Capitolo 21

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Terminata la cena Jimin propose di vedere un film. Non aveva nessuna voglia di parlare, così per evitare le mille domande del suo ragazzo, cercò di sviare così. Il minore non era stupido, e voleva assolutamente chiarire la questione dei genitori di Jimin. Uno di questi giorni sarebbero arrivati, e lui non voleva vedere ancora una volta il biondo in preda alla furia.

D'altro canto, per il maggiore la questione era chiusa, non ci avrebbe mai più parlato, né aperto la porta di casa loro. Li odiava con tutta la sua anima.

A Jungkook dispiaceva quella situazione, voleva il meglio per il suo ragazzo, e la famiglia era una parte importante della vita. Sapeva che la sua poteva in qualche modo rimpiazzarla. Tutti amavano Jimin.

<<Hyung...dobbiamo parlare dei tuoi genitori. Prima affronti la cosa, meglio starai>>, affermò. Portò le sue grandi mani sulla pelle liscia del suo hyung. Sapeva che si sarebbe scaldato subito, era un argomento troppo toccante quello, ma per fortuna si fidava di lui. Era l'unico con cui parlava ed esprimeva quello che provava nei confronti di quelli che considerava solo generi adottivi.

<<Non ho nulla da dire Kookie. Non voglio vederli, né parlare di loro. Hanno già avuto troppa importanza>>, spiegò Jimin. Si rilassò sotto il tocco amorevole del suo fidanzato. Durante la sua assenza aveva davvero sentito la sua mancanza, voleva averlo vicino sempre. A volte non si spiegava neanche lui i suoi continui cambi di umore. Sperò solo che non lo abbandonasse per questo.

<<E se venissero qui? Se non pagassero l'appartamento? O i tuoi studi?>>, continuò. Aveva già pensato ad una soluzione, bastava trovare un lavoro. I suoi genitori erano costretti dalla legge ad aiutarlo economicamente, dovevano ancora versare parte del mantenimento arretrato. Tutti quei soldi li aveva sempre impiegati nel pagamento delle bollette, eventuali vacanze con Kookie. Quel piccolo angolo di paradiso che si erano creati non glielo avrebbe tolto nessuno.

Nonostante questa certezza, aveva in programma di trovarsi un lavoretto, anche per tenersi occupato. Jungkook non poteva essere la sua unica distrazione.

<<Non ti preoccupare ok? Gestiremo tutto. Basta che rimani al mio fianco. Sono più tranquillo quando sei con me>>, sorrise. Jungkook gli lasciò un tenero bacio a stampo. Era così felice in quel momento. Gli bastava poco.

<<Sei sicuro? A me sembri ancora scosso>>, rispose preoccupato. Gli occhi di Jimin non erano ancora sereni, c'era dell'altro, che però non voleva confessargli. Fin dall'inizio aveva sempre avuto paura che prima o poi Jungkook si sarebbe stancato i tutti i suoi drammi. Non aveva completamente torto. Il minore aveva pensato molte volte di abbandonare il colpo e tirarlo indietro, ma non c'era mai riuscito. Jimin era la sua calamita.

<<Sono stanco di tutto questo. Vorrei tanto avere una famiglia normale dalla quale tornare. Festeggiare i compleanni insieme, organizzare cene per le festività, scambiarsi regali, parole di conforto. Io non ho mai avuto tutto questo. È così frustrante vedere ogni volta il proprio sogno infranto. Sono stanco di provarci>> spiegò. Dalle sue parole si percepiva tutta la tristezza e delusione che aveva provato in quegli anni terribili passati a casa con loro. Jungkook lo ascoltò in silenzio. Erano rari quei momenti in cui Jimin abbatteva le sue difese e gli permetteva di aprire le porte del suo cuore. In quel momento sentiva di farlo, e non l'avrebbe interrotto.

<<Sono felice di averti, hai sempre rappresentato la mia sicurezza, la casa sa cui tornare. Ci sei sempre stato nella gioia e nel dolore. Ti devo così tanto, non basterebbe una vita per ripagarti>>, lo abbracciò. Si guardarono intensamente negli occhi. La stanza era piena dei loro sospiri, dallo schiocco di qualche bacio, da qualche risata strappata. Si percepiva l'amore, bastava solo guardarlo.

<<Sai cosa mi hai fatto innamorare di te?>>, domandò Jungkook alzandosi. Gli si era addormentato il braccio in quella posizione. L'altro però non perse occasione per infilarsi fra quelle del maggiore.

<<La tua purezza. Sei così indifeso, piccolo, dolce, bellissimo. Nessuno conosce il tuo cuore come me, e quella è la parte più bella. Se qualcuno mi chiedesse cosa mi piace di più di te, direi tutto. Perché ti amo interamente. Dalle tue labbra carnose, al tuo sorriso radioso, la risata melodiosa, la tua pelle liscia e profumata di vaniglia. La tua eleganza nel movimento, il tuo carattere deciso, il tuo modo di difendermi. Amo le tue mani piccole quando si posano sulla bocca se le risate diventano rumorose, i tuoi occhi ridotti in due fessure per felicità. Amo quando arrossisci se ti faccio un complimento, quando ti volti cercandomi con lo sguardo per poi sorridere per avermi trovato. Credo che non finirei mai di elencare i tuoi pregi e difetti. Ma sappi che amo ognuno di questi>>, gli sussurrò massaggiandogli il collo. Jimin si sciolse così tanto da arrivare a piangere. Era commosso davanti a tutto quell' amore che stava vivendo. Si sentiva così fortunato, felice, incredulo che stesse accadendo a lui. Forse davvero per tutti esiste il lieto fine, e Jungkook era il suo.

<<Ti amo tanto Jungkookie>>, lo baciò. Il minore si sdraiò completamente sopra il maggiore, cercando di non pesar troppo sul suo piccolo corpo perfetto. Le sue mani vagavano su tutto il suo corpo, lo accarezzava delicatamente lasciandoci dei baci. Jimin ogni tanto rise, era davvero rossissimo per l'imbarazzo. Vedere Il suo piccolo ormai così uomo e preso da lui lo faceva sentire desiderato. Vedere come si accendesse la passione con un bacio, come entrambi si desiderassero così tanto da non tenere le mani apposto mai. Era stato uno stupido a non accorgersi prima della loro complicità.

Jimin gli lasciò dei baci sul collo facendo mugolare il minore dal piacere. Quelle labbra sapevano farlo impazzire, qualsiasi punto toccassero.

Per quella sera decisero di non andare oltre. Era ancora presto, e per Jimin era già stata una grande prova avere Jungkook così vicino senza provare fastidio o reagire male. Era molto orgoglioso di chi diventava in sua presenza. Era orgoglioso di poter essere finalmente se stesso. E gli piaceva quella versione. Avrebbe lottato per mantenerla.

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Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora