34-Sconosciuti

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«Ew, che schifo. Froci!» esclama una voce a me completamente sconosciuta.

Mi volto e vedo davanti a noi tre persone, tre ragazzi, per la precisione. Due sono molto alti e hanno in viso delle smorfie disgustate, il terzo, nel mezzo, è quello che ha osato aprire bocca.

Oh, non sa contro chi si è messo.

Scendo dal carrello con un balzo veloce e inarco un sopracciglio, incrociando le braccia al petto. Non li ho mai visti, saranno nuovi, credo.

Non importa, di certo, non avranno la mia clemenza.

«E voi chi cazzo siete?» domando, senza alcuna finezza.

Si guardano fra loro e ridacchiano, scuotendo la testa. «Chi sei tu, semmai.»

Assumo un'espressione mezza divertita e mezza pronta a spaccare tutto. Hanno interrotto il momento mio e di Taehyung — che è ancora dentro il carrello, non so per quale ragione — nel peggiore dei modi e credono pure di prendermi per il culo.

«Non siete della Danger-Zone, suppongo.» sbuffo una risata di scherno.

«No, non siamo poveracci come voi.» replica quello alla destra, facendomi scattare.

«Ehi, stronzo. Fino a prova contraria, anche tu sei qui e non per gita turistica. — ringhio, trattenendomi dal mollargli un pugno solo perché qui c'è Tae — Ora, non fatemi incazzare e ritirate immediatamente — scandisco bene l'ultima parola — la cazzata che avete detto.»

Nuovamente, guardano uno negli occhi dell'altro, scoppiando poi in una grassa risata mirata solo al farmi infuriare. E ci stanno riuscendo.

«Tu, checca di merda, ordini qualcosa da fare a noi?» replica il coglione che ha parlato per prima.

Non riesco più a trattenermi e, con un bel gancio destro, mando al tappeto quello nel mezzo, facendolo cascare all'indietro. Il secondo che ha parlato, si gira verso di me, sconvolto, prima di provare a darmi un pugno che scanso tranquillamente.

Rispondo con una ginocchiata allo stomaco e quando cerco di colpirlo nuovamente, qualcuno si avventa sopra di me, facendomi cadere. Sgrano gli occhi e tiro un calcio alla cieca, mentre gli altri due si riprendono.

Mi rialzo subito, una volta che quello che mi teneva bloccato molla la presa a causa di una mia testata. Velocemente, con una ginocchiata dritta in testa, crolla al suolo. Gli altri sgranano gli occhi, vedendo il loro amico in quelle condizioni.

«Fatevi avanti, su.» rido, alzandomi leggermente la maglia per estrarne un coltello. Non giro mai senza, cazzo, siamo in una fottuta Danger-Zone.

Scuotono la testa, indietreggiando ma io non gli faccio fare più di un passo, fiondandomi sul primo, e puntandogli il coltello alla gola. Tutto sembra bloccarsi e premo la lama. Non ho paura di uccidere, ma non lo farò, non ad un coglione simile.

Danger-Zone  |KookTae|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora