Capitolo 19

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I due innamorati dormirono insieme anche quella notte. Ormai era diventata una routine fissa, nessuno dei due riusciva più a stare senza l'altro. Jimin si sentì molto impacciato, era abituato ad avere le mani di Jungkook sul suo corpo, ma quella sera di sentì un po' in panico. Era ancora tutto nuovo. Erano passate poche ore dalla loro reciproca dichiarazione, e si chiese più volte se avesse fatto bene. Infondo nessuno gli dava la certezza che il loro amore sarebbe durato, o meglio, che lui lo avrebbe fatto durare. Sapeva di essere il problema, era molto esigente, e sicuramente molti comportamenti di Kookie non gli sarebbero piaciuti. Come lo stargli troppo addosso.

Quella sera decise di non pensarci, avrebbe affrontato tutto con calma. Ogni cosa avviene per un motivo, e se si era innamorato del piccolo Kookie significava qualcosa.

La mattina dopo si svegliò con il corpo del minore addosso. Le sue braccia erano ai lati della testa e il palmo delle mani sulle un guance. Jungkook si era svegliato molto presto e rimase a guardare il suo angelo dormire. Era l'unico momento in cui le sopracciglia di Jimin non erano contratte, le labbra serrate, e lo sguardo freddo. L'unico momento in cui sembrava umano.

Il maggiore si svegliò poco dopo, incontrando gli occhi da cerbiatto del suo fidanzato. Suonava ancora molto strano.

<<Buongiorno, come hai dormito?>>, domandò baciandogli la punta del naso. Jimin sorrise, anche se infondo un po' lo infastidiva tutto quel contatto di prima mattina.

<<Bene tu?>>, chiese alzandosi un pochino. Jungkook si aspettò una carezza, un bacio, qualche gesto d'affetto, ma non arrivò nulla. Jimin si alzò normalmente, prese i suoi vestiti e andò in bagno. In tutto questo il minore rimase molto confuso dalla sua reazione. Sapeva che la sua dolcezza non sarebbe durata a lungo, ma neanche così poco.

Così lo seguì, in silenzio. Jimin si lavò il viso e i denti. Come al solito non avrebbe fatto colazione. Provò fastidio nell'avere Kookie sempre dietro. Essere fidanzati non significava condividere proprio tutto tutto. Aveva bisogno dei suoi spazi, dei suoi momenti in solitudine. Non voleva che il suo ragazzo diventasse la sua ombra.

Jungkook rimase ancora più male vedendo la freddezza del suo hyung, ma per il momento non si lamentò. Pensò che forse fosse ancora addormentato, o forse non gli piaceva essere troppo espansivo. Più la seconda.

Si vestì in fretta e fu pronto per andare a scuola. Aspettò all'ingresso Jimin, e quando arrivò cercò di prendergli la mano.

<<Jungkookie cos'hai oggi? Non dobbiamo avere un contatto fisico ogni minuto>>, mormorò con tono scorbutico. Lo ferì molto quella risposta, questa volta sul serio. Non era passato neanche un giorno, e già non lo voleva intorno. Aveva capito che non mancava molto al togliergli il saluto.

<<Ti ho fatto qualcosa? Ti senti a disagio? Che succede?>>, domandò preoccupato. Credeva che fosse sua la colpa, forse aveva detto qualcosa di sbagliato e non se ne era accorto. O forse erano uscito dalla loro bolla. Quando erano soli, a casa, tutto andava bene. Bastava rompere quell'equilibrio per frantumare ogni piccola certezza che Kookie si era conquistato.

<<È difficile per me averti sempre così addosso...non controllo quello che provo e questo mi manda fuori di testa. Sono anche spaventato, è tutto nuovo>>, gli spiegò. Anche quella volta Jungkook cercò di capire le ragioni del suo ragazzo. Ma la verità è che non gli credeva affatto. Se ami una persona non hai tempo per pensare a cosa fare, a cosa dire, sei troppo preso da lei. Con lui non accadeva. Doveva sempre programmare ogni azione. Pensare prima di agire. Come se dovesse prepararsi psicologicamente prima di baciarlo. Assurdo.

<<Ok ok, andiamo a scuola>>, affermò chiudendo la porta. Jimin notò il suo cambiamento d'umore ma non disse nulla per migliorarlo. L'aveva avvisato che sarebbe stato difficile, doveva dargli tempo. Non era mai stato un tipo espansivo, non gli aveva neanche mai dato un vero abbraccio, che durasse più di un minuto. Non poteva in una notte stravolgere il suo essere e diventare qualcuno che non era solo per renderlo felice. Cambiare è qualcosa che richiede molto tempo.

I due ragazzi s'incamminarono. Tra di loro regnò il silenzio. Il minore però si stancò presto e gli fece qualche domanda.

<<Oggi pranziamo insieme?>>, chiese. Jimin si voltò e si sistemò i capelli scompigliati dal vento.

<<Certo>>, rispose. Per sua fortuna arrivarono a scuola. Jimin corse dentro con Hoseok, mentre Yoongi rimase ad aspettare il suo amico. Il minore seguì con lo sguardo i passi del ragazzo, aspettando che quest'ultimo si voltasse e tornasse indietro per dargli un bacio, anche a stampo. Ma le sue speranze rimasero illuse.

<<Che è successo? Avete litigato?>>, domandò Yoongi. Gli aveva già raccontato in uno dei pomeriggi che passarono insieme, il difficile rapporto che aveva con il suo hyung. Era informato di tutto, tranne del perché si comportasse così. Non conosceva il suo passato.

<<Ha detto che mi ama, ci siamo messi insieme, e ora mi tratta come uno sconosciuto. Non mi ha dato neanche un bacio, un buongiorno, una carezza. Totalmente freddo>>, spiegò. Yoongi non si sorprese per nulla sentendo quelle parole. Sarebbe stato strano se fosse accaduto il contrario.

<<Lo ami così tanto da sopportare ogni sua luna? Dai, è così presuntuoso da credere che qualsiasi cosa farà tu gli starai dietro come un cagnolino>>, sospirò sconcertato. Aveva un'opinione pessima di Jimin, e voleva tanto bene al maknae. Non voleva che soffrisse, aveva capito dalla sua voce e dallo sguardo che aveva già pianto abbastanza.

<<Si. Non riesco ad immaginare una vita senza di lui. Sarebbe strano, e mi mancherebbe terribilmente>>, affermò. Se stava così male perché non aveva ricevuto un suo saluto, figuriamoci se non lo vedesse tutti i giorni. Ne morirebbe.

<<Sei sicuro che non sia abitudine? È normale essere affezionati a qualcuno con cui hai condiviso una vita intera, ma da qui all'amore ce ne vuole>>, spiegò calmo. Jungkook non capì il suo discorso. Era sicuro dei suoi sentimenti, ne aveva la conferma ogni volta che lo baciava.

<<Cosa intendi dire?>>, domandò incerto.

<<Non hai mai conosciuto, né frequentato nessuno al di fuori di lui. Non hai esperienza, scommetto che è il tuo primo ragazzo. Come fai a dire che è vero amore se non hai mai provato altro?>>, chiese. Quelle parole scavarono nel profondo, fecero nascere dei dubbi. Effettivamente il suo discorso non faceva una piega. Aveva dedicato tutto a Jimin, compreso il suo povero cuore. Ma lui lo meritava? Era davvero il suo vero amore?

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È davvero il suo vero amore?😏
Al prossimo capitolo!


Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora