Capitolo 1: l'altra faccia della medaglia

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Opening Primo Intermezzo: 

sonno bianco
e bagno di lenzuola -
è una palude


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Bentornato, mio caro lettore. Perdona la lunga pausa, ma era necessario un piccolo segmento di spazio per la mia persona reale e quella autorale, affinché questa parte di storia potesse essere narrata nel migliore dei modi. Lo so che non vedi l'ora di rientrare subito nel vivo della faccenda, dopo tutto quello che ho lasciato in sospeso la volta scorsa. Tuttavia, è necessario che facciamo un passo indietro, affinché niente, in futuro della nostra lettura, possa essere dimenticato.

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Mare profondo: un bagno caldo, immerso in uno specchio d'acqua. La luce danzava in superficie, creando contrasto con il fondo nero ricolmo di oscurità. Il paesaggio era annebbiato, sfumato dal dolore e dalla consapevolezza della sconfitta: un'inguardabile faccia di palude. Inconsciamente, egli sperava che la sensazione che stava provando il suo corpo, al contatto con quell'acqua, non fosse in realtà quella del suo sangue, versato fatalmente quel pomeriggio nel villaggio di Crillaropoli. 

Barcollando ed ondeggiando, come un ubriaco che avanzava senza avere una dritta meta, attraversava una strada grigia, su un pavimento di pietra dalle rocce poligonali. Nonostante la loro superficie tagliente, egli non sentiva alcun dolore nel camminare su di esse. I suoi piedi erano talmente stanchi e doloranti che in quel momento avrebbero persino potuto staccarglieli, e lui non se ne sarebbe accorto. 

L'equilibrio lo abbandonò, facendolo cadere in un nero precipizio. Tutto intorno a lui divenne nero, oscuro come la pece. Ancora inebriato dalla sensazione precedente, non aveva abbastanza forze per rendersi conto del vuoto intorno a lui. Si sentiva male; gli girava la testa; aveva la nausea; si sentiva come sul letto di paglia, dopo una sbronza con qualche bicchiere di Talisker Storm, nella sua solitudine. Solo dopo qualche minuto, finalmente, la luce tornò nei suoi occhi, riportando finalmente la sua anima verso il mondo dei vivi, nella sua realtà. 

Centosettantesimo anno del drago. Ore 22.00. Luogo: Antro della Bestia. Sesto piano: Arena. Sdraiato sulla seconda tribuna, Rex si risvegliò dallo svenimento, confuso e disorientato. Era coperto da un leggero telo bianco di stoffa rovinata, molto probabilmente datogli per evitare un eccessivo raffreddamento del corpo, visto lo scomodo luogo di recupero. 

- Sei sveglio, finalmente.

Seduto nella tribuna sottostante, con un drappo bianco sulle proprie gambe, sentì la voce di Paride, il suo collega sottotenente. Egli si era ripreso un po' un'ora prima, rimanendo però nel medesimo stato di spossatezza. Tale era stata la gravità delle ferite infertogli, durante quello scontro nella grande piazza di Crillaropoli. 

- P-pari... de? - Chiese il Krokorok, ancora stordito.

Il pokémon Lamaffilata rimase fermo, senza voltarsi verso il paziente appena sveglio. Questo provò a rialzarsi da terra, sollevando il busto con la sola forza degli addominali, ma non riuscì a muoversi di un millimetro, nonostante fosse abituato a tale movimento. Provò ad usare le braccia, facendo piano piano, riconoscendo il suo stato indebolito, ma fallì anche con l'utilizzo degli arti, arrendendosi alla sua condizione ferita.

- Non sforzarti, - disse il Pawniard, - in questo momento, sei più vicino ad un escremento, che ad un pokémon. Beh... non che in salute tu sia qualcosa di meglio.

PSMD: le Cronache dell'Oricalco. Primo Intermezzo: la ballata delle Zanne Nere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora