<<Mi ami ancora?>>, sussurrò Jimin. Il minore lo fece alzare, incontrando i loro visi.
<<Ti ho amato per una vita intera, credi che possa smettere in un giorno?>>, lo prese in giro. Ma Jimin non rise. Era davvero preoccupato, e questa scelta lo aveva spinto a raccontargli tutto, anche se si fosse arrabbiato il doppio.
<<Non lo so, non capisco nulla di quello che accade fra di noi>>, affermò sconfitto. Era così difficile decifrare quello che provava, da far diventare tutto una lotta continua, e lui ne aveva già affrontate troppe.
<<Dimmi cosa è successo, per iniziare>>, si staccò. A Jimin mancò subito quel contatto rassicurante, sarebbe stato più tranquillo rimanendo fra le sue braccia.
<<Sono andato dai miei genitori qualche giorno fa. Sono venuti a scuola e ho dovuto seguirli. Come sempre mi hanno trattato male, dandomi un ultimatum. Devo rispettarli e tornare ad essere il figlio perfetto se voglio continuare gli studi e vivere con te. Purtroppo, la casa è di loro proprietà e se non li ascolto possono fare di me quello che vogliono, anche la legge è dalla loro parte>>, spiegò. Jungkook rimase deluso e preoccupato allo stesso tempo. Avrebbe dovuto portarlo con sé, come l'altra volta. In questo modo la sofferenza sarebbe stata minore perché se li sarebbe presi lui gli insulti al suo posto. Il maggiore aveva già sofferto troppo.
<<Mi hanno detto che erano pentiti e che volevano ricominciare tutto da zero, ma io non gli credo. Non posso farlo, non ci riesco. Mi hanno rovinato la vita>>, affermò sull'orlo di piangere. Il maggiore si aspettò un abbraccio, un bacio, qualsiasi contatto da parte del proprio ragazzo, ma non arrivò.
<<Avresti dovuto dirmelo, ho pensato di tutto in questi giorni. Possiamo risolverla insieme, ma tu non mi consideri. Non puoi affrontare tutto da solo Jimin. Questa storia ti sta distruggendo, ed io non posso aiutarti se non ti confidi. Perché non mi hai portato con te?>>, domandò irritato. Jimin abbassò la testa. Per la prima volta il minore non lo stava capendo. Non era dalla sua parte. E pensare che lui sapeva benissimo quanto fossero forti i loro scontri, quanto fossero spietati i suoi genitori.
<<Perché volevo tenerti al sicuro, lontano da loro. Potrebbero anche ricattarmi usando te se non li ascolto. Saresti l'unica cosa in grado di farmi cedere. Questa è anche casa tua, se smettono di pagare dove vivrai? Non si parla solo di me. Per una volta volevo anche io proteggerti>>, mormorò dolcemente. Jungkook non poté non sorridere di fronte a quelle parole. Infondo l'aveva fatto per lui, aveva paura che gli accadesse qualcosa, e questa è una dimostrazione d'amore.
<<Forse dovresti dargli una possibilità, magari sono cambiati davvero e vogliono ricostruire il vostro rapporto. Ti hanno ricattato perché sanno che hai un carattere difficile e non ascolti mai nessuno, compreso me>>, spiegò. Jimin si allontanò un po'. Sapeva che glielo avrebbe chiesto, questo era uno dei tanti motivi per cui non voleva dirglielo. Jungkook era cresciuto in una famiglia piena di amore, di rispetto reciproco, in un clima sereno. Questo lo ha portato ad avere fiducia in tutti, credere nel pentimento e nel perdono di ogni sbaglio. Ma non funzionava così anche nella vita reale. Ci sono delle cose che non possono essere perdonate per la loro gravità.
<<No, non la meritano. Tu sai tutto il male che mi hanno fatto, perché non mi sostieni? Io non voglio costruire nulla con loro, anzi vorrei liberarmene ad essere sincero. Non mi hanno mai considerato come figlio, ero sempre il classico bambino adottato che sente la differenza con quello naturale. Non ho avuto un briciolo d'amore. Ho 20 anni, il passato non si cambia e il futuro è incerto. Chi mi assicura che mi vorranno davvero bene e che non sia una trappola? Jungkook io ho paura. Tanta, troppa. Ho bisogno che tu mi stia vicino>>, lo supplicò. Il minore si avvicinò colmando la distanza fra i loro corpi. Il maggiore scoppiò piangere, e Jungkook lo tenne stretto a sé, volto ad assorbire tutto il male che il piccolo corpo del suo ragazzo stava provando. Aveva sottovalutato la cosa, credeva che fosse una delle solite litigate che avvenivano fra di loro, erano più o meno una volta alla settimana, ma non gli aveva mai dato così tanto peso. Invece finalmente qualcosa era cambiato e Jimin lo stava supplicando di stargli vicino. Questo lo fece sentire apprezzato e desiderato.
<<Ascoltami, non faremo nulla per ora ok? Devi stare tranquillo, andrà tutto bene. Potremmo trovarci un lavoro e pagare le spese, tanto siamo grandi ormai. Ma so che non è questo il vero problema vero?>>, domandò accarezzandogli la testa. Jimin tirò su con il naso e prese un fazzoletto. Non aveva mai pianto così tanto in tutta la sua vita. Era diventato super sensibile.
<<Ho fatto un sacco di incubi l'altra notte. L'unica cosa che vorrei è avere anche io una famiglia normale, e mi fa rabbia perché è qualcosa di irrealizzabile. Vorrei riavere i miei genitori naturali, ma mia madre è morta, e mio padre ha pensato bene di abbandonarmi ai servizi sociali. È tutta colpa loro se io sono così, se non posso amarti come meriti. Sono un ragazzo difficile, ho un sacco di problemi irrisolti. Non so quale pazienza ti spinga ancora a rimanere con me>>, sospirò.
<<Ti amo, e vorrei che ti fidassi di me. Mi fai una promessa hyung?>>, domandò serio. Jimin si asciugò gli occhi per vederlo meglio. Doveva la vita a quel bellissimo ragazzo di fronte a lui.
<<Si>>, rispose.
<<Promettimi che non ci saranno più segreti, che mi dirai tutto. Se c'è da soffrire lo faremo insieme, e quei due stupidi li annientiamo insieme ok?>>, gli fece il solletico. Jimin rise a crepapelle, promettendogli tutto pur di farlo smettere.
<<Ti giuro, non so cos'abbia fatto per meritarti, ma ti amo più di ogni altra cosa>>, rispose prima di saltargli addosso e baciarlo.
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I nostri Jikook si amano troppo per lasciarsi🙈❤️
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Affection (Jikook)
Fanfiction"Ti insegnerò a dare affetto, ti farò conoscere l'amore, la felicità, tutto ciò che in questi anni ti è mancato. Tornerai a vivere Jimin hyung te lo prometto. Ritornerai ad essere il bambino spensierato di cui mi sono innamorato" Gli sussurrò Kookie...