Capitolo 22

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La prima lezione di entrambi era alle 10, perciò decisero di trascorrere il tempo mancante insieme. Jungkook propose di giocare alla Playstation. Jimin accettò per far felice il suo ragazzo. Ancora gli suonava strano chiamarlo così, ma pronunciare quel ''mio" lo faceva stare bene.

Il minore vinse tutte le partite di seguito, e il maggiore gli lanciò addosso tutti i cuscini sul divano per vendicarsi.

<<Come si usa questo coso? Ci sono un sacco di pulsanti, mi confondo>>, brontolò Jimin. Si portò vicino al minore chiedendo aiuto. Gli spiegò accuratamente come far saltare, scivolare e muovere il suo personaggio, ma arrivato il momento del livello, lo perse di nuovo. Riprovò altre tremila volte, il risultato fu sempre una sconfitta. Il minore rimase ad osservarlo. Lo trovò splendido. Aveva il viso concentrato, le labbra serrate, gli occhi socchiusi. Non aveva mai visto un ragazzo così bello. Sembrava ingenuo, dolce, fragile. Ma lui sapeva benissimo che era tutto il contrario. Aveva il viso di un angelo, e un carattere difficile da affrontare.

<<Ho perso! Ma perché non ci riesco!>>, si lamentò. Jungkook sorrise a quella scena. Sembrava davvero disperato dal fatto di non poterlo battere. Almeno in qualcosa, oltre lo studio, era il più piccolo il migliore.

<<Devi coordinare i movimenti hyung>>, gli spiegò. Jimin ci riprovò, e stranamente non perse tutte le vite subito. Il minore si alzò lentamente e lo raggiunse a terra. Portò le gambe ai lati del suo bacino e le braccia sulle sue spalle, massaggiandole. Quella fu una distrazione troppo forte, e perse definitivamente. Il maggiore amava i suoi massaggi, le sue grandi mani potevano farlo rilassare meglio di chiunque altro. Era davvero speciale. Si prendeva cura di lui come nessuno aveva mai fatto, e si, gliene sarà eternamente grato.

<<Mi hai distratto! Stavo vincendo>>, affermò sconsolato. Buttò il telecomando sul divano e si voltò, incontrando gli occhi innamorati di Jungkook. In quei giorni da fidanzati si era reso conto che quello sguardo l'aveva sempre avuto, era sempre stato innamorato di lui e avrebbe dovuto capirlo prima. A volte, la sera, quando aveva il corpo del più piccolo attaccato al suo mentre dormiva, si chiedeva quanto avesse sofferto davanti alle sue sgridate e parole glaciali. Infondo, non c'era mai stata una volta in cui se le meritasse davvero.

Lui rappresentava la perfezione per Jimin. Era il ragazzo perfetto, leale, premuroso, intelligente, educato. Jungkook aveva tutti i pregi del mondo.

<<Jimin? Stai bene? Ti sei incantato>>, domandò il minore baciandogli la guancia. Si strinse al suo petto, respirando il suo profumo. Poteva percepire quanto il suo cuore stesse accelerando. Non riusciva mai a controllarsi quando Jungkook lo sfiorava. Bastava un bacio sulla guancia, un sorriso, e moriva.

<<Si, tutto bene. Sono felice. Con te>>, mormorò. Cercò di essere il più disinvolto possibile, ma il minore apprezzò lo stesso lo sforzo. Si stava davvero impegnando a sciogliere il suo cuore.

Quest'ultimo gli alzò la testa, portando entrambe le mani sulle sue guance. Jimin abbassò lo sguardo, odiava quando si comportava così. Era in imbarazzo. Non riusciva a sostenere il suo sguardo.

<<Sei bellissimo hyung>>, affermò, baciandolo a stampo. Jimin rimase impalato, sembrava che il cervello non ordinasse più al corpo di muoversi. Era totalmente nelle mani del minore.

<<Anche tu lo sei>>, rispose coprendosi gli occhi. Jungkook rise, era così felice di vedere il suo hyung sorridere. Sembrava così fragile, sincero, dolce. Anche Jimin sapeva esserlo.

<<Tu mi farai diventare pazzo. Sei l'unica persona con cui non so mai cosa fare. È incredibile>>, spiegò.

<<Devi seguire il cuore, io lo faccio sempre. Anche se ti sto appiccato tutto il tempo>>, disse. Jimin odiava il contatto fisico, non gli era mai passato per la testa l'idea di abbracciare qualcuno, ma quello di Jungkook non lo rifiutava. Aveva tanto bisogno di lui. Lo faceva sentire vivo.

<<A me piacciono i tuoi abbracci, cioè non voglio che mi stia addosso tutto il giorno però i tuoi baci li voglio, anche i massaggi, e il tuo sorriso....cioè non volevo dire così, sono così impacciato!>>, affermò coprendosi la fronte. Jungkook baciò il punto preso di mira e lo accarezzò.

<<Ti amo>>, lo baciò. Jimin buttò all'aria la paura di sbagliare e si buttò completamente fra le sue braccia, sempre pronte ad accoglierlo. Jungkook portò una mano dietro la sua schiena per avvicinarlo ancora di più. Non si sarebbe mai stancato di baciarlo. Le sue labbra stavano assaporando quelle carnose di Jimin, facendo scattare tutta la passione che avevano sempre represso. Si sentivano come in paradiso. Fu il maggiore a staccarsi, era a corto di ossigeno.

<<Dobbiamo andare a scuola>>, mormorò Jungkook. Cambiò subito argomento. Sapeva che Jimin stesse pensando al bacio, facendosi mille film su pensiero di aver sbagliato qualcosa o se gli fosse piaciuto. Conosceva più di lui di se stesso.

Lo prese per mano, questa volta non la rifiutò. Uscirono di casa. A Jimin non piaceva avere lo sguardo della gente addosso, e sicuramente un'entrata mano nella mano con il suo ragazzo avrebbe creato scompiglio. Specialmente per tutte quelle ragazze pettegole che erano innamorate segretamente di lui. Chi non lo sarebbe?

I due si separarono subito, Jimin andò con Hosoek e Jungkook si ritrovo da solo. Quel giorno Yoongi era assente.

Prima di lasciarsi, il minore attirò a sé il suo ragazzo, baciandolo davanti a tutti. Dovevano sapere di chi fosse il suo hyung. Jimin gli sorrise e andò in classe salterellando per la felicità.

Passarono così le ore interminabili. Jimin e Hosoek uscirono prima, per fortuna un loro professore aveva avuto un imprevisto e così saltarono l'ultima ora. Mentre Jungkook dovette aspettare e seguire matematica. Al termine, gli sembrò di sognare, aveva finalmente finito di fare calcoli interminabili e di vedere quella lavagna orrenda. Così uscì dalla classe, prese dei libri ti dall'armadietto e andò a casa.

Non si accorse però di qualcosa che intralciò il suo cammino, e si scontrò con un ragazzo. Era molto alto, con gli occhiali, capelli castano chiaro corti, e occhi neri per la rabbia.

<<Non guardi dove cammini? Avessi potuto farmi male!>>, urlò. Il minore si guardò intorno, e a quanto pare erano da soli.

<<Mi dispiace, non ti avevo visto>>, si scusò. Il ragazzo rise e lo prese per il colletto della maglietta. Lo sbatté contro gli armadietti sentendo i sospiri di dolore di Jungkook.

<<Ah non mi hai visto? Vediamo se ora capisci chi sono>>, lo minacciò. Iniziò a picchiarlo, gli colpi ripetutamente l'addome e il viso, provocandogli un labbro spaccato e sangue ovunque.

Stanco di ascoltare le urla di Jungkook, si staccò e con un ghigno malefico andò via.

Il minore prese subito il telefono in cerca di aiuto. Non chiamò Jimin, ma Yoongi.

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Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora