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I tuoni mi sono sempre piaciuti, subito dopo inizia la pioggia.Quando fuori fa freddo e guardi questo spettacolo dalla finestra,sembra che sia tutto più leggero,più normale forse.
È domenica,un giorno orrendo.Uno dei tanti.
In camera mia lascio sempre la finestra aperta,mi piace il venticello che mi sposta le cose sulla scrivania.
Sento mia madre piangere dalla stanza affianco,ho paura di andare lì,non so ascoltare chi sta male,a stento ascolto me stessa. "Si ma lei è tua madre"direte...Si lo è ,ma non lo è mai stata.Ad ogni singhiozzo che sento ,chiudo gli occhi, mi si attanaglia lo stomaco.
Vado da lei.
La porta è socchiusa.

Mamma? stai bene.Le dico con timore.
La vedo sdraiata sul letto,mi da le spalle,non vedo mia madre, io vedo una donna distrutta.

-Cosa c'è? -mi chiede fra i singhiozzi.

-Perché stai male-?mi siedo ai piedi del letto, la guardo,i suoi occhi sono spenti.Come i miei e la mia vita.

-Non sto male, è tutto okay passerà-si mette seduta e mi guarda.
Avvicinati,mi dice con voce flebile.

-Non preoccuparti, dimmi.-Non mi avvicino perché dietro quella parola si nasconde un'abbraccio,ed io...io non sono pronta ecco.

-So che ti manca la tua amica-Ecco.Questo fa male.
Sai, l'orizzonte più bello è quello che si guarda con qualcuno, non con chiunque.Li guardi ancora i tramonti?

-Accenno un si con la testa-

-Non smettere mai di farlo-E fallo con la persona giusta.

-Mamma, vuoi qualcosa da mangiare?-le sto supplicando in altre parole di smetterla, non voglio sentire queste cose, mi fanno stare peggio.

-No piccola, starò bene-mi dice sorridendomi e dandomi di nuovo le spalle.

È evidente che sta male, ma cosa posso fare io? Devo prendermi il suo dolore? come si fa?.È mia madre,vorrei che si comportasse da tale,se io mi sto piangendo addosso lei allora cosa sta facendo?
Io che mi tengo tutto dentro,sto male e non lo dico a nessuno,stavo per morire con una pistola puntata alla faccia e non l'ho detto a nessuno.PERCHÈ NESSUNO MI ASCOLTA.Ed io ci provo a far finta di niente,ci provo ogni fottuto giorno ad andare avanti a farmi forza da sola, ma vorrei vivere anche io dei giorni felici, vorrei poter avere anche io una famiglia sulla quale  poter contare.Vorrei potermi svegliare anche io ogni mattina con la voglia di vivere.Mi sono rotta di affrontare problemi su problemi.Non posso costringere mia madre ad alzarsi dal letto,non posso costringerla a smettere di drogarsi,non serve a nulla,non mi ascolta.
È buffo come riponiamo speranza in una sola promessa, le promesse non le ho mai fatte,non servono.Mia madre me ne fece una che ha infranto tempo fa " Saremo per sempre felici ve lo prometto".Lo disse a me e a mio fratello,prima del divorzio.Io ci credevo,ero così felice, smettiamola di credere nelle promesse,io voglio credere nelle persone,nella speranza.Ma non siamo noi vero? Sono gli altri, troppe lacrime abbiamo versato per delle stupide promesse,per delle frasi belle per poi ritrovarcele sbattute in faccia con pentimento.Abbiamo ingoiato troppe caramelle amare,per questo adesso diffidiamo di quelle buone.

Anche il lunedi fa più schifo degli altri giorni.
Sono in classe con la testa fra le nuvole.Il prof sta spiegando Leopardi,fa proprio al caso mio,?deprimente e che odia la vita,lui la odia,ma ha il potere di farla amare agli altri.

Lewis:a cosa pensi? mi dice non smettendo di guardare il prof,anche lui fa finta di ascoltare,avrei giurato che stesse ascoltando sul serio.

-a nulla-riprendo a scrivere cose a caso.

-non prendermi in giro-

-smettila,segui la lezione-.

Jack:finalmente si mangia.

Jason:ma se stamattina hai mangiato 4 brioche.

-4? dico guardando Jack sbigottita-.

Jack:è come mangiare un panino,tutte in bocca,piccole ma buone.

Io e Jason ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

Lewis: Charter vieni devo parlarti.

-Guardo Jason per fargli capire che è tutto okay-

Lo seguo,cosa vuole dirmi? che si è ficcato in qualche altro guaio ? che mi importa.

Lewis:vieni.

Siamo sul retro della scuola,non c'è nessuno.Aja.Non.Si.Mette.Bene.

-che c'è?-

Lewis: nulla, volevo stare da solo con te, dice sorridendomi.

-Andiamo smettila,che ci facciamo
qui?-

-Vedi,non deve esserci per forza un motivo ad ogni cosa.-Fa un ultimo tiro di sigaretta,poi la butta in qualche erbaccia più in là.
Si avvicina a me e sorride.

-Lewis, non ho voglia di giocare.Dimmi che succede.-

Lewis:si schiarisce la voce,segno che è imbarazzato. -Volevo chiederti scusa per le cose che ti ho detto,non le penso davvero.-

-Lo so-

Silenzio.
I nostri sguardi si incrociano.

Riprendo a parlare.

-Beh allora amici?-

Scoppia a ridere.
Cazzo la sua risata.

Lewis:non possiamo essere amici se ogni volta che ti guardo vorrei baciarti.
Viene verso di me.
Mi prende il viso fra le mani.
Le nostre bocche si sfiorano, chiudo gli occhi perché le sue mani su di me mi fanno girare la testa,mi mandano in crisi.Un fuoco incandescente che cresce dentro di me,il mondo scompare,restiamo solo noi e i nostri respiri.

-Mi sono innamorato di te,e so che se non te lo dico ora non avró mai il coraggio di farlo.-

Instagram:crystal _saggese

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