Capitolo 15

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<<Jimin....sono preoccupato...non so cosa mia sia preso>>, affermò Jungkook staccandosi. Jimin lo guardò dubbioso.

<<Non volevi baciarmi?>>, domandò. Il cuore si stava congelando di nuovo. C'era una nota di fastidio nel tono che aveva usato. Il minore non poteva baciarlo, frantumare le sue certezze e poi rinnegare tutto. Non lo avrebbe accettato.

<<Si, ho sempre voluto farlo. Tu..come ti senti?>>, chiese incerto.

<<Non ti ucciderò per avermi baciato, può capitare, amici come prima ok? Stai tranquillo>>, mormorò accarezzandogli i capelli. Gli occhi del minore smisero di brillare. Amici come prima. Il suo hyung non ricambiava. Faceva male il cuore, molto. Questa volta forse, ci avrebbe messo più tempo a buttare giù il colpo mostrando il suo sorriso migliore.

<<Ok. Possiamo rientrare? Voglio farmi una doccia>>, domandò. Jimin annuì. Il minore stava letteralmente scappando, non sapeva cosa fare, se non allontanarsi da Jimin. Prese i suoi vestiti e si mise a correre fino al bagno.

Chiuse la porta dietro di sé e filò sotto la doccia. Grazie al rumore causato dal forte getto d'acqua si lasciò andare ad un pianto silenzioso. Aveva rovinato tutto. Come aveva potuto pensare che Jimin ricambiasse il suo amore. Lui che non sapeva neanche cosa fosse l'amore. Era stato uno stupido, aveva reagito d'istinto, ma non poteva più trattenere i suoi sentimenti. Se ne erano accorti tutti, Hoseok, i suoi genitori, persino Yoongi che lo conosceva da due giorni. Solo Jimin poteva essere così cieco.

Qualcuno bussò alla porta, la ragione del suo pianto. Il minore gli disse di non entrare. La voce incrinata non lo salvò. Il maggiore aveva capito che stava piangendo. Così scese di sotto, chiese alla madre una chiave di riserva e tornò su. Trovò Jungkook con l'accappatoio addosso per fortuna. Il suo viso era stanco e sofferente. Teneva troppo a lui.

<<Jungkookie non è successo nulla, va tutto bene. Dimentichiamo tutto ok? Io non sono arrabbiato con te>> , affermò per tranquillizzarlo. Ottenne l'effetto opposto. Gli aveva chiesto di dimenticare tutto. Come avrebbe potuto farlo? Quella era l'unica cosa bella che gli fosse capitata. L'unica volta in cui aveva seguito l'istinto e fatto qualcosa che andava a lui, senza preoccuparsi degli altri, aveva sbagliato.

<<Non posso. Io non- mi sta scoppiando il cuore adesso>>, pronunciò tornando a piangere. Jimin lo fece sedere a terra e gli prese le mani fra le sue.

<<Devi tranquillizzarti, sembra che tu abbia ucciso qualcuno. Ehi, siamo sempre noi, abbiamo affrontato di tutto, non reagire così per un bacio ok? O c'è dell'altro che non mi hai detto?>>, domandò sospettoso. Anche Jimin stava male, ma non provava la voragine che aveva preso posto nel suo petto. Il cuore del biondo era tornato subito a battere ad un ritmo normale. Certo, perché per lui controllare le emozioni era diventato quasi un mestiere.

<<Non voglio rovinare la nostra amicizia. Mi dispiace. Possiamo non parlarne più?>>, si alzò. Si sentiva terribilmente fuori posto e in imbarazzo. Jimin per fortuna capi lo stato d'animo dell'amico e non disse nulla. Jungkook lo superò e andò in camera sua. Si vestì frettolosamente e chiese a sua madre di venire. Aveva bisogno di qualcuno con cui confidarsi. Appena lo vide così distrutto quasi pianse anche lei. Non aveva mai visto il figlio così perso.

<<Amore che succede?>>, domandò abbracciandolo.

<<Ho baciato Jimin. Io...ho capito di essere innamorato di lui, lo sono sempre stato.>>, spiegò. La madre gli sorrise felice. Lei lo aveva sempre saputo, già ai tempi dell'adolescenza, quando il piccolo Kookie era così felice dell'amicizia con Jimin da scegliere di andare a vivere con lui a solo 15 anni. Era quasi un bambino ancora, ma per lui aveva fatto anche questo. Per lui aveva fatto di tutto.

<<È una cosa bella l'amore, ti rallegra la vita, Jimin è fortunato ad averti>>, esclamò accarezzandogli i capelli.

<<Lui non prova lo stesso, me lo ha fatto capire. Sono scoppiato a piangere davanti a lui e l'unica cosa che è stato in grado di dirmi era che saremmo rimasti amici. Come se fossi preoccupato per quello. Tu capisci come mi sento vero?>>, domandò il piccolo asciugandosi gli occhi.

<<Certo che lo capisco. Kookie, hai lottato tutta la vita per farti accettare completamente da Jimin, non demordere ora. Lui è tanto fragile, ma con te è diverso. Ho visto come ti guardava e non credo che non provi nulla. Sicuramente ha paura anche lui dei suoi sentimenti, oppure non li ha ancora riconosciuti. Non siamo tutti uguali, forse ha bisogno di tempo>>, gli spiegò dolcemente. Jungkook la ringraziò di cuore. Era proprio da lei che aveva preso tutta la sua dolcezza. Era la sua fotocopia, per questo si trovavano così bene.

<<A te va bene che amo Jimin?>>, domandò. Infondo sapeva la riposta, ma aveva bisogno comunque di una conferma.

<<Certo tesoro, basta che sei felice. Adesso ti preparo qualcosa di caldo e te lo porto. Tu stai tranquillo, tutto si sistemerà>>, gli sussurrò scendendo.

Jungkook la ringraziò nuovamente e andò sotto le coperte. Non aveva idea di dove fosse Jimin, e non gli importava neanche. Sperò solo che nessuno lo abbia preso in giro per questa storia. A scuola le voci correvano veloci e non voleva diventare l'argomento principale. Jimin di sicuro non avrebbe parlato con nessuno per com'era fatto, ma il minore non poteva tenersi tutto, così chiamò l'unica persona di cui si fidava. Hoseok.

Gli raccontò tutto, e dopo alcuni strilli di felicità dell'amico, ripetendogli che avrebbe dovuto farlo tempo fa, gli promise che l'avrebbe aiutato in tutto, e che se avesse voluto, avrebbe potuto passare qualche giorno a casa sua per non affrontare Jimin. Il minore rifiutò, dicendo che tanto il maggiore non avrebbe mai aperto l'argomento. Ne era sicuro.

I due amici ci salutarono augurandosi una buona giornata. Jungkook ancora non sapeva che d'ora in poi sarebbe stato tutto ancora più difficile.

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Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora