La Danger-Zone è chiamata così per un motivo, se non sai sopravvivere non oltrepassare quella barriera, mai.
In tutte le città più illustri vi è una Danger-Zone. New York, Chicago, Berlino e Seoul non è da meno. Le Danger-Zone sono quei quartieri ma...
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* Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie e grazie ancora.
Non so come ringraziarvi.
50K divisualizzazioni. 50.000
Sono ancoracosìtantoscioccata che non so nemmenocome devo comportarmi.
Non mi sarei mai aspettata che Danger-Zone arrivasse a questi livelli. Non credevo che a qualcuno questa storia potesse piacere.
Non ci credo nemmeno ora, effettivamente, ma grazie a voi, pian piano, sto riuscendo a capire che quello che scrivo piace, almeno in parte.
Vi ringrazio infinitamente per tutti i commenti, per le stelline e anche soloper le visualizzazioni.
Non so come festeggiare questo ENORME traguardo.
Quindi... se volete lasciare delle domande qui, solo per me, magari su storie future o roba simile, potete farlo, e se ci saranno abbastanza domande farò un capitolo a parte e risponderò.
Grazie e ancora grazie. Godetevi questo capitolo!
*
—e sarà come
Quando apro la porta della stanza, noto subito Jin e Namjoon addormentati, l'uno tra le braccia dell'altro. Mi scappa un sorriso: sono davvero bellissimi insieme.
Poi però comprendo di esser rimasto chiuso in bagno per almeno mezz'ora e abbasso gli angoli della bocca, spostando gli occhi verso il letto di Jungkook.
Quest'ultimo è seduto su di esso mentre mi studia attento. E mi sento le farfalle nello stomaco, sotto quelle iridi scure maledette.
Non riesco proprio a reggerlo, abbasso la testa e sospiro lievemente.
«Non ti avvicini? — domanda. — Credo che abbiamo molto da dirci, non credi?»
Non rispondo e mi avvicino lentamente, strascicando i piedi e posizionandomi il più lontano possibile da lui. La sua vicinanza mi fa stare bene ma anche così male.