42-Sognare

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«Jungkook, dobbiamo parlare.» sussulto, sentendo la voce bassa di Taehyung direttamente nel mio orecchio, provocandomi innumerevoli brividi.

Annuisco, girandomi verso di lui e studiandolo per bene. Oggi è più bello di ieri, come tutti i giorni, in fondo.

L'unica cosa che "stona" — ovviamente, messo tra virgolette — è la smorfia che ha assunto il suo viso: un misto di preoccupazione, rabbia e agitazione, facendo confondere anche me.

Afferra il mio polso in una stretta debole, trascinandomi via dai miei amici, i quali osservano la scena senza dire nulla. Avranno visto anche loro la sua faccia.

Arriviamo nel retro della scuola senza dire una parola, camminando fianco a fianco, con la presa di Tae ancora sul mio braccio, non che mi lamenti.

«Quindi? Che succede?» domando, poggiandomi al muro.

«Mio padre... Mi ha detto delle cose.» inizia, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Spalanco leggermente le palpebre, preso contropiede da questa sua affermazione. La paura prende spazio sul mio volto. Il signor Kim gli ha detto proprio tutto? No, lui è molto professionale e poi... Ha fatto una promessa, con me.

Con questi pensieri, rilasso di poco i miei muscoli, sotto lo sguardo attento del moro.

«Quali cose?» chiedo.

«Ha detto che lui ti ha aiutato.» risponde, serio, incrociando le braccia al petto.

Sento il mio cuore aumentare il suo battito, rendendolo veramente molto veloce, quasi mi esce dal petto. Come mio solito, inizio a torturare con due dita il dorso della mano destra, tentando di calmarmi in qualche modo.

«C-Cosa?» balbetto, senza volere.

«Non ha specificato.» replica, sospirando.

Nuovamente, il cuore decelera, ma la sensazione di timore costante è ancora qui, vivida in mezzo alla nostra discussione.

«Oh, bhe... — non so cosa dire — ...Perciò?»

«Ho tantissime domande, Jungkook. — dice, chinando il capo — Ma nessuno vuole rispondermi.»

«Intendi domande su... — abbasso il tono della voce, parlando lentamente — ...Su Park Bogum?»

Irriggidisce il suo intero corpo visibilmente, stringendo i pugni e la mascella in un piccolo istante. Mi pento di averlo nominato, ma credo di aver centrato il punto della discussione.

«Non solo, ma sì, anche su di lui.» risponde infatti, annuendo.

«Non devi pensarci più, Tae. — gli rivolgo un dolce sorriso, allungando la mano verso di lui — Le domande su quel coglione sono inutili.»

Danger-Zone  |KookTae|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora