Capitolo 17

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<<Jimin ti sei fatto male? Ci sono cocci ovunque>>, disse Jungkook raggiungendolo. Lo aiutò ad alzarsi da terra. Per fortuna non era ferito, c'era un gran casino.

<<Dove sei stato? Con chi? Perché non mi hai avvisato?>>, domandò il maggiore. Tolse con rabbia le braccia di Kookie che gli avevano circondato il ventre. Si sentiva messo da parte, non voleva quel contatto così dolce che il piccolo avrebbe riservato solo a lui.

<<Ero con Yoongi hyung, aveva bisogno di aiuto, domani ha l'esame di matematica>>, spiegò calmo. Jimin aveva gli occhi che sprigionavano fuoco. Dopo il loro bacio non avevano avuto un chiarimento, e il minore non aspettava altro che sentire cosa avesse provato il suo hyung.

<<Cos'è adesso non conto più per te? Ti avevo chiesto di tornare a casa per parlare, ma tu sei stato con lui!>>, urlò. Gli dispiaceva parlargli così, ma voleva fargli capire che odiava quando gli disubbidiva. Jungkook però era un amico, non ancora il suo ragazzo, non poteva rivolgersi con tanta durezza. Nonostante questi pensieri, il minore stette zitto. Lo lasciò parlare perché era meglio che si sfogasse. Avrebbe buttato giù qualsiasi boccone amaro, insulto ricevuto. Jimin era fragile, e lui avrebbe protetto e impedito che il suo amore crollasse.

<<Jimin, calmati ok? Vieni qui>>, affermò aprendo le braccia. Jimin scosse la testa. Il minore riuscì a prenderlo in quanto era più forte. Si sedettero a terra, Jimin fra le gambe di Jungkook.

Lo guardò intensamente. Aveva capito che il maggiore fosse solo geloso, e questo gli piaceva. Molto.

<<Non c'è nessuno più importante di te nella mia vita chiaro? Ancora non hai capito quanto tengo a te?>> Domandò accarezzandogli le guance. Jimin si calmò, momentaneamente. Aveva così tante cose da dire, ma non sapeva come. Avrebbe tanto voluto confessargli che non riusciva a non pensare a nient'altro che le labbra del minore sulle sue. Di come avesse dato di matto, una volta scoperto che sarebbe tornato tardi. Non voleva passare neanche un'ora separati. Senza di lui si sentiva vulnerabile, alla merce dei leoni più affamati.

<<Da quando siete così amici voi due? C'ero prima io nella tua vita, ti ricordo>>, continuò. Jungkook sorrise davanti a quella scena. Aveva messo il broncio come i bambini, ed era davvero dolce. Se solo avesse saputo che il suo cuore apparteneva interamente a lui, sarebbe finito tutto.

<<Non essere geloso, lui è solo un amico. Non avrà mai il nostro rapporto ok? Nessuno, e dico nessuno, prenderà mai il tuo posto. Sarai sempre la mia prima scelta>>, affermò tranquillizzandolo. Quelle parole furono il colpo di grazia. Jimin si calmò e lo abbracciò. Aveva bisogno di sentirselo dire, di sapere che Jungkook era solo suo. Quel tizio strambo con i capelli verdi non li avrebbe allontanati.

<<Io...non so come fai, ma riesci sempre a calmarmi. Mi sento come se non fosse successo niente ora. Avevo solo bisogno del tuo..>>, pronunciò incerto.

<<Affetto?>>, lo prese in giro. Jimin gli diede una spinta giocosa e gli saltò in braccio.

<<Si quello>>, rispose avvicinando le loro fronti. Jungkook deglutì. Erano troppo vicini. Poteva sentire il suo respiro caldo solleticargli il naso e i capelli, la fronte. Voleva baciarlo, sentirlo suo, e riempirlo di amore. Perché lui si meritava il mondo.

<<Hyung ho bisogno di parlare di quello che è successo. Non riesco a pensare ad altro>>, affermò il minore. Jimin si staccò quanto basta per appoggiare le mani sulle sue spalle. Aspettò in silenzio. Non sapeva come iniziare il discorso.

<<Il nostro bacio è stato qualcosa di bellissimo, credo di non averti mai sentito così vicino come in quel momento. Eravamo un tutt'uno e non mi vergogno a dirlo. Vorrei baciarti sempre, anche ora>> continuò. Jimin sentì il cuore battere all'impazzata. Gli sudavano le mani. Anche lui lo voleva più di qualsiasi altra cosa ma era tremendamente sbagliato. Che ne avrebbero fatto della loro amicizia?

Jungkook lo guardò un'ultima volta prima di unire le loro labbra. Questa volta Jimin non si fece scappare l'occasione, mangiò letteralmente quelle labbra che aveva sognato. Provava qualcosa di forte, troppo per essere contenuto. Quando lo baciava, capiva che forse non aveva sbagliato tutto nella vita e che lui era la sua possibilità per riscattarsi.

Kookie si staccò presto, non voleva forzarlo. Jimin lo guardò dispiaciuto. Il minore colmò quella distanza lasciandogli di baci a stampo dappertutto. Amava la sua pelle, era così morbida e profumata.

Un cellulare suonò. Era arrivato un messaggio. Jimin si alzò e lo lesse ad alta voce. Era da parte dei suoi genitori.

Jimin, come già sai i nostri rapporti si sono incrinati ancora di più. Noi siamo i tuoi genitori e come tali ci devi portare rispetto. Vogliamo delle scuse per la tua aggressione verbale dell'altro giorno. Vieni al più presto a casa. E non portare Jungkook, lui non c'entra nulla con questa storia.

Nb. Se non vieni, lo farai con la forza. Ricordati che l'appartamento e i tuoi studi, li paghiamo noi. Buona serata figliolo.

<<Li odio! Li odio!>>, affermò il maggiore buttando il telefono sul tavolo. Jungkook si alzò di scatto maledicendoli. Era appena riuscito a calmarlo, era finalmente fra le sue braccia e loro si permettevano di pretendere delle scuse. Jimin non gliele avrebbe mai fatte. Ma a loro non importava davvero. Sapevano che gli avrebbero rovinato la serata.

<<Jimin vuoi che ci parli io? Loro non sanno quanto sia difficile per te controllare quello che provi, anzi, loro non sanno proprio nulla. Posso fare qualsiasi cosa davvero>>, propose il più piccolo.

<<Lasciamo in pace allora>>, rispose scorbutico. Jungkook alzò gli occhi al cielo. A volte si chiedeva davvero di cosa si fosse innamorato. Jimin era il suo opposto, e a volte faceva davvero tanta fatica a stagli dietro. In più lo trattava male, lo spingeva, lo allontanava ogni volta che stava male. Non era mai andato a chiedergli aiuto. Come il maggiore non gli aveva mai chiesto cosa pensasse. La loro relazione era incentrata sempre solo su Jimin.

<<Non lo farò ok? Stai male ed io voglio starti accanto. Dimmi come ti senti, sfogati>>, continuò il più piccolo. Cercò di prendere le mani del suo hyung per evitare che rompesse il resto della casa che stranamente era rimasto intatto. Jimin lo spinse di nuovo cercando di non piangere. Odiava sentirsi così.

<<Lasciami in pace! Perché mi devi sempre stare così addosso! Per una volta ascoltami e lasciami affrontare tutto da solo! Voglio soffrire da solo! Perché non te ne vai!>>, gli urlò. Jungkook si stancò, aveva davvero toccato il fondo.

<<Perché ti amo!>>, affermò.

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Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora