Capitolo 39

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La mattina seguente, i sospetti di Jimin aumentarono. Per la tutta la serata Jungkook non aveva aperto bocca, neanche a colazione, sembrava quasi lo stesse evitando. Ogni tanto, quando si accorgeva degli sguardi confusi che gli rivolgeva, si alzava e lo abbracciava, come per comare ogni mancanza. Ma a lui non bastava. Rivoleva il suo ragazzo sempre sorridente, e felice, in grado di fargli amare la vita.

Arrivarono a scuola, ma non videro nessuno dei loro amici, era ancora molto presto. Il maggiore ne approfittò per attirare l'attenzione del più piccolo. Si alzò sulle punte, e dopo avergli circondato il collo con le braccia lo baciò. Jungkook ricambiò subito, imprigionando quelle bellissime labbra nelle sue. Si sentiva sbagliato, ingiusto nei confronti del suo hyung, ma non voleva guastargli quel briciolo di felicità che stava finalmente provando, lui era la cosa più preziosa del mondo ai suoi occhi.

Jimin di staccò sorridendo. Rimase a fissarlo, incredulo di vedere ancora quegli occhi da bambi guardarlo innamorati. Sembrava quasi si fosse dimenticato di tutto in quelle ore.

<<Se ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio mi dispiace molto. Forse sei ancora deluso per la storia dei miei genitori? Ti ho promesso che ho dirò tutto e lo farò ok?>>, affermò accarezzandogli le guance. Solo sentendo il loro nome Jungkook s'innervosì. Era una cosa troppo grande, non poteva tenergliela nascosta, neanche lui riusciva a vivere con quel segreto.

<<Sono ancora molto stanco, stanotte non ho chiuso occhio. Ho solo bisogno di riposo davvero>>, spiegò. Jimin provò a credergli e abbassò lo sguardo. Aveva paura che qualcosa si fosse rotto dalla loro ultima litigata, anche se non era così. Come sempre però, si considerava la causa di tutto.

Per fortuna li raggiunsero i loro amici, togliendo quell'imbarazzo che si era creato fra i due. Taehyung e Yoongi, si sedettero sul muretto dietro di loro e li salutarono. Tae non ebbe neanche il tempo di posare lo sguardo su Jimin, che fu presto rapito da Yoongi. Aveva visto da lontano la sagoma di Hoseok, e sapendo cosa provasse ancora per il suo ragazzo, decise di portarlo via. Non aveva considerato però, che il loro sole, l'aveva già visti.

Cercò comunque di mantenere il sorriso, e li salutò cordialmente. Jimin gli accarezzò il braccio, appoggiando la testa sulla sua spalla. Gli dispiaceva tanto vedere il suo hyung ridotto così. Il suo cuore non riusciva ad eliminare Taehyung, e questo lo stava uccidendo.

<<Posso parlarti hyung? Da soli>>, affermò Kookie. Jimin si sentì mancare. Perché non poteva rimanere lì con loro? Che cosa stava succedendo?

Era così confuso e dispiaciuto, da capire cosa avesse provato Jungkook nei giorni precedenti. Era orribile non sapere le cose, lui non gli avrebbe nascosto più nulla.

<<Certo, andiamo alle macchinette>>, rispose Hobi. Jimin li seguì con lo sguardo, mentre entravano a scuola, lasciandolo da solo, preso dai dubbi e dallo sconforto.

Jungkook in realtà non aveva considerato una possibile reazione di Jimin, era così preso dai suoi pensieri da dimenticarsene. Tempo fa, si sarebbe organizzato, sarebbe andato a casa di Hobi, confidandosi. Questa volta, non c'era tempo.

<<È successo qualcosa di grave?>>, domandò curioso.

<<È tornato il padre di Jimin, quello naturale. Lo sta cercando e i suoi genitori mi hanno chiesto di dirglielo. Come posso farlo? Andrà in panico>>, mormorò nervoso. Hoseok fece cadere il caffè a terra. Non si aspettava una notizia del genere. Era presente quelle notti dove Jimin urlava nel sonno, dimenandosi e chiedendogli invano di tornare a prenderlo. Finché non arrivò al punto di non dormire neanche, per paura di rincontrarlo nei sogni.

<<Perché non lo fanno loro? Non è giusto che sia tu a dirglielo. Forse è meglio così però, sono sicuro che riuscirai a farlo ragionare. Con te è più facile da gestire>>, esclamò. Jungkook non era preoccupato solo per lui, ma anche per la rabbia nei suoi confronti. Gli stava mentendo da due giorni ormai, lui che gli aveva fatto promettere di annullare ogni segreto e raccontarsi tutto. Era un ipocrita.

<<Volevo dirglielo stasera, ma mi manca il coraggio credimi>>, sospirò. Si tirò i capelli frustrato, e Hoseok lo guardò immobile. Non sapeva neanche lui cosa dire.

<<È importante che siate soli, in un momento tranquillo, devi prepararlo bene alla notizia>>, propose. Jungkook annuì e senza aggiungere altro andò in classe. Non seguì nessuna lezione, passò tutto il tempo a leggere le loro vecchie conversazioni. Aveva ancora le chat di quando erano più piccoli, anche se si scrivevano solo un ciao, un come stai, il suo cuore era rallegrato di vedere una notifica con il suo nome.

Proprio come accadde in quel momento. Gli arrivarono due messaggi. Uno della madre di Jimin

Buongiorno Jungkook, hai avvertito Jimin della questione?

E l'altro del suo ragazzo

Kookie, come stai? Vuoi ancora tornare a casa con me?

Gli venne quasi da piangere per la frustrazione. Doveva uscire da quella classe e scappare via, possibilmente da tutti. Ma non poteva lasciare solo il suo amore. Quel ragazzo che si stava impegnando davvero tanto per essere al suo livello, per diventare perfetto ai suoi occhi, e renderlo felice. Il minore si sentì un mostro in quel momento.

Gli rispose

Certo Hyung, come sempre

Stava addolcendo la pillola, ma sarebbe accaduta una catastrofe lo stesso.

Jimin però si sentì meglio grazie a quel cuore, era un piccolo passo avanti. Così lo aspettò fuori dalla scuola e una volta incontrato, notò di nuovo gli occhi del terrore. Che aveva solo con lui.

<<Dimmi la verità, adesso. Cosa sta succedendo? Perché mi tratti così? È colpa mia? Cosa mi nascondi?>> Urlò. Jungkook si dovette sedere prima di raccontare tutto.

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Come la prenderà Jimin?
Al prossimo capitolo!


Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora