>, li salutò. Jimin lo guardò fino a quando la porta d'entrata non si chiuse dietro di lui. Sospirò felice.
<<Finalmente è andato via>>, affermò.
<<Jimin, non mi piace come ti stai comportando. Lui ti vuole bene, non trattarlo male. Che ne hai fatto del mochi che conoscevamo?>>, domandò Hoseok. Con una mossa rapida Jimin si alzò e lo spinse fino a sbattere contro il muro.
<<Non provare mai più a ricordare quei tempi chiaro? Sono passati, ero solo uno stupido ingenuo, questo è il vero Jimin. Se non ti piaccio, non saremo più amici, non provare a cambiarmi, non ci riuscirai>>, lo minacciò. Hoseok rimase fermo. Non voleva farlo arrabbiare ancora di più. Jimin odiava parlare del suo passato e ogni volta che qualcuno lo nominava diventava irascibile. Loro erano gli unici amici che gli erano rimasti, ma non gli importava di perderli. Credeva che sarebbero rimasti al loro fianco per sempre, anche se li avesse maltrattati. Aveva ragione.
<<Ritiro tutto, mi dispiace ok? Adesso ti calmi e andiamo in classe>>, propose Hosoek. Jimin scoppiò a ridere e lo lasciò andare, facendolo cadere a terra.
<<Fai quello che ti pare, io torno a casa. Ci vediamo in giro>>, lo salutò. È così andò via. Lasciando Hosoek perplesso.
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Eccoci in una nuova Jikook!
Spero davvero che vi possa piacere, fatemi sapere cosa ne pensate🙈❤️
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Affection (Jikook)
Fanfiction"Ti insegnerò a dare affetto, ti farò conoscere l'amore, la felicità, tutto ciò che in questi anni ti è mancato. Tornerai a vivere Jimin hyung te lo prometto. Ritornerai ad essere il bambino spensierato di cui mi sono innamorato" Gli sussurrò Kookie...