05 - Giocherellone

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GIOCHERELLONE

"Harry, dammi il telecomando!"

"No."

"Ma non mi piace questo film." Protestai e allungai le braccia mentre ero sdraiata sullo stomaco di Harry. "Lo sai, non mi piace guardare film paurosi."

"E' solo Paranormal Activity, non fa così paura."

"Ti ricordi quando abbiamo guardato il terzo film e hai dovuto coprire lo specchio in camera nostra?" Gli ricordai ed Harry annuì, ma non mi diede comunque il telecomando, anzi, alzò il volume così dovetti sentire la musica paurosa. Ma dal momento che ero così concentrata nel voler rubare il telecomando non prestai attenzione al film.

Mi stesi ancora di più e nascosi la testa nella maglia di Harry mentre lui accarezzava i miei capelli. L'altra mano teneva ancora il telecomando, ferma alla fine della mia schiena. Quando il respiro di Harry si fece più lento gli fregai il telecomando e gattonai dall'altro lato del divano, cambiando velocemente canale.

"Paula!" Harry esclamò ridendo e spostò i miei piedi per farsi più vicino a me. Gattonò sopra di me e le sua dita mi fecero il solletico al fianco. Un rumoroso grido scappò dalle mie labbra facendolo ridere. Mi contorcevo sotto il suo tocco, provavo a scappare ma mi riportava sempre sotto di lui. Il telecomando era ancora dietro la mia schiena e le mie dita lo tenevano stretto.

"Basta a farmi il solletico, scemo."

"Non sono uno scemo." Mise il broncio e si chinò, baciando tutta la mia faccia.

"Si che lo sei!"

"Mi amo lo stesso?" Harry chiese e sollevò la testa per guardarmi. I suoi occhi verdi avevano una espressione tenera, piena di amore, pronta a farmi provare qualcosa di ancora più profondo di quello che già provavo per lui.

"Si." Ridacchiai ed Harry scoppiò di felicità. La sua bocca tracciò una linea sul mio collo fino all'orecchio.

"Sposami, Paula." Harry sussurrò e posò un bacio dietro il mio orecchio. Ridacchiai e spostai la sua testa, le mie dita tenevano strette il suo ciuffo.

"Non ridere," Disse, ancora sdraiato su di me. "Mi rendi felice."

"Basta scherzare, Harry." Replicai e alzai gli occhi al cielo. Mi aveva davvero cambiato l'umore con quella frase. Certamente avrei voluto sposarlo, ma mi faceva stare male quando scherzava su questo.

"Non sto scherzando, piccola." Harry spiegò e si sedette sulle ginocchia ancora sul divano. Tirò poi fuori una scatolina dalla sua tasca e la aprì. Un anello luccicava proprio davanti a me. Quello fu il momento in cui realizzai: non stava davvero più scherzando.

"Paula, so che non è la proposta che probabilmente ti saresti aspettata e che volevi, ma perchè aspettare? Perchè dovrei aspettare per far vedere agli altri che noi apparteniamo l'uno all'altra? Io, uhm, avevo preparato cosa dire ma ora.. me lo sono dimenticato." Harry mormorò l'ultima parte facendomi ridacchiare, stavo in piedi davanti al divano. "Potrei provare a raccontarti quando significhi per me e quando ti amo ma staremo qui per anni e anni. Ma posso dirti che nessuno mi rende felice come tu fai. Tu sei riuscita ad illuminare una stanza dal primo momento in cui ho posato gli occhi su di te. Sei tutto ciò che voglio, e anche di più. Desideravo qualcosa di meraviglioso ma tu sei migliore di tutto ciò che ho sempre voluto. Ed ora ti sto chiedendo: mi faresti l'onore di diventare mia moglie e di rendermi l'uomo più felice del mondo?"

"Harry.." Dissi, provando a fermare le lacrime che si erano formate durante il suo breve discorso. Senza dire nulla le mie braccia scivolarono attorno il suo collo e lo baciai, facendolo cadere sul divano di schiena, con me sopra.

Potevo sentire Harry ridere nel bacio.

"Si, certo che voglio." Dissi incredibilmente felice. Staccai le mie labbra da quelle del bellissimo uomo sotto di me. Harry prese la mia mano destra nella sua e infilò l'anello di fidanzamento al mio dito.

"Ti amo con tutto il cuore, Paula." Harry sussurrò e vi lasciò un bacio.

Harry Styles Imagines // libro due (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora