Capitolo 36

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I tre ragazzi quella sera si divertirono un sacco. Jimin e Jungkook riuscirono a fargli dimenticare la storia di Tae, che inoltre li aveva avvisati di non tornare a dormire, aveva ben altri impegni con Yoongi. Hoseok sorrise molto, e il suo cuore si rallegrò, tornando ad essere il sole che tutti conoscevano, in grado far felice qualsiasi persona.
Alla fine, rimase lì a dormire, non aveva voglia di tornare a casa da solo e ai due proprietari di casa non dispiaceva affatto. Certo, Jinin era un po' contrariato del fatto di non poter mai stare da solo con il proprio ragazzo, ma il suo amico aveva bisogno di sostegno e glielo avrebbe prestato. Lui che era sempre stato al centro delle attenzioni di tutti in quel gruppo.

Verso le 23, si diedero la buonanotte e i due fidanzatini andarono nella loro camera.

<<Sono molto felice, è bello questo clima che si è creato non trovi?>>, domandò il minore, aspettando che Jimin si cambiasse.

<<Si, formiamo un bel gruppo>>, rispose togliendosi la maglietta. Jungkook si voltò dall'altra parte, altrimenti gli sarebbe saltato addosso talmente era bello. Pensò che non si sarebbe mai abituato alla visione di Jimin nella sua perfezione, era qualcosa di unico.

<<Domani hai da fare? Vorrei che mi accompagnassi a fare la spesa, così mi dici cosa preferisci>>, propose. Jimin lo guardò confuso. In realtà il minore si stava inventando tutto, era solo una scusa per averlo accanto, praticamente ogni ora, neanche fossero un corpo solo.

<<Ti accompagnerò>>, mormorò Jimin sdraiandosi. Spense la luce lasciando accesa solo la lampada sul comodino, voleva vedere il viso di Kookie prima di chiudere gli occhi, in modo tale da sognarlo.

<<Ti ricordi quando siamo stati in un parco, da piccoli, pieno di margherite e fiori vari, li ci siamo abbracciati per la prima volta>>, affermò il minore. Cercò sotto le coperte la mano del suo hyung, e una volta trovata ne baciò il palmo, ottenendo una risatina imbarazzata.

<<Non capisco come ti faccia a ricordare tutte queste cose. La cosa bella è che lo faccio anche io. Eravamo appena tornati da scuola, e tu mi avevi comprato le caramelle a forma di delfino>>, continuò il racconto. Jungkook rimase imbambolato ad ascoltarlo. Cedeva di essere l'unico ad aver impressi quei momenti, anche perché aveva sempre pensato che Jimin si fosse innamorato molto tardi di lui, negli ultimi mesi forse, ma da questi racconti capiva che forse non era così.

<<Erano le tue preferite, insieme a quelle a forma di tartaruga. Poi amavi lo zucchero filato, e lo mangiavi guardano i cartoni, altrimenti ti lamentavi fino al giorno dopo>>, lo prese in giro. Jimin lo spinse giocosamente. Era tutto vero quello che gli stava dicendo. Era così bello conoscersi così bene.

<<Adesso basta parlare di me, lo facciamo sempre>>, mormorò.

<<Perché sei tu la cosa più importante>>, sussurrò Kookie. Jimin arrossì, e nonostante il buio, il minore percepì il calore che si stava diffondendo sulle guance del suo hyung.

<<Ti ricordi quando ti ho regalato il mio dinosauro? Non ti ho mai detto una cosa. Apparteneva a mia madre, me l'aveva dato il giorno del mio compleanno, l'ultimo che ho festeggiato con lei>>, gli raccontò. Quello era uno dei suoi giocattoli preferiti. Non solo perché amava creare storie immaginarie sui dinosauri, ma specialmente perché glielo aveva regalato il suo mochi. Infatti, era ancora lì in una mensola posta nella sua vecchia cameretta, nella casa dei suoi genitori. Jungkook aveva uno scatolone, in cui conteneva tutto quello che Jimin gli aveva regalato nel corso degli anni. Le boccette di profumo vuote, i biglietti del cinema, i concerti. Teneva tutto come se fosse fatto d'oro. Perché il suo hyung era prezioso.

<<Avresti dovuto tenerlo, era un ricordo importante per te>>, affermò. Jimin si sistemò meglio, mettendo un braccio a sostenere la testa, e l'altro sul viso del suo amato.

<<Infatti l'ho condiviso con te, come tutta la mia vita. Mi sono sempre fidato di te, avevo capito che eri un bambino speciale, e non ho sbagliato. Credo che quello che senti nel cuore, quelle sensazioni così istintive, che non ti fanno neanche il tempo di ragionarci su talmente sono forti, siano le migliori. Tuttora credo che tu sia speciale, ma resta il fatto che non ti condividerò con nessuno>>, rispose facendogli l'occhiolino. Jungkook rise di fronte alla sua finta innocenza. Era tutto tranne che ingenuo il suo hyung. Però era così dolce mentre raccomandava fatti della loro vita passata da farlo ammutolire e aspettare di ascoltare altro. Avere il suo punto di vista era molto importante, e sentendo quei racconti il cuore batteva all'impazzata.

<<Poi c'è stata un'altra cosa che ho fatto per te. Quando hai compiuto 11 anni, e tua mamma ti ha portato a New York, le ho detto io di farlo. A dire il vero l'ho supplicata di portarmi con te e alla fine l'ha fatto, è stato il nostro primo viaggio. Eravamo già una coppia di esploratori>>, rise. Jungkook si avvicinò serio al suo viso. Si mise seduto e accarezzò la sua pelle liscia con le dita, fino a sfiorare le labbra. Jimin seguì con lo sguardo i suoi movimenti, cerando di capire perché si stesse comportando così. Era delicato, leggero, lo toccava come se fosse fatto di porcellana.

<<Tu non puoi neanche immaginare come solo sentendoti parlare, io sia felice. Non avrei mai creduto di provare qualcosa di così forte per qualcuno. Ho sempre pensato che la nostra fosse un'amicizia fuori dal comune, eravamo qualcosa che tutti di avrebbero invidiato. Ma ora, avendoti qui, come mio ragazzo, mi rendo conto che in realtà ci siamo sempre amati. Credo che tu sia la mia anima gemella>>, affermò ad un passo dalle sue labbra. Jimin rimase impalato davanti a quella dichiarazione. Lui si era innamorato di quel bambino sorridente e voglioso ogni giorno di farsi la strada per andare a casa sua e giocare insieme dopo scuola. Colui che ogni weekend lo invitava a casa sua per pranzare insieme. O quando partiva d'estate, se il maggiore non fosse andato da nessuna parte, lo avrebbe portato nella sua piscina, per non fargli mancare il mare. Lui che si era sempre cura del suo essere fragile. E Jimin lo amava, più di ogni altra cosa.

Il maggiore unì le loro labbra, premendo il suo corpo su quello di Jungkook, lasciando che gli facesse qualsiasi cosa, perché di lui si fidava, e non l'avrebbe mai fatto soffrire.

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Jungkook non l'avrebbe mai fatto soffrire.....siamo sicuri sia così?😶😘


Affection (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora