Twelveth.

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"Dai, smettila di fare storie, lo sai che ne hai bisogno, lo faccio per il tuo bene." disse mio fratello continuando a guidare tenendo gli ochi fissi sulla strada.

"Per il mio bene, mh?"

"Si, esattamente. Tu non eri così, lo sei diventata."

"E quindi? Tutti cambiano." affermai poggiando la testa contro il finestrino.

"Ma tu sei cambiata in peggio. Diventi sempre più aggressiva, indisciplinata, arrogante, strafottente, menefreg.."

"Si, ho capito." lo interruppi. "Ma mandarmi da uno strizza cervelli non è la soluzione adatta."

"E quale sarebbe la soluzione adatta? Dimmelo tu Al, perché sono tre anni che la cerco."

Non risposi, mi limitai soltanto a guardare dal finestrino la strada che ormai non sembra più muoversi. Eravamo arrivati.

"Dai, scendi." mi ordinò aprendomi lo sportello.

Gli obbedii senza esitare, non ne valeva la pena.

Così chiuse lo sportello ed entrammo nello studio dello psicologo.

La sala d'attesa era molto spazioso, e le pareti erano dipinte di bianco.  C'erano dei quadri appesi sulle pareti, sembravano ritratti del cubismo. Mi piace quel genere artistico, si limita a mostrare solo l'astrattezza delle cose.

Dopo qualche minuto di straziante silenzio tra me e mio fratello, qualcuno uscì da quella porta, un ragazzo.

Aveva un volto familiare, e guardandolo bene riuscii a riconoscerlo.

Louis Tomlinson.

Dopo qualche secondo si girò verso di me. Era stupito di vedermi, ma lo sarei stata anche io al suo posto.

"Al, come mai qui?"

"È evidente."

"Beh, si."

"Tu anche?"

"No, io in verità sono qui perché il dottore è un mio amico."

"Un tuo amico?"

"Si, sono stato qui in cura per un po', e ora siamo amici."

"Non è grande per essere tuo amico?"

"Ma dai, che ti aspetti? Un vecchio di settant'anni? Ne avrà si e no trenta." rispose ridendo.

"Ah."

"È un bravissimo medico, te l'assicuro."

"Vedremo. Ah, posso chiederti un favore?"

"Certo, tutto quello che vuoi."

"Non dire niente a Jane, lei non sa che io sia qui."

"Tranquilla, è una cosa molto personale, devi essere tu a decidere se dirglielo."

"Grazie."

"Figurati, io vado, eh."

"Si, ciao."

"Ciao." mi salutò con la mano per poi andare via.

"Entriamo?"  chiese mio fratello portando un braccio intorno le mie spalle.

"Si."

Ci dirigemmo verso la porta in legno scuro per poi bussare, aprirla, ed entrare.

Vidi subito un uomo seduto dietro una scrivania. Aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri. Sembrava giovane, come aveva detto Louis sulla trentina.

Si alzò subito appena ci vide entrare e si presentò.

"Buonasera signori, il mio nome è Edward Sheeran, ma tu puoi chiamarmi Ed." mi sorrise porgendomi la mano.

"Io sono Alison." afferrai la sua mano sforzando un sorriso.

"Piacere, Alison. Lei è?"

"Harry, Harry Styles. Sono suo fratello, e il suo tutore legale."

"Oh bene. Può tornare tra circa quaranta minuti."

"Perfetto, allora io vado." mi salutò Harry.

"Ciao."

Harry andò via lasciandomi lì con il dottore.

"Stenditi lì, Alison. Così parliamo un po'."

Feci quello che mi disse e iniziai la mia seduta.

Bad Girl || Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora