Capitolo 3

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<<Ok, ora staccati>>, disse Jimin sorridendo. Jungkook gli scompigliò i capelli e sistemò i piatti. Aveva cucinato il patto preferito di Jimin, carne con riso e verdure varie. Il maggiore mangiò tutto di gusto, ringraziò anche! Sarà forse merito dell'abbraccio?
Entrambi rimasero un po' a parlare, e poi verso le 23 dritti a letto.

La loro casa non era molto grande. C'erano due stanze da letto, un bagno, una cucina comunicante con il soggiorno, e un garage. Entrambi mantenevano bene il loro spazio vitale, Jimin se ne stava per i fatti suoi e Jungkook pure. Ogni tanto uno dei due andava dall'altro per assicurarsi che stesse bene. Quel silenzio era preoccupante.

Jungkook si addormentò subito, mentre Jimin no. La discussione avuta con Hosoek sul suo passato, e la storia dei suoi genitori con il minore gli avevano tolto il sonno. Ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva quel piccolo bimbo che correva sui prati di margherite con in mano una macchinina da corsa. Correva da solo, come lo era sempre stato. I primi tempi neanche Jungkook giocava con lui. Era visto come un bambino strano, da cui stare alla larga. Finché però un giorno, i suoi genitori decisero di non basarsi sulle voci di corridoio, ma di permettere al proprio piccolo di conoscerlo. Quella fu la scelta migliore che potessero fare. Incontrarlo fu la salvezza per Jimin, anche se ancora, dopo anni e anni, non se ne era reso conto.

Turbato da quei pensieri Jimin si alzò. Pensò di andare a prendere un po' d'acqua in cucina, ma i suoi piedi si mossero verso un'altra direzione. La camera di Kookie. Entrò piano, non voleva disturbare. Si sedette per terra e lo ammirò. Gli costava ammetterlo, ma lo invidiava. Tanto.

Avrebbe voluto scambiare le loro vite. Essere una brava persona amata da tutti, essere dolci, comprensivi, essere una sicurezza. Questo era Jungkook per lui. Una sicurezza.

Forse era l'ansia dovuta al pensiero che una volta chiusi gli occhi, gli incubi sarebbero tornati. O forse semplicemente voleva bene al piccolo Kookie. Jimin si stupì di quello che aveva appena fatto. Si stava sciogliendo di fronte all'amico che dormiva? Che diavolo gli stava succedendo? Questi sentimenti sono per persone deboli, si ripeté.

Così andò via di lì. Nel farlo però fece troppo rumore, svegliandolo.

<<J-Jimin?>>, domandò assonnato.

<<Si sono io, torna a dormire>>, gli ordinò.

<<Tutto bene Hyung? Hai fatto un incubo?>>, chiese Kookie. Jimin spalancò gli occhi. In quel momento odiò profondamente il suo amico. Lo conosceva troppo bene, aveva già capito tutto. Se ne andò senza dire nulla e Jungkook si alzò per rincorrerlo. Il maggiore iniziò a sbraitare frasi senza senso e Kookie rimase in silenzio, ascoltandolo.

<<Vai a letto, sono le due del mattino>>, gli ordinò di nuovo. Jungkook rimase lì.

<<Hyung, è da stamattina che sei strano, mi dici cos'hai? È colpa mia?>>, domandò preoccupato. Di nuovo quella sensazione fastidiosa colpì il cuore di Jimin. Sensi di colpa. Sempre e solo nei confronti di Jungkook.

<<Stai zitto, non iniziare con i sentimentalismi, io non sono come te. IO NON SONO COME TE>>, urlò.

Jungkook cercò di prendere il suo hyung con lo sguardo smarrito fra le braccia, ma quest'ultimo lo spinse, fino a farlo cadere. Batté il braccio a terra, facendosi male.

E fu lì che qualcosa di ruppe. Un pezzo del cuore di Jimin si spezzò. Nonostante credesse di non possederlo più. Vedere Jungkook dolorante a causa sua, gli fece venire voglia di picchiarsi fino a farsi uscire il sangue. Lui non meritava questo trattamento. Lo aiutò ad alzarsi, chiedendogli scusa almeno un milione di volte. Il più piccolo stette zitto.

<<Jungkookie.....vuoi che prenda del ghiaccio?>>, domandò timoroso. Jungkook si asciugò una piccola lacrima di dolore e si voltò.

<<No. Voglio che mi dici cosa ti sta succedendo. Stai male, lo so, lo vedo. Cosa c'è hyung, confidati con me>>, affermò il minore. Portò una mano sul viso di Jimin e posò il braccio dolorante sulla gamba. Tenerlo teso gli faceva male.

<<Non lo so. Odio provare qualsiasi emozione. Io non voglio provare nulla. Non voglio neanche che tu mi stia accanto, vedi come finisce? Ti faccio soffrire. Non meriti un amico così>>, rispose. Tolse la mano di Jungkook dal suo viso e se ne andò.

<<Se esci da quella porta, ti puoi dimenticare di me>>, gli disse Jungkook. Il minore odiava parlargli così, ma aveva bisogno di risposte e quella sera le avrebbe ottenute. Jimin rimase fermo. Generalmente se ne sarebbe fregato degli ultimatum, ma le sue parole lo pietrificarono. Aveva paura di perderlo, altra emozione che non provava mai.

<<Ok! Ok!>>, urlò. Tornò a sedersi. E guardò Kookie negli occhi.

<<Jimin, ti voglio bene. Tanto. Dico sul serio. Mi fa male vederti così chiuso, triste, perso nelle tue lotte interiori. Perché non possiamo lottare insieme? Posso aiutarti, capirò e accetterò tutto quello che mi dirai. Sono anni che ci conosciamo, e tu, non sei questo pezzo di ghiaccio di fronte a me>>, spiegò. Jimin si sentì vulnerabile, pronto a piangere a momenti. Si odiava. Odiava sentirsi così esposto davanti al suo amico che stava morendo dalla preoccupazione.

<<Non mi sento pronto. Mi dispiace vederti così preoccupato, ma non riesco a parlare, sento come se avessi un macigno dentro che non mi fa respirare>>, affermò. Jungkook si avvicinò di più a lui.

<<Va bene, lasciamo stare. Adesso vieni, dobbiamo andare a letto>>, disse il minore. Jimin si alzò senza storie e lo seguì. Arrivarono davanti alla camera di Kookie, e il più grande cercò di andare via.

<<Dormi con me hyung, il letto è grande>>, propose. Jimin ci pensò su. Non voleva disturbarlo ancora, era stato un santo per non averlo ancora mandato a quel paese dopotutto quello che gli aveva fatto. Non voleva approfittarsene. Non voleva però dormire da solo. O gli incubi sarebbero tornati.

<<Va bene, solo per oggi>>, affermò entrando. Jungkook sorrise soddisfatto e si sdraiò. Si ritrovarono faccia a faccia, pochi centimetri distanziavano i loro visi. Jimin era un fascio di nervi, teso come una corda di violino. Avevano dormito mille volte insieme, ma questa era diversa.

<<Buonanotte hyung>>, disse Jungkook. Gli lasciò un bacio sulla guancia e insieme si addormentarono sorridendo.

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Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora