Capitolo 56

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Jungkook tenne stretto Jimin, privo di sensi. Erano passati 10 minuti dall'accaduto, e non era ancora arrivata l'ambulanza. Il padre rimase immobile. Non credeva di creare tutto questo scompiglio nel figlio. Sapeva che sarebbe stato un duro colpo per entrambi, ma Jimin era sempre stato un ragazzo forte, l'avrebbe superata. Tranne quella volta.

<<K-Kookie>>, affermò Jimin. Aprì improvvisamente gli occhi e li puntò su quelli del suo ragazzo. L'aveva fatto morire di paura.

<<Stai bene? Come ti senti?>>, gli domandò. Jimin cercò di alzarsi, e si sistemò sulla spalla del minore, per sorreggersi.

<<Mi gira un po' la testa, ma nulla di che. Lui....dov'è?>>, domandò guardandosi intorno. Il padre gli toccò la spalla e rimase fermo, aspettando una sua reazione.

Jimin sorprese tutti, lo abbracciò. Scoppiò anche a piangere, era al settimo cielo. Il padre lo tenne stretto, cercando di calmarlo, e sorridendo dalla felicità.

<<Portami via da loro, non sono una famiglia, non mi voglio bene>>, mormorò.

<<Chiederò la tua custodia, ho un lavoro fisso, e tu sei grande ormai, me la daranno sicuramente>>, propose. Jimin si staccò, e gli fece segno di sedersi accanto a lui.

<<Sei tornato per restare vero?>>, gli domandò.

<<Certo figliolo, mi sei mancato tantissimo. Sono davvero dispiaciuto per tutto quello che è successo, non so come fare per essere perdonato>>, mormorò.

<<È tutto apposto, sono felice che tu sia qui. Il passato non può essere cambiato, ma possiamo costruire il futuro, insieme>>, sussurrò. Jungkook gli lasciò un bacio sulla guancia, e andò a prendere dell'acqua.

<<Quando ti ho lasciato in mano ai servizi sociali sono stato malissimo. Ti ho cercato, ma eri di un'altra famiglia, non mi hanno permesso di vederti. Una volta adottato, vengono interrotti automaticamente i rapporti con la famiglia d'origine>>, spiegò. Jimin rabbrividì. Certo, lo volevano solo per una quesitone personale. Tra di loro non c'era affetto, non gli volevano bene.

<<Mi hanno fatto soffrire tantissimo, non puoi capire quanto la loro presenza abbia influenzato la mia crescita. Ero un ragazzo orribile, cattivo, freddo, ho fatto del male a tante persone. Specialmente a Jungkook>>, sospirò. Il padre gli mise un braccio attorno alle spalle per rassicurarlo. Da adesso, non avrebbe più avuto quei problemi.

Jungkook tornò, e diede il bicchiere d'acqua al suo ragazzo. Era contento di vederlo così tranquillo. Aveva sempre cercato di annullare il suo passato, ma era qualcosa di impossibile. Adesso che tutto era tornato al proprio posto, e nessuna questione era rimasta irrisolta, l'avrebbe visto finalmente felice.

<<Jungkook, dimmi un po', ti sei preso ben cura del mio ragazzo vero?>>, domandò curioso. Il minore sorrise imbarazzato. A quanto pare aveva capito quello di c'era tra di loro.

<<Noi stiamo insieme adesso, è il mio fidanzato>>, spiegò Jimin. Jungkook voleva sotterrarsi dall'imbarazzo in quel momento. Era così strano parlare apertamente della sua relazione senza che qualcuno lo accusasse di essere pazzo. Nessuno credeva che fosse davvero innamorato di Jimin, era considerato come un ragazzo troppo strano per avere la fortuna di essere amato. Lui era andato oltre quegli stupidi pregiudizi.

<<Siete una bella coppia, sono felice per voi>>, affermò. Il minore strinse le dita del suo hyung fra sue, e gli sorrise. Jimin si appoggiò sulla sua spalla, ascoltando i racconti di suo padre, di tutto quello che aveva fatto, e specialmente la sua versione dei fatti riguardante l'abbandono. L'aveva fatto perché non aveva più la forza e la serenità per crescerlo. Credeva di fargli una vita migliore in questo modo, ma si era sbagliato. Di certo, avendo perso il lavoro, ed essendo caduto in una profonda depressione, neanche con lui sarebbe stato bene.

Alla fine, tutto si era risolto e questo era l'importante.

Jyhyung li guardava in disparte. Era contento di vedere il fratello felice, gli voleva davvero tanto bene, anche se non glielo aveva mai dimostrato apertamente. Non sapeva come avrebbe affrontato i suoi genitori, una volta tornato a casa, ma non voleva pensarci. Era grande, sarebbe andato via anche lui da quella casa.

Così si alzò, non aveva senso rimanere lì. Erano questioni di famiglia, e Jimin ancora non lo reputava parte di essa. Ci avrebbe messo molto per conquistare la sua fiducia, ma era l'unica persona che gli era rimasta.

Jimin capì le sue intenzioni, e lo accompagnò alla porta.

<<Grazie per quello che hai fatto, non puoi capire quanto sia importante per me averlo qui. Mi hai salvato la vita>>, affermò.

<<Ti voglio bene. D'ora in avanti, sii felice ok?>>, mormorò. Jimin lo abbracciò, ringraziandolo ancora. Adesso si che era convinto, gli avrebbe dato un'altra possibilità.

<<Vienimi a trovare qualche volta>>, gli propose. Jyhyung gli sorrise e andò via.

<<Hai visto quanto è bello Jungkook? Te lo ricordavi piccolo, guarda adesso che uomo stupendo che ho al mio fianco>>, mormorò. Tornò a sedersi al suo posto, e Kookie si portò le mani sul viso dall'imbarazzo.

<<Si percepisce il vostro amore, davvero. Sono contento di sapere che è al tuo fianco, è davvero un bravo ragazzo, e scommetto che ti è rimasto affianco tutti questi anni>>, rispose.

<<Si, si è preso cura di me come nessun'altro aveva mai fatto. Prima ero freddo, acido, scontroso con tutti. La sua dolcezza, il suo amore mi ha conquistato. Credevo non fosse possibile distruggere il ghiaccio che si era impossessato del mio cuore, ma lui c'è riuscito>>, affermò voltandosi verso il suo ragazzo. Provava adorazione verso di lui, era la perfezione in persona.

Gli accarezzò le guance, gli lasciò un bacio a stampo, cosa che fece diventare ancora più rosso il piccolo Kookie.

<<Ti amo>>, gli sussurrò il minore. Jimin gli sorrise e unì le loro labbra in un tenero bacio. La famiglia era al completo, la sua vita aveva avuto un senso. Questa era la sua rinascita.

Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora