Capitolo 50

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Jungkook gli sorrise e si sporse per lasciargli un bacio a stampo. Cosa che Jimin non accettò. Non gli bastava quel contatto veloce, ma non poteva fare dimostrazioni in pubblico di quanto amasse le sue labbra. Così si accontentò.

Il minore si sentì rassicurato, e tornò ad essere tranquillo. Era bastato davvero poco. Jimin, intanto, gli stava massaggiando le dita. Non si era neanche reso conto di starlo facendo, era un gesto naturale, volto a mettere a proprio agio Kookie.

<<Non credete che debba cambiare colore di capelli? Il verde mi ha stancato>>, esclamò Yoongi. Taehyung annuì, gli serviva decisamente un colore normale per essere considerato serio. Mancava poco alla sua laurea, proprio come a Jungkook, Jimin e Hoseok. Sarebbe stato un giorno importantissimo per loro.

<<Si, dovresti. Anche se sei sempre perfetto>>, gli sussurrò. Peccato che tutti sentirono, e Jin iniziò a prenderli in giro. Jungkook storse il naso, e Jimin staccò la mano per dare il cinque a Jin. Il minore stritolò le sue dita libere, voleva quelle piccole e paffutelle del suo hyung sopra. Jimin si accorse di come stavano soffrendo ingiustamente, e tornò a massaggiarle.

<<Chim, andiamo a prendere qualcosa?>>, gli chiese Taehyung. Jimin annuì e si alzò. Jungkook lo seguì con lo sguardo, sperando che gli chiedesse di accompagnarlo. Ma era grande, poteva prendere un drink da solo no?
Yoongi non era della stessa opinione.

<<Vengo anche io, non mi piace come ti guarda il barista>>, affermò alzandosi.

<<Cosa vorresti fare, picchiarlo?>> domandò Tae ridendo.

<<Quello è il piano b, cercherò di spaventarlo parlandoci, poi se non capisce dovrò trovare un altro metodo>>, affermò soddisfatto. Jimin si portò una mano sulla fronte e s'incamminò, seguito dai due fidanzatini gelosi.

Jungkook rimase accanto a Jin, che non sapeva in che modo attaccare bottone. Aveva pensato di presentarsi per bene, ma sapeva che Jungkook conosceva perfettamente tutta la sua storia. Meglio di lui quasi. Si era accuratamente documentato, cercando di capire quali fossero le sue intenzioni. Aveva preso un granchio.

<<Senti...possiamo palare?>>, gli domandò. Jungkook si voltò per un secondo, ma continuò a guardare Jimin da lontano. La sua gamba si muoveva su e giù nervosamente, causando un rumore fastidioso dal contatto della scarpa con il pavimento.

<<Di cosa?>>, gli chiese.

<<Di Jimin>>, affermò. Il minore si spaventò di quello che potesse dirgli. Era deciso ad ascoltarlo, ma quel giorno non era nel massimo della forma per farsi scivolare tutto addosso. Anzi, era proprio il giorno meno indicato per le confessioni.

<<Lui non è il mio ragazzo, in realtà non so cosa siamo in questo momento. Ma mi ama, e io ricambiò>>, gli spiegò. Jin sorrise compiaciuto, di certo Jimin non rientrava nel suo prototipo di ragazzo. Era molto bello, ma sapeva che il suo cuore era occupato da tempo.

<<Tranquillo, non sono interessato. Sono un suo hyung, nulla di più. Gli voglio bene, ma da amico. Puoi stare tranquillo, non mi metterò in mezzo, so quanto lo ami>>, rispose. Gli mise una mano sulla spalla e gli lasciò una pacca. Jungkook sembrò lasciare una quantità d'ossigeno enorme. Non credeva di avere una conversazione così rassicurante con lui. Credeva di dover lottare di nuovo. E invece no.

<<Posso essere sincero?>>, domandò. Jin annuì.

<<Sono geloso anche dell'aria che respira. Ci conosciamo da una vita, nessuno meglio di me sa cosa gli piace, la sua storia, i progetti per il futuro. Lui è tutto per me. Ci credi che a volte sento il cuore scoppiare per il troppo amore? Sembra così irreale il pensiero di averlo con me....ma mi ama, di questo ne sono sicuro>>, spiegò. Gli occhi del minore erano persi mentre raccontava quanto fosse felice con il suo hyung. L'amore era nell'aria, e non solo per loro. Anche Tae era riuscito a far passare il broncio al suo ragazzo, con qualche bacio.

<<Sono davvero felice per voi. Adesso puoi fermare la gamba, sta tornando>>, rise. Jungkook non capì cosa intendesse finché non si accorse del forte rumore che stava creando. Ok, forse era stato un tantino nervoso lontano da lui.

Jimin si sedette, dandogli il cocktail, forse almeno quello sarebbe riuscito a calmarlo. Jungkook sembrava un'altra persona adesso, rideva, scherzava, era tornato ad essere il maknae vivace che tutti amavano. Le parole di Jin lo avevano salvato.
Jimin si accorse del suo cambiamento d'umore, e incontrando lo sguardo di Jin hyung capì che era merito suo. Lo avrebbe ringraziato dopo.

<<Aspetta un attimo, è il suo numero quello nello scontrino?>>, affermò Yoongi lamentandosi. Taehyung si sporse per vedere e sorrise.

<<Io lo ammazzo>>, disse alzandosi. Tae lo fermò di scatto. Rassicurandolo e dicendogli che non l'avrebbe manco salutato, né salvato il numero. Il più grande decise di non fare storie, ma alla prossima sarebbe sicuramente intervenuto. Nessuno poteva toccare il suo TaeTae.

Jimin invece continuava guardare la chat di sua madre, non sapeva se scriverle o no. In realtà non aveva nessuna voglia vederla, ma era l'unica ad avere le informazioni su suo padre, e doveva ancora una volta mettere da parte l'orgoglio e fingere che gli importi qualcosa di loro. Fare l'attore era la sua seconda natura ormai.

<<Hyung, ho pensato una cosa. Se trasferissi i tuoi vestiti in camera mia, risparmieresti tempo, e ogni mattina potresti stare di più con me, a coccolarci nel letto>>, propose Kookie

<<Questo cosa c'entra adesso?>>, gli domandò sorridendo.

<<È un po' che volevo dirtelo. Dovremmo avere una camera solo nostra. Posso farti un po' di spazio fra gli armadi e sulla scrivania>>, propose.

<<Si, così risparmierei due minuti che impiego per vestirmi in camera>>, rise. Jungkook lo spinse, ma gli lasciò un bacio sul naso.

<<Due minuti in più con me. Non la trovi una possibilità allettante?>>, domandò.

<<Certo, considerando il fatto che è più o meno una vita che sto con te....si, due minuti in più faranno la differenza>>, lo prese in giro.

Jungkook fece finta di offendersi e si voltò. Dandogli le spalle e senza mai smettere di sorridere. Amava quando Jimin era spensierato e giocherellone. Ritornava ad essere il bambino di cui si era innamorato.

<<Anche io ho pensato a qualcosa. Se mi ami, devi baciarmi qui, davanti a tutti. Un bacio vero Kookie>>, lo sfidò.

Si guardò in tono, quasi nessuno li stava guardando, e lui aveva davvero voglia di unire le loro labbra. Cosa sarebbe stato un bacio?

Senza perdere altro tempo lo baciò, lasciandosi totalmente trasportare dalle emozioni che provava. Jimin era la sua droga, la sua felicità nascosta, l'oggetto del desiderio, Jimin era tutto.

<<Direi che mi ami>>, rispose Jimin sorridendo. Gli lasciò qualche bacio a stampo, prima di accoccolarsi sul suo petto, ascoltando i discorsi dei suoi amici.

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Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora