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È ricreazione finalmente.Sono nel cortile della scuola seduta su una panchina con le cuffie a gambe incrociate, sto ascoltando i My chemical romance, amo la loro musica, amo ciò che dicono e il modo in cui ti fanno sentire capita.Meno sola ecco.Sono convinta che un giorno vivremo con la musica nelle orecchie,ascoltando parole di chi ci ha capiti senza conoscerci.Sulla panchina di fronte a me ci sono Liz, Lewis e due ragazzi più grandi, saranno amici di Lewis lo percepisco dal modo in cui parlano, e in mezzo ai polli c'è quella gallinella che vuole farsi notare, perchè si sa le persone popolari stanno con i popolari,gli sfigati,beh stanno da soli.Fin quando non arriva poi David che si siede di fianco a me e si prende una cuffia,ascolta, mi guarda e poi parla.
David: ti piacciono gli emo.Dice in modo neutro.
Perché che c'è di strano? chiedo con una punta di fastidio.
David: c'è di strano che tu sia sempre sola, e non ti unisci agli altri, c'è di strano il fatto che in mezzo a tanta gente tu stavi fissando Lewis.
Divento verde,a tratti mi trasformo in Hulk.
Non lo stavo fissando, cercavo di capire il perché a 19 anni è ancora a scuola con noi, e per giunta è stato bocciato.Tutti abbiamo dei segreti,il problema è la curiosità di scoprirli,dico con rammarico.
David: è il mio migliore amico,non ti dirò nulla su di lui, ma lui una cosa su di te l'ha detta però.Cioè che non sei simpatica hahahhahaha.
Non è una novità per me,dico fissando Lewis quasi incazzata.Perchè fermarsi alle apparenze? Perché giudicare un libro dalla copertina?.Beh cosa mi aspetto,in fondo non posso costringere le persone a conoscermi. Faccio già fatica io a comprendermi,figuriamoci gli altri.
David: hai presente una clessidra?
Si,perchè?

"Perché tu sei come lei, se la ribalti i granelli di sabbia andranno sempre giù, il tempo scorre,cerca un'equilibrio Alyssa."
 
E resto lì, a rimurginare su questa frase bellissima e veritiera.Ma io il mio equilibrio l'ho trovato già...La solitudine.
Torno a casa, stanca e affamata.Trovo mio padre in cucina che urla come un pazzo,mentre mio fratello è a tavola con il cellulare, prima di chiudere la porta respiro profondamente, ho l'ansia e non so perchè.
Prendo posto vicino a mio fratello, che succede? dico a bassa voce.
Aron: niente, è solo stressato per il lavoro credo.Sta urlando da 3 ore.
Niente di nuovo,mai una carezza,mai un sorriso, mai un come stai.
Papà: Adesso preparo il pranzo, dovremmo chiamare una cuoca, visto che nessuno in questa casa sa cucinare.
Non parlo,non sento,non reagisco.So che si sta rivolgendo a me,ma non ho le forze per dirgli di smetterla.
Papà: Sono stanco, di vostra madre che non chiama e non si interessa di voi, urla disperato, Aron leva quel benedetto telefono dalle mani.Urla ancora.
Mio fratello fa come dice e mi guarda, come per dire "attenta ora tocca a te".I suoi occhi non si sbagliano mai.
E SONO STANCO DI VEDERTI in questo stato.Non alzo lo sguardo.Non voglio. Non lo reggo.
Guardami,mi dice furioso,alzo lo sguardo e punto le mie iridi nelle sue, così uguali di forma ma così diverse di sostanza.
Spero per te che a scuola tu stia studiando, e che stia  pensando a trovarti un lavoro.E a smetterla con questa pagliacciata di voler stare da sola a tutti i costi.Altrimenti ci penso io a placare questa situazione.
Mi alzo, gli vado vicino, lo guardo.E vedo solo un uomo di ghiaccio, non è più lui.Mi odia.I suoi occhi non sono più gli stessi, e lo so, vorrebbe che reagissi, che gli sputassi in faccia la mia rabbia, ma non gliela do vinta.Non adesso.
 " Per una volta,vorrei che a parlare fosse mio padre,e invece sei il solito estraneo.Vorrei che per una volta comprendessi le mie emozioni,invece le calpesti."
I miei silenzi, vanno capiti, i miei gesti vanno apprezzati, le mie urla vanno calmate,invece succede il contrario.Perchè nessuno si è interessato davvero a me,tutti a puntare il dito, a dirmi le stesse cose.Ma non funziona così, le persone se sono felici è perché succede qualcosa, io non lo sono perchè non succede mai niente..

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