Il giorno seguente i due ragazzi arrivarono entrambi puntuali. Sembrò un miracolo. Il professore di Jimin rimase molto sorpreso, aveva addirittura studiato! Di questo passo sarebbe sicuramente riuscito a recuperare tutte le materie.
Jungkook invece, non aveva nessun esame, e così rimase tranquillo. Percorse i corridoi insieme ai suoi amici. Il biondo era distaccato quella mattina, era stanco, aveva passato tutto il pomeriggio precedente a studiare, mentre Hoseok era a dir poco emozionato. Sperava con tutto il cuore che il suo TaeTae tornasse. Ed era tutto merito di Jimin. Il suo ex rispose che sarebbe tornato la settimana prossima. Aveva già intenzione di rivedere i suoi amici, anticipò solo il loro rincontro.
Hobi ringraziò molte volte il biondo, che in modo molto carino, gli disse che se l'avesse abbracciato un'altra volta lo avrebbe ucciso. Jungkook rimase a guardare quel teatrino divertente, erano davvero due stupidi quei due.
<<Jungkook?>>, chiamò un ragazzo alle loro spalle. Si voltarono tutti insieme, cercando di capire chi fosse.
<<Sono Min Yoongi, siamo nella stessa classe ricordi?>>, domandò il nano. Così lo soprannominò Jimin. Jungkook lo trovò carino. Aveva i capelli verde menta, e un sorriso radioso.
<<Si, scusami. Ti ho riconosciuto adesso>>, rispose. Jimin osservò attentamente quella scena, cercando di capire se dovesse intervenire o no per allontanare il tizio strano dal suo Kookie.
<<Posso parlarti un secondo?>>, domandò gentilmente. Jungkook annuì. Cercò di seguirlo, ma Jimin lo prese un braccio.
<<Perché non potete farlo qui?>>, chiese infastidito.
<<Perché non ti fai i fatti tuoi? È da quando sono arrivato che mi guardi come se volessi uccidermi>>, affermò utilizzando il suo stesso tono. Hoseok cercò di portare via Jimin, ma quest'ultimo non voleva muoversi.
<<Ripetilo se hai il coraggio>>, lo sfidò.
<<Solo perché sei conosciuto come lo stronzo della scuola, questo non significa che devi esserlo sul serio. Non otterrai nulla comportandoti così>>, mormorò convinto. Jimin fece un passo verso di lui, pronto a picchiarlo. Ma fu lo sguardo di Jungkook a bloccarlo. Sembrava sorpreso. Sorpreso che qualcuno la pensasse come lui.
<<Sei d'accordo con lui per caso?>>, lo aggredì. Jungkook saltò sul posto. Dopo quei momenti passati insieme, pieni di coccole e frasi dolci, si era quasi dimenticato del Jimin irascibile. Non voleva rivederlo.
<<Credo che dovresti essere più gentile, ma te lo ripeto sempre hyung, non è una novità>>, rispose a bassa voce. Jimin rimase ferito. Credeva che l'avrebbe difeso, e invece gli si stava mettendo contro.
<<Comunque, volevo chiederti se ti andasse di aiutarmi in matematica, non capisco nulla del nuovo argomento. Se non vuoi per paura che il tuo amico ti uccida posso capire>>, rise. Un'altra frecciatina e nessuno sarebbe più riuscito ad evitare la mano di Jimin sul viso del verde.
<<Sono libero di fare quello che voglio. Oggi possiamo studiare >>, affermò cordiale. Nonostante avesse paura di una possibile reazione infastidita di Jimin, accettò lo stesso. Lui aveva una montagna di conoscenti, che ovviamente trattava male, non si relazionava solo con lui. Mentre Kookie oltre a Hosoek non aveva nessuno. Un nuovo amico lo avrebbe aiutato.
<<Dove ci incontriamo?>>, chiese il verde.
<<A casa mia. Andremo dopo scuola>>, rispose. Yoongi annuì e guardò Jimin con un sorriso soddisfatto.
<<Lui non entra a casa mia chiaro?>>, lo minacciò. Jungkook fece un sospiro profondo e prese coraggio.
<<È anche casa mia, posso invitare chi voglio. Se non ti sta bene puoi tornare quando lui sarà andato via>>, affermò. Entrambi si guardarono con occhi di fuoco. Non aveva mai usato un tono così freddo nei suoi confronti, ma era davvero stanco di non poter vivere come tutti. Non avrebbe mai lasciato Jimin, ma quel povero ragazzo aveva solo bisogno di un aiuto per un esame. Non doveva reagire con un pazzo furibondo. Jimin se ne andò. È fu meglio così. Hosoek lo seguì. Era meglio evitare un omicidio fra quelle mura.
<<Grazie per l'aiuto. Se avessi bisogno di qualcosa non esistere a chiedere>>, gli sorrise.
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<<Avete una bella casa. Strano che un iceberg abbia così buon gusto>>, affermò Yoongi entrando.
<<L'arredamento l'ho scelto io, e non chiamare Jimin iceberg>>, rispose con una nota di fastidio. Jimin era stato scortese, ma Jungkook non permetteva a nessuno di parlare male del suo hyung.
<<Scusami. Possiamo iniziare?>>, domandò prendendo i libri. Jungkook disse di sì e incominciò a spiegare. Si stupì molto di come facesse ad aver quei voti così bassi, riusciva a stare attento a lungo tempo, e inoltre aveva svolto tutto gli esercizi bene. Finiti i compiti si misero un po' a parlare di loro. Yoongi gli raccontò della sua passione per il pianoforte e Jungkook gli disse che gli sarebbe piaciuto poterlo suonare. Forse avrebbe potuto prendere lezioni da lui.
I due ragazzi si trovarono bene insieme, il più piccolo era contento di essersi fatto un nuovo amico, anche se non riusciva a staccare il pensiero da Jimin. Erano le 18, e non era ancora tornato. Sicuramente aveva preso alla lettera le sue parole e sarebbe tornato tardi per evitare di incontrare il nuovo arrivato. Era assurda quella situazione. Non poteva essere geloso o così infastidito da farlo preoccupare così. Sapeva quanto il minore fosse costantemente in pensiero per lui. Usava sempre questo fatto quando si arrabbiava. Tipico atteggiamento da bambino.
<<Sarà ancora vivo vedrai>>, scherzò Yoongi. Aveva notato lo sguardo preoccupato del maknae. Anche se non sopportava quel biondo antipatico, decise di andare via prima. Almeno Jungkook si sarebbe tranquillizzato sapendolo con lui.
<<Scusami se non ti sto ascoltando è che quando si tratta di Jimin il mio cervello si scollega completamente. Non c'è nulla di più importante di lui>>, affermò sconfitto. Il maggiore aveva un potere elevato nelle emozioni del piccolo Kookie. Poteva manovrarlo come voleva, e lo sapeva benissimo.
<<Tranquillo, va tutto bene. È il tuo ragazzo>>, mormorò.
<<Eh? No! Siamo amici, perché tutti mi fanno questa domanda?>>, balbettò. Non si era ancora reso conto che si comportavano quasi come una vera coppia, la gelosia, le coccole, gli sguardi, la convivenza.
<<Meglio così. Ora vado, ci vediamo a scuola ok?>>, lo salutò. Jungkook annuì e lo accompagnò alla porta. La sua mente era sempre da Jimin. Dove diavolo si era cacciato? Perché per una volta non poteva dimostrare i suoi 20 anni e affrontare i problemi di petto? Perché nonostante sapesse del suo carattere difficile, non riusciva a lasciarlo definitivamente?
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Affection (Jikook)
Fanfiction"Ti insegnerò a dare affetto, ti farò conoscere l'amore, la felicità, tutto ciò che in questi anni ti è mancato. Tornerai a vivere Jimin hyung te lo prometto. Ritornerai ad essere il bambino spensierato di cui mi sono innamorato" Gli sussurrò Kookie...