⚫capitolo 42⚫

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Taehyung pov's

Orribile .
È il modo in cui mi sono sentito per tutta la durata della visita a casa di Jungkook.
La madre non ha smesso di fare delle domande e affermazioni inopportune sulla nostra relazione.

Non potrai avere dei figli con lui Jungkook

È del tuo stesso sesso , te ne rendi conto?

Ma fate sesso?

Come lo fate? siete due maschi!

Era molto meglio la figlia del nostro amico di famiglia, almeno avremmo avuto dei nipoti.

Tutto questo, l'ho sopportato in un angolino del divano, con le lacrime agli occhi, mentre guardavo Jungkook e sua madre litigare più che animatamente, per via di tutte le cattiverie che ci stava dicendo.
Come se quelle parole, non fossero come dei coltelli , pronti a conficcarsi nel cuore e a lacerarlo , per via di tutta la malevolenza con cui sono state espresse.

Il padre , invano cercava di dissuadere sua moglie da tutti questi pensieri estremamente omofobi, pronunciando parole che in quel momento mi facevano spuntare un timido sorriso.

L'amore è amore, in qualsiasi genere

Sono così belli assieme, non dire certe cattiverie

Eppure, non avrei mai creduto che parole dette da una persona di cui conosco esclusivamente il nome , potessero ferirmi in questo modo.
Forse perché avevo la speranza di potermi confrontare con una figura materna, che mi volesse bene come un figlio.
Ora che la possibilità di aver perso anche mia madre e mio padre adottivi, mi sento perso, senza una figura di riferimento che mi dia dei buoni consigli , avendo una maggiore esperienza sui problemi della vita.

Così , dopo aver ascoltato in silenzio, per quanto riguarda me, gli insulti di quella donna, che dopo la discussione si è chiusa nella sua stanza , abbiamo bevuto una tisana calda preparata gentilmente dal padre del moro.
Jungkook però ha rifiutato la bevanda , evidentemente amareggiato e con lo stomaco chiuso.

Dopo tutta la vicenda mi sono sentito svuotato, fissavo un punto indefinito del pavimento in legno, ascoltavo a mala pena le conversazioni di Jungkook e di suo padre, che probabilmente consistevano in delle scuse da parte del genitore.
Le parole di quella donna mi rimbombavabo in testa.
Avevo una gran voglia di piangere con la faccia affondata nel cuscino.
Quando ci alzammo per andare via , circa dieci minuti dopo la fine della lite, per un momento mi sentii mancare vedendo la madre di Jungkook passare davanti alla porta , scoccandomi un occhiata che se avesse potuto mi avrebbe fulminato.

Jungkook intervenne subito circondando i miei fianchi con le braccia, per non farmi cadere a terra come una pera troppo matura.

Non avevo parlato per tutto il tempo, troppo timoroso di attirare l'attenzione di lei su di me, solo al momento dei saluti dissi un semplice e sussurrato "arrivederci".

La prima cosa che Jungkook fece appena ci trovammo fuori dall'abitazione fu abbracciarmi, stringermi a lui prononciando delle scuse, che servirono soltanto a far accrescere il groppo in gola che mi bloccava le parole , ancora prima di essere pensate, sapendo che se avessi aperto bocca , l' unica cosa che ne sarebbe uscita sarebbero stati dei forti singhiozzi dovuti al pianto.

«Ti prego , dimmi qualcosa, mi dispiace così tanto» mi disse con voce intrisa di delusione e dispiacere.
Scossi la testa, come per cercare di convincerlo a non farmi parlare.

Volevo semplicemente tornare nella reggia, che ormai chiamo casa, e piangere sotto le coperte calde del mio letto.

Cosa che sto attualmente facendo , con Jungkook preoccupato che cerca di entrare invano nella stanza , visto che è chiusa a chiave, per potermi consolare.
Tutta la frustrazione e la tristezza sono scoppiate come una bomba a orologeria, appena ho varcato la soglia della stanza.

«Ti prego Taehyung , fammi entrare»il tono disperato del moro arriva ovattato alle orecchie.
Neanche questa volta abbandono il bozzolo di coperte , per aprire la porta al corvino.
La situazione va avanti così da più o meno mezz'ora, forse più , forse meno, ho perso la cognizione del tempo.
Gli occhi mi bruciano per via delle lacrime che continuano a cadere,e la testa comincia a farmi male.

Troppo concentrato sui miei pensieri non mi accorgo della voce che parla a Jungkook, e della serratura della porta che scatta.

Per un momento mi spavento quando sento una parte del letto abbassarsi , una mano afferra le coperte che mi coprono sin sopra la testa, che poi vengono spostate da Jungkook, che vedendomi in quel modo , rannicchiato su me stesso con il viso inondato di lacrime, mi prende di peso mettendomi sulle sue gambe circondando il mio corpo tremolante con le braccia.

«Taehyung mi dispiace , non credevo che mia madre potesse essere tanto crudele...
Sei speciale non so come lei non abbia fatto ad accorgersene»parla a bassa voce, accarezzandomi dolcemente, posando dei baci sulla mia fronte.

«Basta piangere Tae, non mi piace vederti in questo stato, soprattutto per colpa di mia madre, va tutto bene, se vorrai non ti porterò più a casa mia»mi accarezza i capelli.
«N-no, questa è casa tua, n-non q-quella»parlo con la voce roca dal pianto, mentre cerco di calmarmi, sapendo quanto gli dispiaccia vedermi piangere.

Alzo lo sguardo, vedendo subito il suo sorriso.
«Hai ragione, questa è casa nostra, e anche quella sulla terra»
Il suo sorriso mi contagia , facendo inarcare leggermente le mie labbra verso l'alto.
«Che ne dici se andiamo a farci dei pancake? Magari con le fragole e i mirtilli, ti piace come idea?»mentre mi parla, strofina il suo naso contro il mio, facendo ampliare il mio sorriso.
«Va bene, speriamo che non ci siano le cuoche nella cucina, o non vedremo nenche l'ombra di una padella»tiro su col naso , asciugando le guance bagnate.
Mi sposto mettendomi a cavalcioni sulle sue cosce muscolose, così da guardarlo direttamente in viso.

«Sono estremamente protettive le cuoche, sicuramente se ci sono, ci faranno loro i pancake» dice mentre si alza con me in braccio, allora stringo le gambe sui suoi fianchi aggrappandomi a lui come un koala.
Esce dalla stanza lussuosa, per dirigersi verso la cucina altrettanto bella.
Scende le scale facendo attenzione , mi tiene saldamente dalle cosce per non farmi cadere.

Appena arriviamo nella cucina , il moro si affaccia da un lato della porta , per controllare se ci sia qualcuno.
Evidentemente non trova nessuno , visto che si gira con un sorriso sulle labbra.
«Abbiamo la cucina tutta per noi»annuncia sorridendo, aggiusta meglio le mani sulle mie cosce per aggiustare la mia posizione.

«Aspetta Jungkook» lo fermo prima che possa entrare nella stanza
«Dimmi»
Mi avvicino al suo orecchio poggiando la testa sulla sua spalla
«Ti amo Jungkook-ie» sussurro.
«Ti amo anche io angioletto» sussurra anche lui.


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Penso che questo sia uno dei capitoli più tristi a parte la fine.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e scusate eventuali errori.

-Duchess💕

BLACK WINGSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora