28-V come Vendetta

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Siamo seduti nel piccolo divano a tre posti mal concio vicino all'entrata. Ho svegliato tutti gli altri hyung ‒ sotto insistenza di Tae ‒ e adesso aspettiamo che il biondo inizi a parlare.

È posizionato davanti a tutti noi, squadrandoci uno ad uno. Ha uno sguardo così serio da mettere quasi paura, si è rifiutato di togliere il capello da quando è entrato e tiene le mani dentro al grosso giubbotto beige.

«Sono venuto qui perché ho bisogno del vostro aiuto.‒ incomincia. ‒Premetto che non voglio la pietà di nessuno, in alcun modo.‒ si ferma per qualche secondo poi continua. ‒Bogum mi picchiava, lo ha fatto almeno tre volte e le più gravi non sono nemmeno venuto a scuola.» confessa, senza la minima traccia di tremore.

Spalanco gli occhi e la bocca, alzandomi di scatto. Cosa cazzo significa?! Mentre io ero qua a crogiolarmi come un idiota per la mia cotta non ricambiata, lui si faceva maltrattare da quel coglione?!

«Oh mio Dio...» sussurra Namjoon, sbattendo le palpebre.

«Taehyung. ‒ il biondo viene richiamato da Yoongi-hyung. ‒ Hai avuto molto coraggio a dircelo, davvero, ti invidio. Avrai tutto il mio massimo supporto.»

L'altro sorride e si inchina leggermente. «Grazie mille, hyung.»

«Finalmente è arrivata l'ora di farla pagare a Park Bogum. ‒ ridacchia Seokjin, scuotendo la testa. ‒ Sono con te.»

Un coro di "anche io!" si alza da parte di Hoseok e Jimin. Io sono ancora rimasto bloccato, non riesco a far nulla.

Compio qualche passo fino ad arrivare davanti a Taehyung che mi guarda con un labbro stretto fra i denti, gli occhi bassi.

«Vieni con me.» dico, prendendolo delicatamente per un polso.

Senza aggiungere altro, incomincio a salire le scale, lui dietro di me, per raggiungere la mia camera.

Chiudo la porta e Tae sussulta per poi calmarsi. Mi avvicino con un'espressione impassibile in viso.

«Posso vederli?» domando, guardandolo dritto negli occhi.

Lo vedo deglutire sonoramente e spostare lo sguardo altrove.

«P-Perché dovresti?» balbetta, stringendo i pugni.

«Per favore.» aggiungo allora, prendendo una sua mano fra le mie.

Rialza lo sguardo e posso già vedere i suoi occhi lucidi. Il cuore già mi fa male ma cerco di rimanere impassibile solo per non farlo preoccupare.

Si allontana di pochi passi, sfilandosi il giubbotto e la felpa in pochi, secchi, gesti.

E quasi non muoio quando li vedo...

Danger-Zone  |KookTae|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora