Capitolo 6

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Quella sera Jimin chiese a Jungkook di dormire insieme e quest'ultimo non si rifiutò. Lo aveva riempito di coccole, gli fece un massaggio al collo, sulle spalle, sulla schiena, volto a rilassarlo. Jimin gli chiese mille volte il perché facesse tutto ma il minore lo zittì con un bacio sulla testa. Il biondo era più tranquillo da quando aveva deciso di accettare l'affetto di Kookie. Lo rilassava molto la sua presenza. Anche la sua condotta a scuola era migliorata. Continuava a non studiare, ma almeno era presente. Già un grande traguardo viste le intere settimane di assenza che si concedeva ogni tanto.

Il giorno seguente i due ragazzi ebbero appuntamento con Hosoek all'ingresso, pronti ad una nuova ed entusiasmante giornata di scuola.

Jungkook era nervoso, quel giorno sarebbe stato interrogato in matematica e non era molto pronto. Curare Jimin gli aveva tolto tempo per studiare ma ne era valsa la pena. L'indomani ci sarebbe stato l'incontro con i suoi genitori e si assicurò che fosse pronto ad affrontare la cosa. Per ora sembrava di sì. Hoseok invece era abbastanza disconnesso dal mondo. Era rimasto sveglio tutta la notte a giocare alla play, perciò era in dormi veglia insomma.

<<Quindi andiamo al cinema sabato?>>, domandò Hoseok. Jimin si girò di scatto verso Jungkook. Aspettò di sentire la sua risposta.

<<Ci piacerebbe ma ho promesso a Jimin che saremmo usciti con mio fratello e un suo amico. Era una cosa già organizzata. Facciamo un'altra volta Hyung?>>, domandò cordiale. Jimin sorrise rassicurato.

<<Oh certo, non c'è problema>>, affermò Hoseok. Lasciò i due da soli. Aveva bisogno assolutamente di un caffè per dare retta ai professori. Jimin e Jungkook si guardarono intensamente prima di scoppiare a ridere. Erano davvero i due bambini di una volta quando stavano insieme.

<<Sono così nervoso, non credo di potercela fare>>, mormorò il maggiore portandosi una mano in fronte.

<<Oh si che puoi hyung. Io credo in te>>, rispose Jungkookie. Si scambiarono un altro sorriso. Una delle tante missioni da completare, farlo sorridere più spesso. Il minore lo stava cambiando, e Jimin lentamente se ne stava accorgendo.

<<Ok ok basta frasi fatte, vado in classe, ho storia>>, disse andandosene. Jungkook gli afferrò la mano e lo fece voltare.

<<Non è una frase fatta. Credo davvero in te, sono convinto che riuscirai a tornare alla luce. Puoi affrontare tutto Jimin, sei forte. Ovviamente con me al tuo fianco se mi vorrai>>, sorrise. Il cuore di Jimin si stava letteralmente sgretolando di fronte a tutta quella dolcezza.

<<Sei da diabete>>, affermò ridendo.

<<Però hai riso, questo è quello che conta. Ci vediamo dopo. Ciao!>>, lo salutò. Jungkook salterellò per tutto il corridoio felicissimo. E fu lì che Jimin capì che la sua felicità dipendeva da lui. Doveva sorridere, in questo modo avrebbe ripagato ogni attimo che il minore gli aveva dedicato.

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Jungkook prese 9 all'interrogazione e scrisse al suo hyung per comunicargli la bella notizia. Jimin non rispose. Per la prima volta si ritrovò impegnato a prendere appunti, voleva rendere orgoglioso il minore e dimostragli che anche lui sa andare bene a scuola. Salutò il prof e uscì dalla classe. Trovandosi la ragione del suo buonumore davanti alla porta.

<<Pranziamo insieme hyung?>>, propose. Scosse il sacchetto che aveva in mano.

<<Non basta vivere insieme, anche a scuola ti devo avere in mezzo ai piedi?>>, rise. Jungkook gli diede una spinta giocosamente e insieme uscirono in giardino.

<<Hosoek non c'è?>>, domandò Jimin mangiando il suo taco.

<<No, è andato a casa. Si è praticamente addormentato sul banco>>, rispose ridendo. Jimin si imbambolò di fronte al sorriso dell'amico. Era splendido oggi. Indossava una camicia blu con i pantaloni bianchi. Aveva i capelli scompigliati dal vento e la bocca sporca d'olio. Gli sembrò bellissimo. Si diede una sberla mentalmente. Da quando notava queste cose? Da quando faceva complimenti? Ricordati Jimin le emozioni sono da persone deboli. Con questi pensieri si alzò, lasciando Jungkook dubbioso da solo.

Si era lasciato troppo andare, aveva permesso a quel coniglietto di abbattere parte della sua corazza e non andava per nulla bene. Non doveva mai, mai più fare quei pensieri verso Kookie. Erano sbagliati. Loro erano amici, migliori amici. Così sarebbe rimasto. Si era addolcito per due abbracci, due coccole che gli aveva permesso di lasciargli. Se ne pentiva. Tanto.

L'orario di scuola finì ma Jimin non tornò a casa. Jungkook lo cercò come un pazzo dappertutto. Gli mandò mille messaggi, lo chiamò. Non rispose. Fu preso dalla disperazione. Jimin era tutto per lui. Aveva dedicato l'intera vita alla sua protezione, non poteva fallire in quel campo. Il maggiore aveva bisogno di un sostegno, qualcuno che gli stesse accanto, qualcuno ci lo abbracciasse e coccolasse nonostante gli inulti e le cattive parole. Jimin aveva bisogno di amore. Del suo amore.

Jungkook scoppiò a piangere. Si fece prendere dallo sconforto. Non credeva di aver fatto qualcosa di male. Anzi, stava andando tutto bene con il suo hyung, fino allora di pranzo. Da lì incominciò a fissarlo, fino ad abbandonarlo. Jungkook pensò che forse non volesse averlo fra i piedi, molte volte glielo aveva ripetuto. Ma non pensava di aver esagerato. Il maggiore era un ragazzo schietto. Gli avrebbe sicuramente detto di allontanarsi se fosse stato infastidito e ciò non accadde. Forse si stava facendo dei film inutili, oppure Jimin era, come al solito, arrabbiato con lui. La porta si aprì di scatto rivelando un Jimin a pezzi che forse, come Jungkook aveva pianto visto gli occhi rossi.

<<Hyung! Dio grazie! Stai bene? Ero così preoccupato? Dov'eri finito! Mi sei mancato!>>, affermò Jungkook tempestandolo di domande. Jimin lo spinse via con forza, buttò la giacca sul divano e se ne andò. Senza degnarlo di uno sguardo.

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Perché Jimin è tornato freddo?
Al prossimo capitolo!

Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora